Un mondo cupo, letale e pericoloso, dove fin dal primo momento dovremo sudare e impegnarci per proseguire. Così si presenta Moonscars, il metroidvania con elementi souls-like sviluppato dallo studio indipendente di Black Mermaid.
Moonscars – Una luna di sangue e argilla
Fin dai primi momenti potremo notare il particolare stile artistico di Moonscars, un mondo in pixelart dove domina completamente il grigio e il nero, con qualche spruzzo di rosso accesso. Un’ambientazione che si sposa molto bene con i temi presenti nel titolo, del suo regno in decadenza e della piaga che sta affliggendo queste creature composte da argilla, di cui la protagonista, Grey Irma, dovrà portare il fardello perdendo il proprio corpo di carne e diventando temporaneamente una “clayborne” per superare le sfide della sua quest.
Questa situazione a livello di gameplay ci spiegherà come potremo morire e risorgere, grazie al fatto che perso un corpo verrà creato un sostituto per continuare. E qua si trova anche il lato souls-like del titolo, infatti durante l’avventura raccoglieremo diverse polveri d’osso che verranno usate come valuta generale per quasi ogni cosa, e ogni volta che ci ritroveremo a soccombere al nemico, dovremo andare a raccogliere tutte le ceneri che si saranno depositate nel punto di morte, le quali saranno perdute nel caso dovessimo perdere un’altra vita prima di raccoglierle, cosa che scoprirete molto presto, perché in Moonscars si muore un sacco.
Il titolo ha una difficoltà veramente brutale, e il minimo errore può portarci alla sconfitta. A nostro vantaggio abbiamo un’ottima reattività nei comandi e una generosissima finestra di parry il quale, una volta imparato e compreso, sarà la nostra più grande salvezza, siccome saremo invincibili durante l’animazione di risposta e faremo molto danno.
Come se non bastasse, ad aggiungersi a tutta la difficoltà, ogni volta che moriremo la luna diventerà rossa e tutti i nemici verranno potenziati. Per evitare questa pessima situazione, è possibile compiere un rituale particolare che farà calmare la luna al costo di una “Ichor Gland”, che purtroppo è piuttosto rara e dovrà essere utilizzata anche come valuta per alcuni oggetti speciali, e dato che basta una singola morte per tornare alla condizione di luna rossa, è praticamente uno spreco utilizzare una ghiandola per questo rituale.
Per il resto, il combattimento è piuttosto semplice e immediato, abbiamo una sola arma principale con la quale potremo fare attacchi veloci oppure caricare un colpo più lento ma che può spingere più lontano il nemico, potremo compiere degli animation canceling in qualunque momento per interrompere la combo e poter fare parry o schivare (durante la quale saremo invincibili). Come ulteriore possibilità di offensiva abbiamo anche delle magie, che sbloccheremo tramite un’albero delle abilità che chiederà in costo polveri d’osso e che consumeranno “Ichor”, una sorta di mana che ci servirà anche per curarci e che si ricarica colpendo i nemici, esattamente come l’anima di Hollow Knight, con la particolarità però che utilizzando una magia, il mana consumato verrà segnato in nero, e quella porzione può comunque essere usata per curarsi, facendo sì che sia possibile lanciare magie senza aver paura di non potersi curare, prestando però attenzione che la cura consumerà “Ichor” in ogni caso e non lascerà alcun residuo per lanciare incantesimi.
Infine è possibile utilizzare una tra diverse armi speciali, le quali avranno ovviamente capacità combattive diverse e offriranno anche diversi buff, come una maggior quantità di vita o “Ichor”. Potremo dunque scegliere tra arpioni, martelli, lance e altro, tutte con animazioni meravigliose che mostrano il punto di alto dello stile artistico di Moonscars, e che potremo cambiare ogni volta che sbloccheremo un nuovo Checkpoint.

Moonscars – Esplorazione in scala di grigio
Passiamo ora alla parte metroidvania del titolo, infatti tutto il combattimento qua sopra spiegato dovrà essere applicato in un contesto di mappa 2D non lineare, con diverse piattaforme e situazioni in verticale.
Il platforming è abbasta basilare e semplice, potremo schivare in aria per spostarci velocemente e raggiungere punti distanti, e siccome la protagonista è in grado di aggrapparsi facilmente ai bordi, oltre che eseguire dei wall jump, queste sezioni non saranno mai un problema.
Un po’ limitante invece è l’interazione con nemici volanti, siccome non potremo colpire in direzione verticale, saremo portati ad usare attacchi in salto o costretti a imparare una specifica magia utile in queste situazioni.

Durante la nostra esplorazione potremo trovare diversi oggetti nascosti, molto spesso buone quantità di polveri d’osso, ma anche oggetti chiave per quest secondarie, potenziamenti e amuleti, con questi ultimi equipaggiabili fino a un massimo di 3 alla volta e che offrono dei buoni buff passivi, partendo da un semplice aumento della distanza di lancio dei nemici colpiti, fino ad arrivare al ripristino degli hp in caso di parry eseguito correttamente.
Continuando a sconfiggere nemici, otterremo diversi bonus passivi minori a statiche come la percentuale di critico o la quantità di cura, che saranno cumulabili più “livelli” completeremo ma che purtroppo saranno temporanei e perderemo in diverse occasioni, tra cui la morte.
Per aiutarci a muoverci nel mondo di Moonscars potremo ovviamente teletrasportarci tra i vari checkpoint, che in questo gioco hanno la forma di specchi oscuri, e potremo farci portare all’hub centrale, dove incontreremo i vari npc del gioco e i mercanti. Prestate attenzione però, perché una volta scoperto un nuovo checkpoint, perderemo i potenziamenti passivi sopracitati e l’arma secondaria, che verrà data in mano a un doppleganger che si genererà sul punto di checkpoint e che dovremo affrontare per riprenderci l’arma e nel caso sostituirla.
Conclusione – Un bilanciamento strano
Moonscars quindi è un titolo molto divertente da giocare soprattutto per chi cerca una sfida veramente tosta, con un’estetica molto ben lavorata che nonostante i pochi colori è in grado di mettere in chiaro i vari elementi a schermo (a costo di aumentare la luminosità dello schermo) ma che ha una struttura molto fragile per quanto riguarda un bilanciamento che, fortunamente, sta venendo pian piano aggiustato con varie patch, che hanno risolto anche pesanti problemi tecnici che (almeno nella versione giocata per la recensione, quella per Nintendo Switch) causavano diversi statter e persino l’impossibilità del titolo di essere completato a causa di repentini crash durante lo scontro finale. Ma sono ancora presenti alcuni disturbi causati dal bilanciamento.
Per tutto il titolo verremo sconfitti in 2 colpi ad ogni occasione nonostante la raccolta di miglioramenti per la vita, che toglie così qualunque sensazione di progresso, dato che i potenziamenti non ti fanno effettivamente sentire più forte, ma semplicemente di fa tornare ad essere mediamente debole nella nuova area dove i nemici saranno più forti. Tranne che per un amuleto: la “Statue Gemstone”, acquistabile dal mercante dell’hub principale, che ridurrà la nostra velocità di movimento di poco (in alcune sezioni platform dovremo rimuoverlo per superarle) e di attacco, ma in compenso otterremmo un bonus della difesa veramente imponente, che fa fare il giro completamente opposto alla difficoltà facendo risultare il titolo anche piuttosto facile.
Le boss fight sono piuttosto frustranti, con una pedante ripetizione della meccanica di sdoppiamento, dove a un certo punto il boss si moltiplicherà in diverse entità con le stesse abilità oppure evocherà un secondo nemico che attaccherà in maniera sconnessa e spesso a inseguimento.
Infine, per quanto l’esplorazione ricompensa sempre in qualche modo, i vari reward che si ottengono setacciando ogni singolo angolo saranno fin troppo spesso solamente polveri d’osso oppure il collezionabile del titolo, dei pezzi di orecchino, cercabili da un certo punto del gioco e che, nel caso non li si voglia cercare tutti, fanno scemare la voglia di esplorare dato che quell’oggetto che hai notato con la coda dell’occhio sarà sicuramente un’orecchino, invece di un essere un potenziamento utile.
Si spera dunque che il titolo venga ribilanciato per il meglio, permettendo così di mostrare tutta la sua buona potenzialità.
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