Pagan: il Fato di Roanoke – L’asimmetria vincente
Pagan: il Fato di Roanoke è un titolo che ha catturato istantaneamente la mia attenzione per due fattori principali: essere un gioco asimmetrico, ossia un gioco dove i giocatori non hanno a disposizione le stesse risorse iniziali e possono compiere azioni diverse ed esclusive e di essere un titolo pensato esclusivamente per due giocatori. A lato, come altro punto sicuramente che non mi ha lasciato indifferente, c’è quello di essere un gioco di carte con dietro un po’ di deckbuilding, se si ha voglia di ottimizzare il proprio mazzo.
Grazie a Lucky Duck Games Italia, quindi, Pixelflood è riuscita ad entrare in possesso di una copia per potervi spiegare perché Pagan: il Fato di Roanoke è un titolo che fa della sua asimmetria un punto vincente.
Meccaniche e Dinamiche – Deduzione e pianificazione
Pagan: il Fato di Roanoke è ambientato a Roanoke, che storicamente fu il primo tentativo da parte degli Inglesi di creare un insediamento permanente negli Stati Uniti. La sua storia è piena di mistero poiché, all’improvviso, dopo un lungo viaggio per tornare alla colonia, gli Inglesi non ritrovarono più alcun residente della colonia, che era quindi disabitata. Questo mistero, quindi, ha alimentato la fantasia di molti, tra cui i designer di questo gioco, che hanno pensato di fare in modo che i giocatori vestano i panni di una Strega, con l’intento di creare un rituale che porti Roanoke alla rovina, e un Cacciatore di streghe, che dovrà porre fine a tutto questo.
Tutto il gioco ruoterà quindi intorno a queste due figure contrapposte che porteranno avanti i loro piani sfruttando ed interrogando gli abitanti di Roanoke tra cui, però, si cela la vera identità della Strega, che viene assegnata al giocatore ad inizio partita pescando da un mazzo che rappresenta tutti gli abitanti della colonia.
Il giocatore Cacciatore avrà quindi lo scopo di rivelare l’identità di tutti gli abitanti della colonia al fine di individuare la Strega o dovrà ucciderla, ponendo fine alla vita del colono che ritiene essere la Strega. Se ucciderà per 3 volte un colono sbagliato, però, sarà la Strega ad avere la meglio, in quanto sarà riuscita a distinguersi tra i cittadini in maniera ottimale. Se la Strega riuscirà a portare a termine il suo rituale, ovviamente, sarà il giocatore che ne veste i panni ad avere la meglio.
Cacciatore e Strega avranno carte specifiche ed uniche a contrapporsi, così come azioni specifiche: se da un lato la Strega potrà usare le pozioni, dall’altro il Cacciatore potrà contare sull’aiuto di personaggi che, previo pagamento, gli conferiranno vantaggi per le sue indagini.

Tutto il gioco, quindi, turno dopo turno, è un continuo lavoro di deduzione, depistaggio e molta pianificazione poiché entrambi i giocatori possono compiere, ogni turno, un numero molto limitato di azioni: poter ottimizzare queste azioni per ottenere il massimo del risultato è uno dei punti chiave su cui i giocatori dovranno in fretta capire come muoversi per riuscire a vincere.
Nonostante il gioco richieda un po’ di tempo per essere compreso, più che altro per il numero di azioni specifiche che devono essere imparate dai giocatori, i turni scorrono piuttosto rapidi e lineari. Il tempo di setup è contenuto, al netto poi di dover leggere le eventuali carte Scenario presenti nel gioco, che andranno a cambiare leggermente le regole, aumentando però la profondità e la rigiocabilità del titolo e, specialmente nelle prime partite, dandovi la possibilità di addentrarvi per gradi nella complessità che Pagan: il Fato di Roanoke, può offrirvi.
La componentistica è molto buona, con tabelloni in cartone rigidi e ripiegabili e le carte con effetto telato, di una buona grammatura. Vi consiglio comunque di imbustare le carte, se volete evitare che i bordi si frastaglino a furia di mescolarle. L’ergonomicità non è male, anche se avrei preferito un po’ di spessore in più nei gettone azione, in modo che fosse più facile prenderli in mano per posizionarli dove necessario (ma questo può essere anche dovuto al fatto che ho delle mani da orco).
La direzione artistica, invece, è di buon livello, con illustrazioni molto curate e d’effetto che sicuramente si sposano bene con la tematica e il tono del gioco.
Pagan: il Fato di Roanoke – Un ottimo asimmetrico
In definitiva, Pagan: il Fato di Roanoke rappresenta un ottimo asimmetrico per due giocatori, che comunque sono merce rara in questo periodo. Mi sento di consigliarlo a tutti coloro che cercando un titolo altamente rigiocabile, con una buona curva di apprendimento e che vi permetterà di provare meccaniche e dinamiche che non si trovano facilmente all’interno di un gioco di carte.
Esistono svariate espansioni che aumenteranno considerevolmente la replay value e che vi daranno molte altre possibilità in termini di deckbuilding.
See you, Game Cowboys!
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