Pubblicato il 16/01/25 da Cathoderay

Legacy of Kain™ Soul Reaver 1&2 Remastered: Ritorno tra le ombre di Nosgoth

Raziel è tornato
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Dall’oscurità degli anni ‘90 e primi 2000, dove il gaming era una fucina di idee coraggiose e sperimentazioni narrative, tornano due titoli leggendari che hanno definito il concetto stesso di “videogame narrativo”: Legacy of Kain: Soul Reaver e Soul Reaver 2, in un remaster che riesce a (quasi) far brillare ancora una volta il loro fascino immortale. Ma siamo davvero di fronte a un ritorno trionfale?

Un salto nel tempo (e nello spazio)

Impersonare Raziel – un vampiro caduto, diventato uno spirito vendicativo – significa rituffarsi in un universo gotico dove la filosofia si intreccia con la vendetta; se nel 1999 questi giochi rivoluzionarono il concetto di narrazione integrata al gameplay, oggi si rischia di restare intrappolati tra le ceneri dei vecchi fasti e i limiti di un restauro che non osa spingere oltre.

Visivamente, i remaster di Soul Reaver e Soul Reaver 2 portano il peso degli anni con grazia, ma senza miracoli: i dettagli delle texture sono stati ripuliti e i modelli hanno guadagnato un po’ di definizione, ma le animazioni mantengono quell’incedere rigido che oggi può sembrare una scelta stilistica ma che invece era semplicemente dettata dalle limitazioni del tempo; le ambientazioni gotico-distopiche, vero cuore artistico della serie, restano stupefacenti, ma il motore grafico migliorato non riesce a colmare il divario generazionale con i giochi moderni, ma che potrebbe spiegare a diverse software house come si costruisce un universo condiviso, profondo e ispirato come quello di Nosghot.

Per chi però ha amato la serie senza distinzioni, Soul Reaver 1&2 Remastered contiene tantissimo materiale bonus degno di un documentario; non solo tutte le sezioni e i livelli che erano stati tagliati sono stati ripristinati in game, ma sono completamente esplorabili anche a se stanti, per non parlare delle sezioni di immagini e bozzetti e di storia, un lavoro mastodontico che renderà i fan della saga felici.

Un gameplay intramontabile? Non proprio.

I controlli rimangono il tallone d’Achille. Anche se le impostazioni sono state ottimizzate, il passaggio tra il piano materiale e quello spirituale – meccanica distintiva del gameplay – talvolta sembra macchinoso; il platforming richiede un grado di precisione più adatto a un nostalgico degli stick analogici PS1 che a un giocatore abituato alla fluidità dei giochi attuali e questo potrebbe far storcere il naso ai giocatori e ai loro ricordi, che spesso non sono esatti, ma filtrati attraverso la memoria di pomeriggi passati ad esplorare le terre di Nosgoth.

Ma torniamo a Raziel, il nostro tormentato eroe, la cui parabola narrativamente resta un diamante: dialoghi incredibilmente scritti, un voice acting monumentale (ancora oggi difficile da superare), e un mondo di gioco che vive e respira di storia e tragedie; qui, i remaster funzionano: hanno preservato ciò che rende Soul Reaver un capolavoro, senza appesantirlo con reinterpretazioni forzate, e accorpando tutto il materiale possibile creato dagli studi di Crystal Dynamics nel suo picco creativo, mantenendo addirittura il doppiaggio italiano.

Ruggine o eleganza?

Il merito di questo remaster è essenzialmente uno: riportare sotto i riflettori un’opera che merita di essere studiata, discussa e tramandata. Tuttavia, è difficile raccomandarlo a chi non ha mai vissuto l’epopea di Raziel; per il pubblico moderno, abituato a ritmi più intensi e a dinamiche accessibili, Soul Reaver 1&2 Remastered rischia di apparire lento e troppo indulgente, appesantito dal peso degli anni passati nel dimenticatoio, un compito difficile per chi si avvicina solo ora alla saga, contando che alcuni capitoli non sono presenti, solo la grande quantità di materiale presente aiuta a immedesimarsi, non solo nella portata dei due titoli, che ai tempi catalizzarono l’intenzione di stampa e appassionati, ma anche nel trasmettere quella creatività che nel mondo dei videogiochi si è un po’ persa.

Conclusione

Nonostante i limiti tecnici e un gameplay che non ha retto del tutto il passare del tempo, la storia, l’atmosfera e il carisma ineguagliabile di Raziel rimangono al centro della scena. Questo remaster è un inno a un’epoca del gaming che osava essere diversa, e se siete pronti a immergervi nei fiumi di nostalgia gotica, vi ripagherà con un’esperienza unica: Una remastered enciclopedica che forse punta più alla conoscenza di tutto quello che hanno rappresentato questi titoli piuttosto che alla sua effettiva giocabilità. Un eco di un passato lontano che parla di uno studio che non esiste più, ma di una leggenda che rimarrà per sempre segnata nella storia dei videogiochi.

  • Quantitativo di materiale extra da Enciclopedia
  • Buona pulizia grafica
  • Doppiaggio e recitazione di altissimo livello

 

  • Un gioco figlio del suo tempo, nelle meccaniche ormai vetuste.

 

Cathoderay - Biografia

Pare che io sia l'entropia videoludica.

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