Pubblicato il 22/10/24 da Daniele Iacullo

Drova – Forsaken Kin, un GDR GDR

Si apprezzano sempre molto titoli così
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Il mondo dei giochi indipendenti è estremamente vasto e destreggiarsi tra i molti titoli può essere difficile. Tuttavia, ci sono prodotti ben distinti che si ispirano a capisaldi storici del media, questo è proprio il caso di Drova – Forsaken Kin.

Un mondo fatato e ostile

Drova – Forsaken Kin non vuole nascondere la sua ispirazione a giochi come Morrowind, Baldur’s Gate 2 e a Gothic, quest’ultimo titolo forse ciò che più ha influenzato il piccolo team tedesco in quest’opera ruolistica dall’aspetto retrò.

Ciò che mette in moto i fili del destino che porteranno il nostro protagonista, completamente personalizzabile (anche se le opzioni di personalizzazione sono piuttosto scarne), a finire catapultato in questa avventura, è la pura e semplice curiosità. Inseguendo infatti il Druido del suo villaggio e la sua apprendista, il protagonista si ritrova nel mondo leggendario e misterioso di Drova.

Questa terra sconosciuta è abitata da mostri, creature di ogni tipo e soprattutto altri esseri umani, intrappolati in questa terra di mezzo senza possibilità di tornare indietro. Come è facile aspettarsi gli umani si sono divisi in due grandi comunità con modi completamente diversi di concepire la società che portano di conseguenza ad attriti tra questi due gruppi. Interfacciarsi con l’uno o con l’altro gruppo porterà a cambiare l’esito della storia e a scegliere definitivamente di quale comunità fare parte, con i vantaggi e gli svantaggi che questa scelta porterà.

Il vero cuore di quest’opera è la cura nei dettagli, ogni personaggio che incontreremo ha una scrittura egregia, dal semplice contadino al capo bandito più ostile ha una motivazione e un’anima che raramente ho trovato in altri giochi. Il sistema giorno/notte crea delle situazioni che rendono il mondo vivo, i personaggi hanno una routine ben definita che riesce a coinvolgere persino il giocatore più distratto, non è raro avere difficoltà ad interagire con determinati personaggi durante la notte poiché stanno dormendo.

La narrazione inoltre è incalzante con colpi di scena piazzati al posto giusto, che si tratti della missione principale o di una missione secondaria presa in carico durante una notte brava in taverna ci si sente parte di un ecosistema sì alienato dalla realtà ma con temi che contraddistinguono la natura umana, nel bene e nel male.

 

Tra asce e misteri

Ogni buon mondo misterioso e magico ha bisogno di creature da malmenare durante il nostro viaggio, e Drova non fa eccezione. Vi è una grande varietà di animali, mostri e umani ostili, la componente action risulta semplice ma ben tarata, bisogna fare attenzione sin dal primo minuto di gioco, il mondo di gioco è selvaggio e non scorderà di ricordatelo ogni volta che ti avventuri fuori dai sentieri. La presenza di molti oggetti che aiutano l’esplorazione e la raccolta di risorse rende il viaggio di Drova mai noioso, soprattutto perché non esiste un cursore che ti indichi la via e le mappe in gioco sono tutte artigianali, alcune disegnate da NPC cartografi, altre disegnate da persone con meno senso dell’orientamento.

Se il combattimento action e l’esplorazione risultano gradevoli, meno sicuramente lo è l’inventario, a mio parere c0nfusionario e complesso, a volte trovare un oggetto può essere difficile e nemmeno categorizzare le varie tasche della nostra borsa riesce a facilitare la ricerca, un vero peccato.

La componente ruolistica non è forte solo nelle diverse scelte di dialogo che portano a risoluzioni diverse delle vicende, bensì anche la mera componente di statistiche è innovativa. Pur esistendo un albero delle abilità e delle statistiche che aumentano danni e percentuali di critico, una volta che si sale di livello non si potranno mettere punti in questo o l’altro attributo senza interpellare un “Maestro”. Un vero e proprio NPC che ti insegna ad utilizzare quello specifico strumento o quella specifica abilità, ci sono maestri più preparati nell’arte della spada, altri che invece ti insegneranno come creare pozioni o trappole, insomma, il tuo personaggio non imparerà mai nulla da solo, come è giusto che sia.

Un piccolo gioiello artistico

Potrei chiudere il paragrafo semplicemente scrivendo “pixel art” e mi riterrei comunque soddisfatto, ma la realtà è che Drova è fortemente guidato artisticamente, dalle musiche ai suoni ambientali, tutto risulta nel posto giusto. Vedere che quando si impugna un’arma a due mani la torcia cade sul pavimento illuminando quella zona di mappa è stato incredibile, Drova riesce a creare situazioni suggestive proprio grazie a questi piccoli particolari, da steppe aride fino a rovine di misteriose civiltà, gli sviluppatori non hanno lasciato nulla al caso.

 

Drova – Forsaken Kin: Conclusione

Si è capito insomma, Drova – Forsaken Kin è un piccolo gioiello indipendente che con il suo stile e il suo ritmo incalzante riesce a intrattenere il giocatore per tutte le circa 40 ore necessarie per concludere l’esperienza. Un titolo che verrà apprezzato soprattutto da chi ama i GDR con uno stampo retrò, l’unica pecca degna di nota è l’assenza di localizzazione in italiano che in alcune sezioni di gioco sarebbe davvero stata utile; l’inglese utilizzato dagli sviluppatori è abbastanza ostico anche per qualcuno che lo parla quasi giornalmente. Drova è forse uno dei migliori titoli che ho giocato in questo 2024.

  • Narrazione incalzante
  • Personaggi principali e secondari ben scritti
  • Sistema di level-up originale
  • comparto artistico

 

  • Assenza di localizzazione
  • Inventario confusionario

 

Brado - Biografia

Videogiocatore classe '99 da sempre attento alle evoluzioni e le innovazioni del mondo videoludico.

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