Nel 2019 Days Gone ha diviso la critica: l’open world post-apocalittico di Bend Studio, con il biker Deacon St. John in lotta per la sopravvivenza tra le orde di “Freaker”, è stato accolto tiepidamente rispetto ad altre esclusive Sony, pur costruendosi col tempo una solida base di fan. Oggi, a sei anni di distanza, Days Gone Remastered approda su PlayStation 5 con l’ambizione di offrire la versione definitiva di questa avventura. Questa nuova edizione punta a correggere i difetti tecnici dell’originale e ad arricchire l’esperienza con miglioramenti grafici, funzionalità next-gen e contenuti inediti. Il risultato è una remaster che, tra luci e ombre, si propone come una sorta di “rivincita” per un titolo considerato da molti sottovalutato – ma che al contempo lascia intravedere l’operazione commerciale dietro il suo ritorno, in linea con altre recenti riproposizioni targate PlayStation.
Grafica e prestazioni da nuova generazione
La prima cosa che salta all’occhio avviando Days Gone Remastered su PS5 sono i miglioramenti tecnici. Bend Studio, supportata dal team di Climax Studios, ha rielaborato il motore grafico per sfruttare la potenza extra della console di nuova generazione. Il gioco ora offre due modalità grafiche: Qualità e Prestazioni. In modalità Qualità, l’obiettivo è esaltare la fedeltà visiva con una risoluzione fino a 4K (su PS5 Pro si parla addirittura di un supersampling oltre il 4K) a 30 fotogrammi al secondo, mostrando texture più nitide, ombre più dettagliate e una maggior profondità di campo. In modalità Prestazioni invece si privilegia la fluidità, con un frame rate che raggiunge i 60 fps costanti, rendendo ogni scorribanda in moto e ogni scontro a fuoco molto più reattivo e piacevole per gli occhi rispetto ai 30 fps “sofferti” del gioco originale. Anche in questa modalità il colpo d’occhio resta ottimo grazie a un upscaling a risoluzioni elevate, tanto che chi gioca su TV normali faticherà a notare differenze sostanziali nella qualità dell’immagine a distanza di qualche metro dallo schermo.
Le migliorie grafiche vanno oltre la risoluzione. L’illuminazione è stata ricalibrata: Bend Studio ha rivisto il sistema di lighting, donando in certi momenti (soprattutto nelle fasi notturne) tonalità di colore differenti rispetto all’originale, quasi un diverso approccio artistico alla stessa Oregon post-apocalittica. Il ciclo giorno/notte e gli effetti atmosferici dinamici appaiono più suggestivi grazie all’aumento della distanza visiva del fogliame e alla migliore qualità delle ombre e dei riflessi. Attraversare in moto le foreste pluviali e le strade dissestate del Pacifico Nord-Occidentale non è mai stato così coinvolgente: i dettagli ambientali sono più ricchi, e persino sfrecciare in mezzo a branchi di animali selvatici o resti di città abbandonate offre scorci più nitidi e definiti.
Dal punto di vista prestazionale, i tempi di caricamento beneficiano enormemente dell’SSD di PS5. L’avvio di una partita, che su PS4 poteva superare il minuto e mezzo, ora richiede circa 30 secondi – un miglioramento drastico che, pur non raggiungendo l’istantaneità di titoli PS5 nativi più snelli, riduce sensibilmente le attese tra una morte e la successiva rigenerazione. Durante le nostre prove non abbiamo riscontrato i cali di framerate e i singhiozzi che affliggevano l’uscita originale, neanche quando lo schermo si riempie di decine (anzi, centinaia) di nemici famelici. Ciò significa che affrontare un’orda di Freaker – il vero marchio di fabbrica di Days Gone – adesso avviene in maniera più fluida: la console regge senza incertezze anche gli assalti di massa più intensi, dove una volta il framerate tentennava pericolosamente.
Un capitolo a parte meritano le feature next-gen come l’audio e i controlli. Days Gone Remastered supporta il Tempest 3D Audio di PS5, regalando un’esperienza sonora avvolgente: il ringhiare distante di un’orda in avvicinamento, il rombo del tuono in una tempesta improvvisa o il rumore metallico delle marmitte delle moto circostanti acquisiscono spazialità e direzionalità, aumentandovi la tensione quando perlustrate un mondo dove ogni suono può annunciare un pericolo. Non solo: Bend Studio ha rielaborato completamente il mix audio del gioco, bilanciando meglio musiche, effetti e dialoghi per renderli più chiari. Ad esempio, il rumore del motore della Drifter Bike ora può essere regolato con le nuove impostazioni di “Audio Focus” in modo da risaltare maggiormente, oppure messo in secondo piano se preferite sentire meglio l’ambiente.
Infine, il DualSense aggiunge un livello di immersione inedito. Grazie al feedback aptico e ai grilletti adattivi del controller PS5, Days Gone Remastered si sente diversamente nelle mani: ogni pistone del motore sembra vibrare nel palmo mentre sfrecciate sulla moto, potrete percepire la differenza tra il terreno asfaltato e il fango dei sentieri attraverso vibrazioni diverse, e persino la pioggia battente o il tuonare distante hanno un feedback aptico dedicato. I grilletti adattivi offrono resistenze specifiche per ogni arma: il “click” teso di un fucile di precisione, il rinculo secco della pistola, o la tensione graduale dell’arco della balestra di Deacon – tutte sensazioni che contribuiscono a rendere i combattimenti più coinvolgenti. Sono tocchi che non rivoluzionano il gameplay, ma che aumentano la presenza scenica del giocatore nel mondo di gioco, facendoci davvero stringere il manubrio al nostro Drifter o il calcio della nostra fidata bocca da fuoco.
Nuovi contenuti: modalità extra e funzionalità inedite
Oltre al comparto tecnico migliorato, Days Gone Remastered porta in dote una serie di nuovi contenuti pensati sia per chi gioca per la prima volta, sia per i veterani desiderosi di tornare nell’Oregon infestato con qualche sfida extra. Bend Studio non si è limitata a ripulire e ottimizzare il titolo base, ma ha arricchito l’offerta ludica con tre nuove modalità di gioco e diverse aggiunte minori, quasi a confezionare una sorta di “edizione espansa” del titolo originale.
La novità più rilevante è Horde Assault, una modalità arcade di sopravvivenza concepita per mettere alla prova i nervi e l’abilità del giocatore contro orde infinite di nemici. Si tratta di una modalità separata dalla storia, in cui Deacon (o meglio, un personaggio a scelta tra diversi, anche alcuni inediti mai controllabili prima) viene lanciato in mappe già note della campagna con il solo obiettivo di resistere il più a lungo possibile all’assalto crescente dei Freaker. Le regole del gioco in Horde Assault sono semplici e spietate: partirete armati solo di una pistola di base e dovrete esplorare la zona in cerca di casse di rifornimenti che forniscono armi più potenti e munizioni. Presto sarete accerchiati da un numero impressionante di nemici: le orde qui sono ancora più grandi del normale, arrivando a contare fino a 800 famelici infetti contemporaneamente sullo schermo. Se il concetto di affrontare le orde vi era piaciuto nel gioco principale (dove già potevano superare i 300 individui), in questa modalità Bend Studio ha dato libero sfogo alla sua creatura: preparatevi a un incubo incessante, in cui ogni minuto in più strappato alla morte fa salire punteggi e difficoltà. Sono presenti persino nuove armi, tra cui un lanciafiamme inedito assente nella storia principale, ideale per disperdere temporaneamente i gruppi di nemici ma insufficiente a garantirvi la salvezza se non giocate d’astuzia. Completare “Side Jobs”, piccole missioni secondarie generate nella mappa, vi ricompenserà con riserve extra di munizioni e punti esperienza per salire di livello e sbloccare bonus utili a sopravvivere ancora un po’. Ogni 30 minuti di sopravvivenza, inoltre, il gioco rilancia la sfida con l’Ultimate Horde, un’ultima orda infinita e incalzante che rappresenta il culmine della modalità – un traguardo riservato solo ai giocatori più tenaci. Insomma, Horde Assault trasforma Days Gone quasi in uno sparatutto arcade a punteggio, offrendo un diversivo adrenalinico rispetto al gameplay narrativo tradizionale.
Accanto alla modalità Orda troviamo l’introduzione del Permadeath. Se cercate una sfida ancora più brutale, questa opzione vi invita a rigiocare l’intera campagna story-driven di Days Gone con un’unica vita a disposizione: in altre parole, se morite dovrete ricominciare daccapo. Gli sviluppatori hanno previsto due varianti – una che resetta tutto all’inizio del gioco, un’altra leggermente più indulgente che riporta all’inizio del secondo atto – ma in entrambi i casi portare a termine la lunga avventura di Deacon senza mai vedere la schermata di game over sarà un’impresa da veri duri . Come incentivo, completare Days Gone in Permadeath mode sbloccherà un trofeo esclusivo e una schermata finale speciale con statistiche dettagliate per vantarsi dell’impresa. È una modalità pensata chiaramente per i fan che già conoscono ogni insidia del gioco e vogliono mettersi alla prova massima: un’aggiunta forse di nicchia, ma che aumenta la longevità per chi desidera padroneggiare il titolo al 100%.
La terza novità è la modalità Speedrun, in un certo senso l’opposto concettuale di Horde Assault: qui la sfida non è sopravvivere il più a lungo, ma finire l’avventura principale il più velocemente possibile. Il gioco incoraggia a trovare scorciatoie, ottimizzare ogni combattimento ed evitare perdite di tempo, cronometrando l’intera run. Al termine della partita, che sia completata o meno, verrà mostrata una schermata riepilogativa con il tempo di completamento e altri dati, che potrete confrontare con quelli di amici o condividere sui social grazie a un comodo formato grafico. Anche questa aggiunta strizza l’occhio a una community specifica – quella degli speedrunner o dei giocatori competitivi – ma è apprezzabile che Bend Studio abbia pensato di inserire ufficialmente una modalità che tanti titoli lasciano in mano alle sfide non ufficiali. Provare a battere Days Gone in poche ore, conoscendo missioni e mappe, dona un sapore nuovo a un gioco altrimenti votato alla calma esplorazione.
Oltre alle modalità di gioco inedite, Days Gone Remastered offre piccole chicche aggiuntive. La Photo Mode integrata è stata potenziata, strizzando l’occhio agli amanti della fotografia virtuale: ora è possibile regolare l’ora del giorno per catturare il tramonto perfetto, sfruttare un sistema di illuminazione a tre punti per illuminare la scena a piacere e applicare nuovi filtri e loghi alle proprie foto. Girare per l’Oregon devastata in cerca dello scatto ideale diventa un passatempo ancora più ricco di possibilità creative.
Menzione importante meritano le funzionalità di accessibilità ampliate. Bend Studio ha colto l’occasione per rendere Days Gone fruibile a un pubblico più ampio: nel menu opzioni troverete ora impostazioni come l’High Contrast Mode, che applica colori estremamente contrastanti per distinguere meglio personaggi e nemici dallo sfondo, la narrazione vocale dei menu e dei sottotitoli, indicatori audio per collezionabili (pensati per chi ha disabilità visive), e la rimappatura completa dei comandi. È persino presente uno slider per regolare la velocità di gioco, potendo rallentare l’azione fino al 25% della velocità normale: una funzione pensata per chi ha difficoltà nei momenti più frenetici ma che può tornare utile a chiunque voglia godersi panorami o sezioni difficili con più calma. Anche la gestione della telecamera è più flessibile, con la possibilità di allargare il campo visivo (FOV) per avere una visuale più ampia – caratteristica rara nei titoli console, che in Days Gone Remastered è stata introdotta a gran richiesta per ridurre motion sickness e apprezzare meglio ciò che ci circonda. Tutte queste migliorie, insieme ai già citati feedback del DualSense, dimostrano attenzione verso le esigenze di ogni tipo di giocatore e rappresentano un bel segnale di inclusività.
L’esperienza di gioco: storia e gameplay alla prova del tempo
Ma al di là di grafica e modalità extra, Days Gone Remastered resta pur sempre Days Gone. Il cuore dell’esperienza è invariato rispetto al 2019: si vestono ancora i panni di Deacon St. John, ex motociclista fuorilegge dal giubbotto di pelle logoro, che attraversa un Oregon devastato da un’epidemia zombie (i cosiddetti Freaker) alla ricerca di un senso e di una speranza, aggrappato al ricordo della moglie Sarah che forse potrebbe essere ancora viva. Ad accompagnarlo c’è l’inseparabile amico “Boozer”, con cui condivide un forte legame fraterno in un mondo in cui l’umanità superstite si è incattivita e organizzata in bande, sette religiose fanatiche o milizie senza scrupoli. La trama e le missioni della storia principale non subiscono modifiche in questa remaster: ritroverete dunque la stessa lunga campagna (oltre 30-40 ore) fatta di momenti di pathos sincero, flashback emotivi e colpi di scena interessanti, ma anche di parecchi cliché e dialoghi a tratti ridondanti. Se vi eravate appassionati alla vicenda di Deacon e Boozer, rivederla scorrere a 60 fps con un nuovo splendore grafico sarà un piacere nostalgico; se invece non vi aveva convinto allora, Days Gone Remastered difficilmente vi farà cambiare idea dal punto di vista narrativo, perché non aggiunge nuovi capitoli o cambiamenti alla storia esistente.
Dove invece qualcosa cambia, indirettamente, è nella percezione del gameplay. L’originale Days Gone soffriva di alcuni problemi di ritmo e ripetitività nelle attività open world: molte missioni secondarie si risolvevano in incarichi simili, e la struttura “alla Ubisoft” con mappa piena di avamposti e collezionabili poteva risultare stancante sul lungo periodo. In questa edizione, quei difetti di game design ovviamente permangono ma vengono un po’ mitigati dall’insieme delle migliorie tecniche e contenutistiche. Il gameplay loop base di Days Gone oggi appare più rifinito e godibile: la maggiore fluidità rende gli scontri a fuoco e gli inseguimenti su due ruote più divertenti, l’assenza di rallentamenti o bug fastidiosi permette di immergersi meglio nel mondo di gioco senza interruzioni frustranti, e le nuove modalità offrono diversivi che spezzano la monotonia quando iniziate a sentire il peso della ripetitività. Ad esempio, dopo aver completato qualche missione di caccia ai predoni piuttosto simile alle precedenti, potreste staccare e tentare una partita veloce a Horde Assault per scaricare un po’ di adrenalina, oppure cimentarvi nel time attack di uno spezzone di storia in modalità Speedrun per vedere quanto riuscite ad essere più rapidi rispetto alla vostra run iniziale. Queste possibilità aggiuntive arricchiscono la varietà percepita nel pacchetto complessivo, facendo sì che Days Gone Remastered non sia soltanto una ripulitura grafica, ma quasi una “versione 1.5” del gioco, più completa e versatile.
Ciò detto, i limiti strutturali di Days Gone come open world rimangono evidenti nel 2025 così come lo erano nel 2019. Chi arriva da capolavori open world recenti potrebbe trovare la formula di Bend Studio un po’ datata: le missioni procedurali e gli incontri dinamici sono meno sorprendenti rispetto a titoli come Red Dead Redemption 2 o The Witcher 3, e alcune meccaniche (ad esempio l’obbligo di rifornire spesso la moto di benzina, che all’epoca voleva essere un elemento realistico di sopravvivenza) potrebbero sembrare più tediose che immersive per i nuovi giocatori abituati a ritmi più snelli. Tuttavia, Days Gone possiede ancora una sua anima unica: l’idea di base di affrontare orde mastodontiche rimane un’esperienza rara nel panorama videoludico, e momenti come l’assalto finale al grande accampamento di ripugnanti infetti ora, con le migliorie PS5, regalano quel brivido in più che può far riscoprire il titolo sotto una luce migliore. Inoltre, per chi non ha mai giocato l’originale, questa remaster è indubbiamente il modo migliore per scoprire uno dei giochi open world più particolari del catalogo PlayStation: a conti fatti, Days Gone offre decine di ore di contenuti, un mondo aperto affascinante e ostile, e un sistema di combattimento/stealth on the road che, nella sua ripetitività, sa comunque regalare momenti di elevata tensione. Insomma, l’esperienza di gioco in sé “tiene” ancora, pur senza eccellere, e i miglioramenti della remaster la elevano da solida a ottima, senza però toccare quelle vette di eccellenza che altri franchise Sony hanno fatto proprie.
Un aspetto che lascia un retrogusto agrodolce, poi, è la consapevolezza che Days Gone Remastered probabilmente chiude definitivamente il sipario sulla saga di Deacon. Bend Studio ha più volte confermato che al momento un sequel non è in sviluppo, e se l’edizione PS5 rappresenta la celebrazione finale di questo titolo “di culto”, ricorda anche ai fan che l’avventura si conclude ancora con quell’epilogo aperto e quelle trame lasciate in sospeso. Chi sperava in contenuti aggiuntivi di storia per dare una chiusura più definita rimarrà deluso: nessuna nuova cutscene o missione narrativa è stata inserita, e dunque l’intreccio resta tale e quale. La remaster è dunque un’arma a doppio taglio dal punto di vista emotivo: da un lato fa giustizia a un titolo che, con tutti gli accorgimenti del caso, oggi brilla molto più di quanto facesse al lancio, dall’altro riapre la ferita di un sequel mancato, lasciando i fan a fantasticare su “cosa sarebbe potuto essere” se il gioco fosse uscito fin da subito in questa forma smagliante, o se Bend Studio avesse goduto di un po’ più di meritata fiducia da parte di Sony.
Operazione commerciale o atto d’amore?
Non si può evitare di interrogarsi sul perché di questa remaster. Days Gone era già giocabile su PS5 in retrocompatibilità con performance migliorate (un aggiornamento gratuito nel 2020 aveva sbloccato i 60 fps su console next-gen) e la versione PC del 2021 aveva mostrato il potenziale tecnico del motore su hardware più potente. Dunque, cosa ha spinto Sony a riproporre ufficialmente il gioco nel 2025? La risposta più cinica riguarda la strategia commerciale: come altre operazioni recenti – si pensi a The Last of Us Parte I rifatto per PS5 a meno di dieci anni dall’uscita originale (per non parlare del seguito), o alla raccolta Uncharted: L’Eredità dei Ladri che ha riproposto su PS5 titoli di appena una generazione prima – questa remaster di Days Gone ha il sapore di un “riempitivo” nel catalogo PlayStation. In mancanza di nuove uscite di grosso calibro in un certo periodo, rispolverare un gioco esistente con qualche extra è un modo relativamente facile per mantenere alta l’attenzione del pubblico e, naturalmente, generare vendite aggiuntive su un brand già noto, anche se dal punto dei vista dei fan l’operazione è risultata quantomeno “strana” visto l’abbandono quasi immediato da parte di Sony di questo nuovo IP, onestamente sottovalutato, già nel 2019.
Dal punto di vista del business, Days Gone Remastered si colloca perfettamente in questa tendenza: è distribuito solo in digitale sul PlayStation Store, a un prezzo di listino di circa 50€ (inferiore al full-price standard, a riconoscimento del fatto che non è un titolo inedito) e con un upgrade a pagamento per i possessori della versione PS4. Quest’ultimo punto ha suscitato qualche discussione tra i fan: l’upgrade costa 10€, una cifra tutto sommato in linea con altre “Deluxe Edition” o upgrade Director’s Cut visti di recente. C’è chi ha parlato comunque di “cash grab”, ovvero di trovata acchiappa-soldi, sottolineando come in fondo i miglioramenti tecnici avrebbero potuto essere distribuiti come patch gratuita e che i nuovi contenuti, pur graditi, sono perlopiù modalità extra che riciclano asset e mappe esistenti. D’altro canto, altri utenti difendono l’operazione notando che per 10 euro Bend Studio ha aggiunto un pacchetto di modalità e feature tutt’altro che misero – diversamente da quanto fatto da Naughty Dog con TLOU Part I, venduto a prezzo pieno senza sconti per chi già possedeva il gioco precedente. In effetti, il bilanciamento qualità-prezzo di Days Gone Remastered appare onesto: il gioco base include tutti i DLC gratuiti rilasciati in passato, le nuove modalità ampliano la rigiocabilità, e l’esborso richiesto a chi già supportò il titolo su PS4 è contenuto. Certo, resta il fatto che nulla di veramente nuovo a livello narrativo o creativo è presente – segno che l’operazione è nata più per capitalizzare su un prodotto già esistente che non per espandere realmente l’universo di gioco.
Va detto però che, al di là dei calcoli commerciali, Days Gone Remastered trasuda anche un certo affetto genuino da parte dei suoi creatori verso il loro titolo. Bend Studio ha comunicato la remaster con toni appassionati, definendo il gioco “vicino ai nostri cuori” e ringraziando la community per il supporto. Si ha quasi la sensazione che il team volesse dare al gioco una seconda opportunità di essere valutato per quello che offre, libero dai problemi tecnici che ne avevano oscurato i meriti al lancio. In questa luce, Days Gone Remastered può essere visto sia come un’astuta mossa di marketing di Sony, sia come un atto d’amore del suo studio di sviluppo verso un progetto a cui tiene. E la verità, forse, sta nel mezzo: sicuramente l’operazione riempie un vuoto nel calendario uscite, ma nel farlo fa anche felici quei giocatori che desideravano tornare a viaggiare con Deacon e la sua moto su strade devastate, o magari farlo per la prima volta nel modo migliore possibile.
Conclusioni
In definitiva, Days Gone Remastered su PS5 rappresenta la versione più completa e ottimizzata dell’avventura di Deacon St. John. Grazie ai miglioramenti grafici, ai caricamenti più rapidi e al supporto del DualSense, il mondo ostile dei Freaker non è mai apparso così vivido e immersivo. Le nuove modalità – dall’adrenalinica sopravvivenza infinita di Horde Assault alle sfide estreme del Permadeath e dello Speedrun – aggiungono sostanza a un gioco già ricco, offrendo motivi extra per rimanere sulle strade del Northwest a combattere per la vita. D’altro canto, non si può ignorare che il cuore del gameplay resti immutato: pregi e difetti del Days Gone originale sono ancora qui, dalle atmosfere malinconiche e dall’azione intensa (Pro) alla ripetitività di certe missioni e a un impianto open world non rivoluzionario (Contro). Inoltre, aleggia il sospetto legittimo che questa remaster sia un’operazione pensata più per colmare il catalogo che per reale necessità creativa.
In ogni caso, salire di nuovo in sella con Deacon e Boozer, con il motore che romba tra le mani e il sole al tramonto che dipinge di rosso il cielo sopra una terra morente, sa ancora trasmettere quelle emozioni contrastanti di solitudine e speranza che rendono Days Gone un’esperienza diversa dalle altre. In fondo, alcuni giorni andati meritano di essere rivissuti.
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