Pubblicato il 12/10/17 da Neko Polpo

Bear With Me: Episodio 3 – Crescere non è mai facile

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Eccoci infine al terzo e ultimo capitolo di questa avventura iniziata, poco più di un anno fa, grazie al talento e alla creatività dello studio croato Exordium Games. Dal momento che ho già avuto modo di parlarvi dei primi due capitoli del gioco, qui e qui, cercherò di non ripetermi, e di concentrarmi esclusivamente sugli aspetti non ancora affrontati, oltre che a dare la mia personale valutazione sul gioco completo. Mi concederò solo una brevissima introduzione e un altrettanto breve recap per chi non avesse voglia di cliccare su quei due link. Ma se avete già letto le precedenti recensioni, o, meglio ancora, se avete già giocato i primi due capitoli, potete tranquillamente saltare le prossime righe.

La sparatoria tra poliziotti e mafiosi si conclude con una carneficina… Batuffoli di lana escono dai corpi sventrati dei peluche.

Bear with Me è un’avventura grafica in 2D con un setting noir hard boiled che ha per protagonisti Amber Ashworth, una ragazzina di 10 anni, e il suo orso di peluche Ted E. Bear, detective alle porte della pensione che verrà coinvolto da Amber nell’ultimo caso della sua carriera: la ricerca di Flint, fratello scomparso della ragazza, e il mistero del Rosso, pericoloso piromane che si aggira per Paper City, la città immaginaria da lei creata nei suoi giochi infantili. Nelle ultime battute del precedente capitolo, il nostro amato Dynamic Duo si era sciolto, e Amber aveva deciso di continuare la sua indagine in solitudine.

Proprio per questo motivo, in questo nuovo capitolo inizieremo giocando Amber e Ted separatamente: la ragazza è sulle tracce del Rosso, mentre il nostro detective di peluche preferito si lascerà presto convincere a non abbandonarla, e si metterà alla sua ricerca. Una differenza che salta subito all’occhio in questo capitolo rispetto ai precedenti è lo svolgimento molto più story-driven del gameplay: i puzzle da risolvere sono relativamente pochi e si trovano in aree molto circoscritte della mappa, in modo che il giocatore sia portato a seguire i binari della storia in maniera abbastanza lineare, senza “perdere” troppo tempo a risolvere enigmi, cercare oggetti ed elaborare complicate soluzioni. Insomma, la componente in stile graphic novel è ancora più accentuata rispetto agli altri capitoli – soprattutto al primo.

Amber e il Rosso, finalmente alla resa dei conti.

Se il numero dei puzzle è minore, non lo è però la loro difficoltà! Nonostante i suggerimenti, decisamente non-velati, dei nostri protagonisti, alcuni puzzle rappresentano una vera e propria sfida all’ingegno, con risultati che arrivano a rasentare la frustrazione. La prima scena del gioco (che ho soprannominato Nord Sud Ovest Est, per via dell’enigma legato ai punti cardinali), ad esempio, mi ha messo di fronte a un rompicapo così difficile che per lunghe ore ho temuto di non riuscire a proseguire e giocare l’ultimo capitolo! E se l’ho risolto, è stato per pura fortuna solo grazie al mio acume!

Superati questi “punti critici”, tuttavia, la storia prosegue in discesa e senza grossi intoppi. Ed è una storia godibile, sempre ironica grazie ai commenti di Amber e Ted, ma, in questo capitolo, si vela di una malinconia e di un’amarezza che in precedenza erano solo accennate. Amber sta crescendo: si prepara a confinare tutta Paper City, Ted compreso, nei ricordi, e l’epilogo di questa vicenda, in cui la realtà del mondo in cui vive Amber e la metafora del mondo da lei creato sono così strettamente collegate, non può che essere scontato. Tutto è narrato in modo delicato, persino commovente. Verso la conclusione della storia, l’atmosfera noir che ha caratterizzato tutti gli episodi lascia il posto a toni più inquietanti, quasi horror, con le ultime sequenze che si svolgono nella psiche e nei ricordi di Amber, e che svelano infine il mistero di Flint e del Rosso: un mistero tragico, lontanissimo dall’ironia dei precedenti capitoli. La metafora di Paper City, creata da Amber, acquista un senso per il giocatore nel momento in cui la ragazza è finalmente pronta a lasciar andare l’infanzia e proseguire il cammino della vita.

Mentre la realtà prende il sopravvento sulla fantasia, nel gioco arrivano i colori.

Difficile trovare qualche serio difetto nel gioco.

È del tutto assente l’aspetto RPG, che era stato introdotto nel secondo capitolo: non solo in questo ultimo episodio non viene proposta alcuna scelta, ma anche le scelte fatte nei precedenti capitoli si rivelano, sostanzialmente, del tutto prive di peso, e non influenzano minimamente la trama. Questo non è necessariamente un difetto, ma mi domando, dopo aver completato il gioco, se non fosse stato meglio tralasciare del tutto questa componente, invece che inserirla senza però darle una specifica funzione nel gameplay.

Ho riscontrato inoltre qualche piccola incertezza nelle fasi finali del gioco, quando l’inventario diventa del tutto inutile ai fini del gameplay, ma rimane lì, a disposizione del giocatore, che, provando a usare alcuni oggetti, vedrà comparire messaggi di errore che infrangono il pathos del momento: nelle scene finali, togliere la funzione inventario sarebbe stata la scelta più logica.

Il nostro Dynamic Duo finalmente riunito! O no…?

In conclusione, vale la pena di acquistare i tre capitoli di Bear with Me? Per quanto mi riguarda, assolutamente sì. Non solo si tratta di una bella avventura grafica, ma anche di un titolo realizzato magistralmente, con un setting originale e intrigante, una trama interessante, una sceneggiatura eccellente e uno stile personale che, al momento, lo rende un unicum nel panorama videoludico, una piccola chicca che gli amanti del genere sapranno di sicuro apprezzare.

 

crescere non è facile

graphic novel

 

  • Story-driven
  • Finale altamente emozionale

 

  • Enigma Nord Sud Ovest Est

 

NekoPolpo - Biografia

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