Pubblicato il 16/01/25 da Cathoderay

Blade Chimera: L’Eredità Cyberpunk dei Metroidvania

Tentando di essere diverso, rimanendo simile.
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Ad un’occhiata rapida, potreste liquidare Blade Chimera come l’ennesimo metroidvania, tra i tanti che affollano gli scaffali digitali; invece questo titolo non solo omaggia con devozione e maestria i pilastri del genere come Metroid e Castlevania, ma li reinterpreta immergendoli in un affascinante universo cyberpunk, arricchito da una narrativa sorprendentemente profonda e un gameplay bilanciato e stratificato. Siamo quindi davanti a un Metroidvania che emerge dalla palude di titoli mediocri che ormai intasano il mercato? Quasi.

Ladybug: Gli Alchimisti del Metroidvania

Dietro Blade Chimera troviamo Ladybug, un team giapponese che ha già conquistato i cuori degli appassionati con titoli come Touhou Luna Nights e Record of Lodoss War: Deedlit in Wonder Labyrinth. Il loro marchio di fabbrica? Mappe ampie e intricate, un gameplay costruito attorno a una meccanica centrale — che sia la manipolazione del tempo o della materia — e un level design che invita all’esplorazione senza mai diventare tedioso. Con Blade Chimera, Ladybug abbandona il fantasy per un cyberpunk pulsante, che richiama i grandi classici del genere, sia videoludici che cinematografici. Protagonista di questa storia è Shin, un samurai futuristico affetto da amnesia, impegnato a fronteggiare una congrega di demoni in una Osaka che sembra uscita direttamente da un romanzo di Philip K. Dick. Il richiamo a Metroid è immediato: come Samus Aran, anche Shin parte privo di poteri, che dovrà recuperare sconfiggendo i demoni superiori. Ogni vittoria sblocca un nuovo ricordo, aprendo strade inedite e potenziando le sue capacità, dai doppi salti ai teletrasporti.

La vera protagonista del gameplay è Lux, una spada capace di manipolare il tempo. Non è solo un’arma devastante, ma anche uno strumento versatile: può difendere Shin con un campo energetico, fungere da piattaforma o persino ricreare oggetti appartenenti al passato. Questa meccanica aggiunge una dimensione tattica all’esplorazione e rende il level design ancora più stimolante, pur senza evitare del tutto il backtracking, qui gestito con misura e intelligenza.

Un ambientazione diversa dal solito

Ladybug non si è risparmiata sul fronte visivo. La pixel art è eccezionale: ambientazioni dettagliate, animazioni fluide e un bestiario che attinge al folclore giapponese, reinterpretandolo in chiave cyberpunk. Draghi baffuti, samurai non-morti, Tengu in versione sumo — ogni creatura trasuda personalità. La varietà delle ambientazioni è notevole, portandovi da templi sacri a metropoli illuminate da neon, in un crescendo di atmosfere che catturano l’immaginazione; nonostante i suoi meriti, Blade Chimera non è però privo di difetti. Alcuni nemici, pur esteticamente ispirati, offrono pattern di attacco prevedibili, e persino alcuni boss risultano meno impegnativi della media. Abbiamo riscontrato lievi ritardi nei comandi, che possono causare errori frustranti, e qualche rallentamento inspiegabile, persino in aree poco affollate. Inoltre, un bug occasionale fa sparire il pin che indica la prossima destinazione, costringendo a consultare la mappa più del necessario. Problemi minori, certo, ma che tolgono un po’ di smalto a un’esperienza altrimenti eccellente.


Diverso e imperfetto

Blade Chimera è un metroidvania che rispetta le radici del genere, arricchendole con un’ambientazione cyberpunk irresistibile e una meccanica di gameplay che sa distinguersi. Non raggiunge l’Olimpo del genere a causa di qualche piccolo inciampo tecnico e di un bilanciamento della difficoltà non perfetto, ma rimane un’esperienza da non perdere per gli appassionati, che dimostra quanto LadyBug migliori di gioco in gioco e di quanto questo studio si farà sicuramente amare nel tempo.

  • Ambientazione cyberpunk ricca e dettagliata
  • Gameplay stratificato e stimolante
  • Pixel art e animazioni di altissimo livello

 

  • Pattern di attacco nemici poco vari
  • Lievissimi problemi tecnici e bug
  • Bilanciamento della difficoltà migliorabile

 

 

 

Cathoderay - Biografia

Pare che io sia l'entropia videoludica.

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