Pubblicato il 31/05/24 da Cathoderay

Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes – un ritorno da un passato ormai perduto

La pixel Art non basta...
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Tra il 1998 e il 2000 Suikoden 2 arrivava su Playstation, Konami era ancora un azienda incredibile e questo gioco sarebbe diventato parte della storia videoludica dei GDR, per la Pixel Art meravigliosa, per le meccaniche e soprattutto per la storia; ci sono stati in seguito altri capitoli meno fortunati, e poi la serie di Suikoden è finita nel dimenticatoio, mentre Konami nascondeva sotto un tappeto di palestre, calcio e pachinko tutta la sua eredità videoludica; Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes nasce su kickstarter con il pedigree giusto, praticamente tutto il team di Suikoden e una spruzzatina di Castlevania sono bastati a farlo finanziare in poche ore, ma ora che è uscito, Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes è il gdr che tutti i fan stavano aspettando? probabilmente si.

Cento eroi, un solo destino, molta pazienza.

Partiamo dal presupposto che Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes è permeato nel suo stile e nella sua sostanza dal tipico approccio di gameplay tanto caro ai giapponesi, che si traduce in un venti, venticinque ore di gameplay introduttivo, missioni un po’ meh, tantissimi dialoghi da leggere e una dose di pazienza che in molti probabilmente non hanno più… me compreso; superato, però, questo scoglio assurdo che potrebbe scoraggiare in molti, Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes inizia a carburare mostrando al giocatore le sue vere qualità.
I combattimenti ad esempio, sono molto semplici e lineari ma quando finalmente avrete 2 o 3 slot per le lenti runiche, il livello generale si alzerà parecchio, regalandoci finalmente dei combattimenti sfidanti e sicuramente molto più interessanti anche a livello di spettacolarità; un altro esempio che potrei farvi è quello della meccanica del Castello: la nostra base operativa ha la capacità di espandersi e sbloccare nuove opzioni, dando una certa importanza tattica a come ci muoviamo, ma all’inizio, le opzioni sono veramente poche e l’unico modo per progredire è avere i personaggi e i materiali adatti; quando però questo avviene, Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes premia il giocatore largamente, anche con aree non obbligatoriamente dedite ai combattimenti, ma decisamente piacevoli, come il teatro.

Esistono anche molti elementi utili per la quality of life, uno su tutti quello per uscire istantaneamente dai Dungeon, ma anche questi, saranno disponibili per il giocatore solo dopo diverse ore, rendendo cosi l’esperienza con Eiyuden Chronicle inizialmente lenta, o per meglio dire, molto “Giapponese”, come i fan del GDR duro e puro amano dire; la realtà sta nel mezzo, come molte cose, ma il consiglio primario è di avere tanta pazienza e continuare a giocare, perché quando Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes si scrolla di dosso la polvere dei suoi avi, diventa un ottimo esponente della categoria, con combattimenti davvero appaganti e con tanta esplorazione; proprio l’esplorazione è forse la parte più bella del gioco, perché la ricerca di tutti gli eroi del titolo è appagante, graziata anche da un sistema di incontri casuali calibrato bene e non punitivo, come succede spesso in questi giochi.

Tornando alla parte di combattimento, Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes offre di più dei soli combattimenti di trama, ovvero i duelli e le battaglie campali, i primi consistono in duelli uno contro uno, che però spesso sembrano troppo scriptati per essere davvero appassionanti, andiamo meglio con le battaglie campali, chiaro rimando a Suikoden, che consistono nell’avere più eroi possibili sulla propria griglia di battaglia prima che inizi il combattimento, un buon modo per diversificare il gameplay anche se l’idea di pesantezza generale sembra persistere anche qui, rendendo cosi Eiyuden Chronicle un gioco più adatto ai puristi del genere che ai giocatori occasionali, intendiamoci, il gioco ha molto da dare ma chiede un dispendio di ore e combattimenti notevole per completare tutto.

Un passato che non vogliamo dimenticare.

Se nel gameplay Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes  soffre di alcune incertezze derivanti dalla sua pesante eredità, nella grafica e nelle musiche ricorda molto bene cosa ha reso grande il suo genere, deliziandoci con una grafica 2D HD davvero incredibile; non c’è colpo d’occhio o sfondo che sfiguri e i modelli dei personaggi sono meravigliosi, impossibile non correre subito sul viale dei ricordi e tornare a quel periodo 16 e 32 bit dove questo genere è nato e regalava tantissime nuove IP che sono rimaste nel cuore degli appassionati; anche le musiche sono all’altezza delle aspettative, regalando brani a tratti malinconici ed evocativi, alternati a musiche davvero potenti durante le boss fight. E innegabile da parte dello studio l’amore profuso in Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes e la voglia di riscatto per una serie che era ormai considerata morta e sepolta proprio per quello che si era detto nell’introduzione, e che invece sembra avere ancora un ultimo potentissimo colpo di coda da assestare.

Il nostro passato ci plasma in quello che siamo oggi, e la stessa cosa ha fatto il nostro modo di giocare, per questo Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes, piacerà sicuramente a chi ha giocato Suikoden e sognava un seguito degno di questo nome da tanti anni, potrebbe invece deludere in parte chi sperava in un punto di incontro tra il passato e il presente, perché Eiyuden Chronicle rimane estremamente fedele a quello che è il suo punto di origine, ovvero il GDR a turni giapponese, starà poi al giocatore decidere se tutto questo è quello che si aspettava da anni, oppure un gioco interessante ma che non sboccia fino in fondo perché appesantito da un gameplay ormai obsoleto.

  • Fasi esplorative appaganti
  • Personalizzazione del castello
  • Grafiche e sonoro meravigliosi

 

  • molto lento all'inizio
  • estremamente old school nel gameplay

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cathoderay - Biografia

Pare che io sia l'entropia videoludica.

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