Sono fortunato a scrivere questa recensione per Pixel Flood. In qualunque altro sito che prevedesse una valutazione numerica in calce alla recensione, mi sarei trovato in enorme difficoltà a scrivere di Cloud Chamber. L’opera realizzata da Investigate North infatti non è un gioco comune, così come non lo è l’esperienza che ne deriva. Per avere un esperienza vagamente simile, bisognerebbe ritornare indietro al 2003, quando Lexis Numérique sviluppò In Memoriam: un avventura grafica ibrida a dinamiche da Alternate Reality Game all’interno del quale i giocatori ricevevano ed inviavano mail ad indirizzi di personaggi del gioco e navigavano attraverso siti web creati ad hoc con lo scopo di reperire informazioni per risolvere enigmi presenti all’interno dell’avventura. Cloud Chamber non è così ambizioso da includere elementi del genere, ma la sua potenza risiede in altri aspetti: andiamo a scoprirli insieme.
Il gioco proietta il giocatore all’interno di Crowdscape: un database che contiene una serie di documenti e file confidenziali rappresentato da scenari tridimensionali per facilitare la navigazione degli utenti al suo interno. Ogni capitolo di gioco avrà uno scenario a sé, all’interno del quale ogni nodo è rappresentato da un pezzo della storia, che sia un documento scritto, una foto, un video, o altro. Dentro ad ogni nodo, gli utenti potranno postare le proprie teorie al riguardo, commentare sotto le teorie degli altri e valutarle con la classica meccanica “social” del pollice in su/pollice in giù. Vi saranno alcuni nodi “ad accesso limitato”, che possiamo sbloccare solo dopo aver ricevuto un adeguato numero di pollici in su dagli altri utenti all’interno dei nodi del capitolo corrente. Il gioco ci spinge quindi a collaborare con gli altri utenti e sprona il giocatore alla condivisione delle teorie, pena la mancanza di accesso ad alcuni documenti fondamentali per la comprensione della trama.
La narrazione è ottima, seppur piena di riferimenti tecnici ad argomenti scientifici. La vicenda, incentrata su una giovane scienziata di nome Kathleen Petersen, includerà al suo interno diversi documentari scientifici autentici provenienti dall’European Space Agency che si legheranno a doppio filo con le vicende dei protagonisti. I video girati ad hoc per il gioco sono invece di alta qualità per quanto riguarda gli attori e le location. Nel cast possiamo infatti trovare Gethin Anthony, noto per Il Trono di Spade, e Jesper Christensen, noto per Casino Royale e Quantum of Solace, ma anche gli attori meno conosciuti compiono egregiamente il loro lavoro. Il comparto audio che accompagna gli spezzoni video e le fasi di esplorazione del database è coinvolgente e sempre funzionale, contribuendo anche allo sviluppo di alcune teorie all’interno di determinati nodi.
In conclusione, Cloud Chamber non è un esperienza ludica comune ed individuare il target di giocatori che potrebbero apprezzarlo non è semplice. Personalmente, mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti della buona narrazione e agli amanti dell’astronomia. Molti potrebbero affermare che questo “non è un gioco”, ma è una menzogna. L’interazione con gli altri utenti, lo sviluppo di teorie derivate dall’investigazione sui nodi e il gameplay minimalista ma estremamente funzionale lo rendono un esperienza ludica, oltre che narrativa. Io assegno un “pollice in su” a Cloud Chamber, ma se volete confutare la mia opinione potete reperirvelo anche voi su Steam per 14,99€.