Asterigos: Curse of the Stars è la prima fatica di Acme Gamestudio e ci porta in un mondo dalla chiara ispirazione greco-romana dove dovremo scoprire i segreti di un’antica civiltà maledetta.
Asterigos: Curse of the Stars – “6 armi, più che sufficienti…”
In questo Action RPG vestiremo i panni di Hilda, una giovane guerriera di una terra del nord che, in una missione in cerca del padre scomparso, dovrà esplorare le misteriose e antiche terre di Aphes, una città rimasta colpita da una maledizione chiamata Asterigos.
Il gameplay del titolo offre delle basi molto semplici, avremo a disposizioni tutte e 6 le armi (che fungeranno praticamente da classe, dato che saranno una per tipo) praticamente da subito, e potremo equipaggiarne due alla volta, selezionando quindi una per il tasto di “attacco principale” e uno per il “secondario”, senza però alcuna variazione di animazioni o danno al di fuori del tasto di esecuzione scelto. Per quanto riguarda i moveset invece, per quanto siano un po’ legnosi, si dimostrano abbastanza pratici e ben pensati, soprattutto nella possibilità di concatenare le due armi equipaggiate, dando così modo di sfruttare a pieno i differenti stili offerti: per esempio, equipaggiando il bastone magico e la spada e scudo per tutto il tempo, ho avuto la possibilità di attaccare frontalmente e parare con quest’ultima fino a quando non avevo necessità o voglia di colpire a distanza, dopodiché passare velocemente al bastone il quale, usandolo in mezzo a una combo dell’altra arma, può eseguire un attacco che ci farà allontanare velocemente dal nemico.
Per arricchire inoltre il gameplay di Aterigos: Curse of the Stars c’è anche la meccanica dei talenti. Salendo pian piano di livello potremo sbloccare vari potenziamenti, che si divino in abilità attive (come la possibilità di sferrare 4 attacchi col bastone invece di 3), incrementi passivi di parametri (come per esempio i punti vita) e specialità, ovvero dei bonus che però richiedono un piccolo pegno in cambio (la corsa consuma meno stamina ma è più lenta), oltre che poter potenziare le nostre sole 3 stastiche: Attacco, Costituzione e Arcano. In questo modo potremo costruire per bene una build e proseguire con i vari potenziamenti per le nostre armi e strategie preferite senza però complicarti troppo la vita con calcoli cosmici per l’ottimizzazione perfetta. Purtroppo però non è tutto rose e fiori, perché seguire una costellazione (l’albero delle abilità) concentrandoci su una determinata arma, compreso di potenziamento dal fabbro, ci impedirà a livello ideologico di utilizzare altre armi, togliendo così un’eventuale possibilità di cambio di stile tra i vari momenti di gioco (a meno che non vogliate stare a farmare e grindare per avere tutte le abilità e tutti i potenziamento a un livello equo e sufficientemente alto, sia chiaro).

Siccome non potremo avere altri tipi di armi al di fuori di quelle già presenti nel nostro arsenale, anche la selezione degli attacchi elementali è semplificata, infatti avremo a nostra disposizione un oggetto di nome Incantite la quale permetterà di, come da nome, incantare le nostre armi con i vari elementi che troveremo. In questo modo potremo quindi utilizzare a nostro vantaggio le varie debolezze elementali dei nemici senza aver bisogno di trovare l’arma giusta ne preparare build specifiche per determinati elementi, dato che sarà tutto correlato alla statistica di attacco e potremo cambiare elemento anche in mezzo al combattimento.
Il livello di difficoltà del titolo è molto ottimale. È possibile selezionare 3 livelli di difficolta, dai nomi abbastanza esemplificativi: Storia per godersi la trama senza difficoltà di sorta, Avventura per avere un’esperienza equilibrata e Sfida per testare le proprie abilità nei combattimenti del titolo. Provandolo a difficoltà Avventura non mi sono mai trovato a situazioni descrivibili come scorrette o mal bilanciate, ma neanche troppo semplici e leggeri; una volta compreso come funziona il combattimento e con la giusta pazienza è possibile superare praticamente qualunque cosa imposta da Asterigos, ricordandosi però di non abbassare troppo la guardia. Nel caso dovessimo soccombere ai vari pericoli che incontreremo, nessun problema, dato che perderemo un po’ della valuta raccolta (polvere di stellite) e ricominceremo dall’ultimo checkpoint a cui avremo interagito, che prende la forma di una fontana magica dove potremo riposare e, nelle parti più avanzate del gioco, anche teletrasportarci.

Asterigos: Curse of the Stars – “Mille anni al mondo, mille ancora…”
Asterigos è il nome della maledizione che ha colpito Aphes per moltissimi anni e che ha portati i suoi abitanti a una situazione dove sono impossibilitati a invecchiare, a costo però di essere totalmente dipendenti dalla stellite, che ha iniziato anche a diventare parte del loro essere. Infatti ogni volta che uccideremo un nemico, il suo cadavere non rimarrà a terra ma si dissolverà in polvere di stellite.
Tutto questo è solo un esempio di come è stata costruita l’ambientazione di Asterigos: Curse of the Stars, che potremo approfondire nel suo intero in diversissimi modi, attraverso dialoghi, documenti sparsi, missioni secondarie oppure tramite pietre eco, in un mondo che ha sì un’ispirazione greco-romana, ma che si tratta comunque di un qualcosa di originale e che aspetta di essere scoperto piano piano sia da noi che da Hilda, proveniente invece da una terra lontana, dall’ispirazione più norrena e dunque, come noi, completamente estranea e all’oscuro di tuto ciò che riguarda Aphes.

Le informazioni riguardanti praticamente ogni cosa che gira intorno al mondo di gioco sono veramente numerose, arrivando anche a poter diventare piuttosto pedanti per alcuni giocatori, ma fortunatamente non solo sono secondarie, ma possono anche essere consultate tutte in un secondo momento attraverso il menù apposito o alcuni NPC.
Le varie personalità, di Aphes o meno, sono inoltre tutte molto colorite e con varie personalità che, seppur semplici, ravvivano un po’ l’ambiente quando non saremo in combattimento. Ed è possibile anche seguire le loro richieste con le molte sidequest che Asterigos: Curse of the Stars ci offre. Quasi ogni NPC ha una sua questline, ed possibile ottenere oggetti e potenziamenti unici, oltre che informazioni interessanti, ogni volta che le completeremo. Questo ci dà anche una motivazione per esplorare a pieno le mappe, in varie sezioni di backtracking che premieranno sempre chi ha la pazienza di intraprenderle.

Conclusione – Un gioco piacevole, che vuole il suo tempo
Asterigos: Curse of the Stars si rivela così un titolo molto valido, con un estetica molto gradevole e un gameplay semplice ma solido, e che offre diverse ore di divertimento, con però una piccolo elemento che può essere visto come pregio o come difetto a seconda dei punti di vista: la lunghezza.
Il titolo offre una quantità titanica di cose da fare, tra trovare i vari documenti, a fare le missioni secondarie e così via, in un modo però che può diventare abbastanza tedioso, dato che ci verranno date pochissime informazioni su dove andare e cosa fare, non si capisce a pieno quando un obiettivo è stato raggiunto, e che richiede di passare anche molte ore chiusi nella stessa zona (anche se ovviamente è possibile saltare tutto quanto e concentrarsi sono sulla trama principale).
Con anche la limitazione di dover farmare per potenziare tutte le armi e le abilità, e con il fatto che il teletrasporto e il respec si sbloccano molto tardi, il titolo rischia di diventare ripetitivo e monotono se preso in maniera sbagliata. D’altro canto però, con la pazienza giusta, può rivelarsi un bel titolo indie in grado di pareggiare anche i titoli AAA.
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