Pubblicato il 07/11/22 da Ciro Muso Acanfora

Call of Duty: Modern Warfare II – Recensione

Stesso nome, troppe differenze.
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Poco meno di 13 anni fa, Call of Duty Modern Warfare 2 segnava il mio primo approccio al mondo degli FPS. Ricordo di essere rimasto letteralmente sbalordito dalla meraviglia e dalla qualità grafica, narrativa e di gameplay, portandomi a giocare al titolo per un totale di oltre mille ore fra campagna, missioni in co-op e multiplayer con gli amici.
Solo pochi giorni fa, il 28 Ottobre, Call of Duty: Modern Warfare II (con i numeri romani) ha raggiunto gli scaffali di tutto il mondo per PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC, sviluppato da Infinity Ward e pubblicato da Activision Blizzard. Purtroppo, nonostante le speranze riposte in un possibile nuovo capolavoro, il titolo si è dimostrato neanche lontanamente all’altezza del suo omonimo.

Call of Duty Modern Warfare II: Il Peso del Nome

Nel 2019, Infinity Ward ha deciso di rilanciare la saga di Modern Warfare, con quello che sembrava un reboot (ma che si rivelava, in ultima battuta, un vero e proprio prequel) di una delle saghe più apprezzate a livello videoludico della generazione PS3/Xbox 360. Modern Warfare II sceglie invece di allontanarsi completamente dalla storia narrata dalla trilogia originale per andare ad esplorare nuovi nemici e nuovi avvenimenti, nonostante la presenza di alcuni dei personaggi iconici della serie.

Per quanto siano stati presentati con gli stessi nomi e le stesse fattezze fisiche, ci sono stati dei cambiamenti rispetto alle interazioni fra essi, a tratti persino apprezzabili (ad esempio quando questi chiacchierano amabilmente fra di loro, presentando sfaccettature caratteriali mai viste in precedenza): Ghost, ad esempio, è sicuramente il personaggio più sfruttato del titolo (presente in copertina, nei DLC per il multiplayer e in molti video di marketing) ed è stato effettivamente approfondito molto più che nel titolo in cui era comparso per la prima volta, nel 2009, mentre Soap è stato per qualche motivo ridipinto come un completo idiota sin dal primo momento in cui viene mostrato a schermo.

Questa è la reazione di Ghost al suo primo incontro con Soap. Credo che sia abbastanza autoesplicativa.

Lato trama, invece, il nuovo team di Infinity Ward si dimostra non all’altezza di afferrare il testimone, proponendo una trama nel suo complesso sensata, ma in alcuni punti al limite dell’assurdo con avvenimenti insensati (come ad esempio quando il Cartello messicano fa entrare uno dei protagonisti all’interno di una base segreta senza batter ciglio), plot twist prevedibili persino per chi non avesse giocato al Modern Warfare 2 originale e personaggi che passano dall’essere amiconi a sterminatori come se soffrissero di personalità multiple.

Solo a ripensare a quanto l’ultima opera di Infinity Ward presenta al giocatore rimango allibito, confrontandolo a quello che il Call of Duty del 2009 era stato in grado di creare. La Casa Bianca presa d’assalto dai russi, esplosioni nucleari sfruttate magistralmente per creare il caos e ribaltare le sorti di una guerra persa in partenza e tradimenti e morti imprevedibili in grado di segnare una generazione sono solo un lontano ricordo del passato.

Chiamata alle Armi

Se dal lato trama assistiamo a quello che potrebbe solo essere definito uno “scempio”, almeno dal lato gameplay l’ultima opera pubblicata da Activision Blizzard è apprezzabile. Come in qualsiasi altro Call of Duty sarà possibile affrontare ondate di nemici (che sfruttano punti di spawn sicuramente più curati della trilogia originale) con un variegato assortimento di armi ed equipaggiamenti, da cardiorivelatori a elicotteri d’assalto in grado di far saltare in aria interi edifici. Per la maggior parte il gameplay rimane abbastanza fedele ai titoli precedenti, andando addirittura a migliorare in alcuni punti quello che il titolo precedente aveva introdotto in termini di novità, ma purtroppo esagerando in alcune fasi.

Sparare dall’alto di un AC-130 è sempre una soddisfazione impareggiabile

Due missioni in particolare tentano di innovare un po’ la formula ormai quasi ventennale di Call of Duty, introducendo meccaniche relative al guidare veicoli e al crafting: per quanto le idee siano valide sulla carta, tuttavia, non risultano altrettanto ben implementate, dimostrandosi a tratti noiose per problemi di pacing e addirittura frustranti. Sarebbe stato preferibile scegliere solo una di queste due novità e curare in maniera più approfondita la sua introduzione nella saga, spostando l’altra a un capitolo successivo, piuttosto che inserire entrambe (oltre che alle migliorie apportate alle fasi stealth da guidare in terza persona) in malo modo.

Insomma, apprezzabile la creatività e il tentativo di rimodernare, ma diventa tutto inutile nel momento in cui questo si traduce in un’esperienza nettamente negativa per il giocatore.

Una bella grafica… Quando si riesce a giocare.

Passando al punto di vista tecnico del gioco, Call of Duty Modern Warfare II si presenta con la solita grafica spacca-mascella che ci si può aspettare da qualsiasi produzione del suo calibro, con dei filmati così fotorealistici e delle animazioni facciali così ben realizzate da essere invidiabili da ogni altro gioco AAA sul mercato.
La qualità grafica rimane elevatissima anche durante le fasi di gameplay, anche se chiaramente non altrettanto realistica. I caricamenti non sono particolarmente rapidi, ma quantomeno il framerate rimane stabile anche portando al massimo le impostazioni grafiche su PC anche su schede grafiche con ormai qualche annetto sulle spalle (nello specifico una 2080).

Alcuni effetti di luce, forse, sono un tantino esagerati. Eventi del genere rimangono comunque rari e sporadici, quindi niente di insopportabile.

Certo, la qualità grafica sarebbe sicuramente più apprezzabile se il gioco non fosse un colabrodo in grado di crashare ripetutamente: solo durante la campagna, della durata di circa 7/8 ore, il gioco è crashato per 4 volte. Anche nella modalità multiplayer la frequenza è rimasta tale, aggiungendo però numerosi freeze della durata di diversi secondi.

Dal punto di vista sonoro invece il titolo offre un doppiaggio buono in versione italiana (sicuramente migliore di quello proposto per Call of Duty Vanguard), con effetti sonori eccellenti e ben strutturati, seppure con una soundtrack poco di impatto (e assolutamente non paragonabile all’originale Modern Warfare 2, che aveva pezzi scritti addirittura da Hans Zimmer in persona).

Call of Duty Modern Warfare II – Che disastro.

Per una persona che considera l’originale Modern Warfare 2 un capolavoro degno di stare nella sua top-10 videoludica, giocare questo nuovo Modern Warfare II non è stato altro che una tragedia fatta e finita. A parte i dialoghi secondari, che permettono di approfondire i rapporti fra i personaggi, il loro carattere e un gunplay giustamente migliorato nell’ultima decade, tutto il resto non è neanche lontanamente paragonabile al titolo che 13 anni fa ha segnato una generazione di ragazzini con i suoi intrighi narrativi e i suoi plot twist imprevedibili.
Tolte le due missioni sperimentali, il resto del gioco non è necessariamente un cattivo Call of Duty, ma non è nient’altro che il solito Call of Duty, distante milioni di anni luce rispetto all’accattivante e sorprendente titolo con la quale condivide il nome.

  • Gunplay di tutto rispetto.
  • Comparto grafico di alta qualità.

 

  • Continui crash sia in SinglePlayer che in MultiPlayer.
  • Comportamenti dei personaggi poco sensati in termini logici.
  • Neanche lontanamente paragonabile all'originale del 2009.

Muso - Biografia

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