Pubblicato il 16/08/19 da Neko Polpo

Fire Emblem: Three Houses

Tri gust is megl che one
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Fire Emblem mon amour – Introduzione

È ormai dal lontano 2007, ben dodici anni fa, che non giocavo un Fire Emblem sul televisore, esattamente da quel Radiant Dawn su Wii che tanto mi piacque (e che assieme al prequel lanciò Ike nell’olimpo dei personaggi più conosciuti del franchise). Ecco quindi Fire Emblem: Three Houses, nuovo capitolo dello strategico a turni di Intelligent System che va a prendere spunto dal passato a mani basse, guardandosi però anche attorno e attingendo dal panorama JRPG generale.

Di scuola e battaglie – Gameplay

L’influenza che la scena JRPG attuale è infatti innegabile, in particolar modo è evidente l’inspirazione alla saga di Persona. Ok, i giochi non sono propriamente identici, ma il contesto scolastico (seppur medievale e vissuto dalla prospettiva del professore) e il ritmo di gioco governato quasi interamente dal calendario non fa altro che riportare alla mente i JRPG di Atlus.

Il nostro Byleth, infatti, dovrà istruire una classe di nobili (e alcuni popolani) a sua scelta tra le mura di Garren Mach, il monastero della chiesa centrale: dovremo quindi decidere a che ragazzo impartire lezioni private e quale abilità far progredire, che piano di studi dovranno seguire i singoli studenti, rispondere ai quesiti di quest’ultimi etc. fino ad arrivare alla domenica, il giorno libero in cui avremo quattro opzioni a nostra disposizione: esplorare il monastero, combattere battaglie secondarie per accumulare esperienza, partecipare a seminari degli altri professori o, semplicemente, riposare. In mezzo a queste quattro opzioni, nello specifico durante le esplorazioni, ci sono tanti altri piccoli minigame e sistemi, come le subquest degli studenti, la possibilità di invitare i nostri studenti preferiti a bere una tazza di tè, destreggiarci con la pesca e altre amenità, tutte atte ad aumentare il nostro grado di affezione con gli altri personaggi e il nostro indice docente (il quale più alto sarà e più attività potremmo fare durante i giorni liberi).

Fire Emblem Three Houses - Dopo il té, se la conversazione è andata bene, potremmo "intrattenerci" con il nostro ospite
Dopo il tè, se la conversazione è andata bene, potremmo “intrattenerci” con il nostro ospite

Va da sé che la maggior parte delle novità le troviamo nel comparto esplorativo e non in quello dedicato alle battaglie: tutte le semplificazioni viste in Awakening e Fates, come il combattimento a coppie, sono state totalmente abbandonate, tornando, appunto, ad un gameplay molto più simile a quello degli albori della serie. Questa scelta fa sì che le prime battaglie, soprattutto quelle principali alla fine dei mesi, non siano propriamente facili per i novellini.

Verranno in nostro aiuto però l’abbandono del triangolo delle armi in favore del sistema di abilità e mosse speciali (quest’ultime usureranno di più le armi equipaggiate), i battaglioni che una volta assegnati alle singole unità aumenteranno statistiche e permetteranno l’uso di strategie di battaglia particolari e, infine, un sistema di hint visivi, i quali ci indicheranno quale unità amica verrà bersagliata, da quante e soprattutto quali unità nemiche, prima ancora di confermare il movimento della stessa.

Queste migliorie alla Quality of Life sono una manna dal cielo appunto durante le primissime missioni, ma non appena avrete le vostre prime unità con classi avanzate, unite alla possibilità di riavvolgere il tempo in caso di sbagli (inizialmente tre volte, aumentabili tramite una subquest), tutto diventerà anche fin troppo facile, anche nel caso di scontri con un certo tipo di nemici che non sto a spoilerarvi, in quanto si tratta della vera novità delle battaglie di questo Three Houses.

Noi scriveremo la storia – Trama

Come già detto in precedenza, spetterà a noi scegliere quale classe seguire tra le Aquile Nere, i Leoni Blu e i Cervi Dorati e questa scelta andrà a plasmare tutta la seconda parte del gioco, la quale sarà totalmente diversa a dipendere della fazione scelta.

Questo approccio già è stato provato con Fates, legandolo però all’acquisto di tre copie differenti del gioco (due anche fisiche e una solo digitale). Apprezzo molto che non abbiano deciso di legare le route di trama non scelte a un secondo o terzo acquisto andando quindi se non a triplicare a raddoppiare la longevità del titolo, appunto perché la trama è sostanzialmente differente dalla seconda parte in poi – mentre la prima è identica per tutti per quanto riguarda le missioni, con la sola differenza dei dialoghi – in quanto scegliendo una classe specifica non solo interagiremo più spesso con i suoi allievi piuttosto che con altri, ma non potremo proprio reclutare certi personaggi specifici.

Fire Emblem Three Houses - Tra Cavalieri Infernali e Imperatori delle Fiamme ne avremo di grattacapi
Tra Cavalieri Infernali e Imperatori delle Fiamme ne avremo di grattacapi da affrontare

Al momento della recensione, ho completato la trama delle Aquile Nere e, grazie al New Game Plus, sto affrontando quella dei Cervi Dorati (portandomi dietro gli avanzamenti delle mie unità) e posso dire che, nonostante la prima parte prettamente accademica sia piuttosto noiosa soprattutto in certi frangenti, allo scoppiare della guerra tutto cambia: vedere i vari personaggi, molti soltanto ragazzini, crescere sui campi di battaglia e cambiare dopo aver visto le atrocità che la guerra porta è stato in certi casi straziante, e le interazioni tra essi sono di certo delle migliori nella serie. Detto questo però devo dire che mi aspettavo di più dai siparietti collegati al supporto, i quali son tornati al sistema pre-awakening: non essendoci più la possibilità di “figliare”, le relazioni romantiche ora sono appannaggio del solo protagonista e quindi nessun altro personaggio potrà andare oltre la semplice amicizia tra loro e la cosa mi ha intristito non poco.

Sulla TV finalmente – Comparto tecnico

Il salto da console portatile alla ibrida di Nintendo si nota in questo Three Houses: modelli 3D ben dettagliati, sprite in battaglia sostituite non solo dai già citati modelli ma, nel caso zoomassimo la mappa, del modello del personaggio alla guida del suo battaglione (che potremo spostare come all’interno di un Musou) e un monastero sì “piccino” ma completamente esplorabile e ben curato.

Certo, non tutto è al 100% oro: il peggio lo vediamo nel personaggio principale, o, almeno, nella sua espressività. Infatti, se il resto dei personaggi bene o male risulta quantomeno espressivo, il personaggio principale rimane sempre impassibile, manco fosse un allenatore di Pokémon. Ora, posso capire si tratti della solita scelta del “lasciamo che il Main Protagonist sia una lavagna pulita così ci si può immedesimare al meglio”, ma una scelta del genere, nel 2019, mi pare esagerata.

Fire Emblem Three Houses - Suvvia Byleth fallo almeno un sorriso ogni tanto!
Suvvia, Byleth, fallo almeno un sorriso ogni tanto!

Non ho da lamentarmi invece del comparto sonoro, nel quale il trio formato da Takeru Kanazaki, Hiroki Morishita e Rei Kondoh ha fatto il suo egregio lavoro, regalandoci nuovi temi, con quello delle battaglie che a volte ha quell’accenno di dubstep nelle percussioni che è tanto “WTF?!?” quanto estremamente piacevole, oltre a riarrangiamenti di ost passate.

Finita la Guerra – Conclusioni

Fire Emblem: Three Houses è senza dubbio uno degli acquisti imprescindibili per Nintendo Switch. Al netto dei suoi piccoli problemi, è un titolo che punta ad innovare la serie in maniera migliore di quanto fatto in passato (sto guardando te, Fates), limando gli spigoli dei vecchi titoli e prendendo spunto dalla concorrenza. Inoltre, grazie alla sua longevità e al New Game Plus, vi terrà parecchio occupati, il che non è mai un male.

  • Molteplici storie al prezzo di una
  • Personaggi ben scritti
  • Gameplay migliorato...

 

  • ... Ma si potrebbe ancora migliorare
  • Supporti meno interessanti che su 3DS
  • Il Protagonista inespressivo no dai

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