Pubblicato il 13/10/23 da Jacopo Ambaglio

Baldur’s Gate 3 – Recensione

I calci in culo all'asticella che ha dato Baldur's Gate 3 fanno ancora male.
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Ogni tanto arriva quel videogioco che fa la storia. Non tanto per tematiche, trama, essere indimenticabile, essere perfetto, “da 10”, tutte cose che magari sarebbe anche ora di lasciarci alle spalle, semplicemente quel titolo con il quale, all’interno di un genere, tutti sanno bene che da quel momento in poi toccherà raffrontarsi a lui.
Larian Studios con Baldur’s Gate 3 l’ha fatta abbastanza grossa, perché quel genere è il gdr.

Baldur’s Gate 3 – Trama e gameplay

Dividere la trama di Baldur’s Gate 3 dal suo gameplay è impossibile.
La razza Illithid ha invaso il piano materiale su di un gigantesco Nautiloide con l’intento di rimpolpare l’esercito. Il mezzo per farlo è rapire gli abitanti dei Forgotten Realms, innestare in loro un girino e chiuderli in capsule d’incubazione foraggiando la trasformazione in Mind Flayer. Una volta creato il nostro personaggio partirà proprio da qui l’avventura: la nostra capsula si aprirà e ci ritroveremo a terra, frastornati, cercando di capire il da farsi.
La sezione all’interno della nave servirà ai giocatori per prendere confidenza con quasi tutte le meccaniche principali, dai dialoghi, ai tiri salvezza, ai tiri abilità, per arrivare al sistema di combattimento, ma è dallo schianto, ovviamente, che partirà davvero il gioco.
“Scesi” dalla nave ci ritroveremo al primo dei 3 atti che comporranno la storia principale: trovare un modo di liberarci del girino, scopriremo ben presto che il nostro personaggio e i primi compagni incontrati sulla nave non sono certamente gli unici infetti.

Da questo momento in poi una grossa mappa ci si parerà davanti e il mondo sarà la nostra ostrica. Il lavoro narrativo di Larian è stato tale da sbattere Baldur’s Gate 3 in copertina di un ipotetico manuale: “come si costruisce un gdr”. Ogni dialogo, ogni scelta e ogni azione che compiremo lungo il viaggio sarà un tassello di costruzione per il mondo che plasmeremo. Dimenticatevi beatamente ogni open world nel quale si scalano le cime di gruppi o fazioni una dopo l’altra: in Baldur’s Gate 3 aiutare una di 2 fazioni rivali significa, nel peggiore dei casi, dover massacrare quella opposta, con tanto di personaggi principali reclutabili nel mezzo. Dimenticatevi anche del fatto che il gioco sia diviso in atti: certo, c’è una sottotrama principale che ci guiderà verso la fine del gioco e partiremo dal proverbiale punto A per arrivare all’altrettanto proverbiale punto B, ma tutto quello che faremo in mezzo a questi 2 punti cambierà a tal punto il mondo di gioco negli atti successivi che difficilmente ogni partita sarà uguale alla precedente.

Una campagna di D&D

Come ormai sanno anche i forzieri “lucchettati”, Baldur’s Gate 3 segue, come regolamento, il manuale del giocatore della quinta edizione di Dungeons and Dragons, cosa che non potete capire quanto mi renda felice, visto che non si deve più tirare un dado anche per annusare l’aria. Passeggiando per i Forgotten Realms ci ritroveremo principalmente 2 tipi di tiro di dado: quelli automatici in background e quelli a schermo. I primi saranno prove di sopravvivenza, intuizione e tiri salvezza automatici che compariranno sopra le teste dei personaggi senza interrompere il flusso di gioco: notare un passaggio nascosto o della terra smossa con sotto un eventuale forziere, un tiro salvezza su destrezza per evitare o dimezzare i danni una trappola che non abbiamo notato, un’intuizione o una conoscenza per avere maggiori informazioni e potere di trattativa in un dialogo e via dicendo. I secondi, quelli davvero interessanti, appariranno sottoforma di un vero e proprio dado da venti da lanciare con sotto i vari “modificari” (negativi o positivi) a seconda di statistiche, bonus o malus del nostro personaggio in quel momento: ingannare, persuasione, scassinare e così via anche qui. Il tocco magico dello studio Larian sta proprio nei tiri di dado: ci sono state varie trasposizioni videoludiche di D&D nel tempo, ma mai il d20 ha davvero comandato come in Baldur’s Gate 3. Non solo, con un giusto dialogo e qualche tiro più o meno fortunato si possono vincere interi combattimenti e risolvere intere questline, ma a combattimento in atto, con una prova di forza o destrezza azzeccata, si può shottare il boss dei nemici con una sola mossa, magari spingendolo giù da un dirupo dopo essersi avvicinati con lo stealth. Un level design azzeccattissimo e parecchio verticalizzato, con barili esplosivi, scarpate, pozze di lava e massi pericolanti, fa davvero utilizzare il cervello prima della forza bruta, prediligendo posizionamenti e intuizioni prima dei classici tiri per colpire fortunati (beh, poi certo, ci sono anche quelli, tipo i miss di Gale. Non lo sopporto più).

Tutto questo ha un rovescio della medaglia, ma non lo stiamo intendendo come lato negativo del gioco. La grande libertà offerta da Bg3, sia come combat system che come costruzione delle build, doveva per forza di cose avere dei freni e questi freni si chiamano nemici. Tutto quello che potete fare voi lo possono fare anche i vostri avversari e il famoso dirupo citato poc’anzi, con un brutto posizionamento a inizio combattimento, potrebbe tranquillamente essere sotto i vostri piedi. In generale, anche a “normale”, la difficoltà dei combattimenti sarà tarata abbastanza verso l’alto e almeno finché non sarete minuzionasamente inseriti in ogni piccola sotto meccanica del titolo non avrete vita facile. I nemici, a seconda del loro livello d’intelligenza, potranno essere letali, bersagliando quasi sempre il membro del party che bersagliereste anche voi in quel momento, arrivando addirittura a sacrificare qualche turno per posizionarsi in maniera ottimale. La raccolta virtuale d’informazioni sul combattimento in atto da parte degli antagonisti è facilmente intuibile soprattutto quando in zona è presente un buon numero di elementi da tenere in considerazione, tra porte, piattaforme elevate, pozze e barili: ci sono dei veri e propri blocchi nel turno nel quale l’intelligenza artificiale sta ragionando, ma contate che Larian ha imposto un limite di tempo alla cosa quindi, dopo un determinato lasso di tempo, il nemico agirà e nel caso commetterà un mezzo strafalcione. Comunque anche i loro tiri sono tarati verso l’alto visto che i “eh va beh, mi ha preso, che culo” si sprecano proprio.
Infatti dopo un certo livello, il modo migliore di iniziare un combattimento, se vedete dei nemici da lontano, è una bella palla di fuoco in mezzo alla mucchio per cogliere di sorpresa e smezzare tutti, strategia che ho battezzato “l’unico motivo per il quale ho finito tutto con Gale nel party”.

Baldur’s Gate 3: il gioco al quale toccherà raffrontarsi da oggi in poi

Il vero problema di tutto quello descritto brevemente fin’ora, che poi non è un problema dei giocatori, ma degli sviluppatori da oggi in avanti, è che si sono toccati e superati diversi apici di costruzione di un gdr. La narrativa di Baldur’s Gate 3 è talmente profonda da farci scervellare sul come Larian sia riuscita a gestire (bene) una cosa del genere. Mi spiace quasi tornare ancora a parlare dei combattimenti, che sono solo uno dei suoi straripanti pregi, ma anche solo il fatto che lanciarsi addosso un “Parlare con gli animali”, dialogare con dei ragni in una fossa all’accampamento goblin e convincerli che i goblin sono più buoni da mangiare di noi, portandoli dalla nostra parte durante quella sezione di gioco, fa capire quanta costruzione del mondo ci sia stata e potenzialmente quante ore si possano passare a pianificare un singolo fight prima di partire all’attacco, quando le parole non bastano più.

Un altro “problema” è che ogni dialogo, ogni possibile romance, ogni rivalità, ogni cutscene è così ben scritta e apre così tante porte a quest secondarie e modifiche al mondo di gioco che dopo una ventina di ore, quando sarete ancora all’inizio del primo atto, probabilmente vi dimenticherete di avere un cucciolo di Mind Flayer che vi sta rosicchiando il cervello e quando apparirà qualche quest riguardante una possibile cura esclamerete “ah sì, c’è anche quella roba lì”.
Ecco, a proposito di “quella roba lì”, non è che dovete per forza toglierlo, lo potete anche abbracciare. Un vantaggio che Larian offre ai giocatori è che trovando in giro esemplari di girini potrete sbloccare il potenziale del vostro, facendogli infettare arbitrariamente varie aree del cervello per ottenere in cambio interessantissimi bonus e poteri, per il prezzo da pagare, boh, ma sì, si vedrà!

Il 2023 è stato un anno assurdo per i videogiochi e in particolare per i gdr, soprattutto nel periodo estivo, tra Baldur’s Gate 3, Starfield e il più che sorprendente Sea of Stars, ma nonostante sia diventato un fan accanito del nuovo gioco Bethesda in tempo zero, a mio modesto avviso, se Bg3 non vince il goty a mani basse qua c’è qualcosa che davvero è andato storto.
Quindi niente, compratelo, giocatelo, godetevelo, usatelo per imparare a giocare a D&D, fate quello che volete, ma date una possibilità al nuovo predatore alfa degli RPG.

  • Narrativa mai vista
  • meccaniche impressionanti
  • world building magistrale, combattimenti impegnativi e avvincenti

 

  • Gale che continua a missare
  • il mio druido sembra il nonno di Heidi
  • Shadowheart disapproves che neanche Morrigan

Ipah - Biografia

Aspetta, faccio la presentazione standard da recensore navigato. Cresciuto coi videogiochi che quando ho cominciato io proprio levati, si giocava a Pong coi sassi. L'abilità videoludica di Faker unita al senso critico di Matt Preston.

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