Primo Player, un nuovo modo per raccontare il videogioco alla vecchia maniera.
In un’epoca in cui l’informazione viene divulgata principalmente tramite i portali online, un gruppo di amanti di videogiochi ha deciso di andare controcorrente e di dare vita, grazie al sistema print-on demand di Amazon, un progetto piuttosto ambizioso che si rifà ad un passato ormai per la maggior parte perduto. Primo Player nasce infatti come rivista cartacea mensile realizzata con cura certosina da appassionati per appassionati, ricca di succose recensioni di titoli appena usciti, rubriche che esplorano gli indie in arrivo e un’immancabile sezione dedicata ai retrogame che hanno fatto la storia. Rimanendo davvero sorpreso dalla buonissima qualità del prodotto realizzato da questo team, animato da un amore sincero verso il nostro medium preferito, ho deciso di contattare Sandro Prete, editor in chief del magazine, per porgli alcune domande e saperne di più. Sandro, con molta gentilezza, ha risposto prontamente a tutte le mie curiosità, permettendomi di realizzare l’intervista che trovate di seguito.
1. Come è nata l’idea di Primo Player?
S: “Ciao e grazie per l’intervista e di darmi l’opportunità di far conoscere Primo Player anche ai vostri lettori. L’idea nasce principalmente dalla passione mia e di mio fratello Francesco – poi abbiamo contagiato anche altri nostalgici – per i videogame e il modo di come venivano raccontati al tempo della carta. Leggevamo tantissime riviste. Un giorno chiacchierando con Francesco gli racconto che una “fanzine”, “Passione Amiga” era in vendita su Amazon. Abbiamo approfondito meglio la questione e abbiamo scoperto il mondo di KDP e dell’autopubblicazione con Amazon, dove quest’ultimo si occupa di vendere, stampare il prodotto e del customer care. Perché non provare? E allora abbiamo iniziato a coinvolgere vecchi amici, qualche collega di lavoro per mettere in piedi un primo numero. Lo stile grafico è volontariamente e involontariamente un omaggio alle vecchie riviste ma con gli occhi di oggi.”
2. Parlaci della redazione. Siete giornalisti o semplici appassionati che hanno voglia di raccontare al meglio la loro passione?
S: “In generale siamo semplici appassionati, con qualcuno che lo fa di lavoro, ma principalmente su altri temi non connessi necessariamente al videogioco. Sono contento perché siamo eterogenei, ognuno riesce a coprire vari generi diversi, e culturalmente siamo sparsi in giro per l’Italia e anche oltre. L’età anche è molto ampia e si va da chi non ha vissuto le riviste e quindi, per me, è molto giovane, a chi invece ci è nato con le riviste e adesso ha superato la cinquantina.”
3. Qual è l’obiettivo che vi siete posti col vostro progetto?
S: “L’obiettivo è sempre stato creare un prodotto che coprisse il videogioco a 360 gradi. Quindi non solo recensioni di giochi moderni, ma anche indie, retrogaming, libri dedicati ai videogame, giochi da tavolo, colonne sonore, mobile game e film e serie tv sempre relativi al medium. Ci sono anche molte rubriche, monografie e speciali storici. Diciamo cento pagine, rigorosamente senza pubblicità, da leggere. Per adesso siamo settati per realizzare undici numeri, ovvero un anno di pubblicazioni. Siamo quasi a nove. Poi capiremo se continuare o no.”
4. In un mondo in cui l’informazione avviene principalmente sui portali digitali online, com’è gestire una rivista cartacea?
S: “Nulla di difficile e forse diverso dall’online. Alla fine, ci si organizza tra file Excel, folder dove caricare gli articoli, chi fa cosa, eccetera. Sarebbe stato bello poter avere una redazione in un unico posto come i bei vecchi tempi, ma credo che non sarà mai fattibile. Poi, per carità, mai dire mai!
5. Com’è stata la reazione del pubblico a Primo Player?
S: “Principalmente buona. Molti complimenti, gente contenta e in generale abbiamo colpito al cuore chi già leggeva le riviste una volta. Tante richieste di collaborazioni sono arrivate nella casella e-mail e non me lo aspettavo per nulla, in sincerità. Ovviamente, lo sapete meglio di me, i social sono sempre generosi di sorprese, e quindi sono arrivati i soliti insulti, specie sul prezzo non popolare, ma inevitabile per il fatto che serve pagare anche Amazon per il suo servizio.
6. Credi che in futuro ci sarà un ritorno delle riviste stampate e ne vedremo di più?
S: “Vorrei essere ottimista e risponderti di sì. Ma in verità, in cuor mio, temo che probabilmente pian piano arriveremo ad avere quasi tutto in digitale. E la cosa non mi piace. Guarda le edicole che stanno chiudendo o di chi è nato con il digitale che ormai ritiene più normale avere un e-book che un libro sullo scaffale. Credo che una volta passata la generazione di chi ha vissuto quel periodo delle riviste, diventerà sempre più una nicchia. Poi spero di sbagliarmi, i vinili sembravano scomparsi e adesso ogni album di ultima uscita ha il suo disco vinile. Vedremo…”
7. Cosa ne pensi del mondo dell’informazione videoludica odierno?
S: “Seguo le riviste online perché mi piace tenermi informato, però credo che ormai gli articoli si scrivano per farli leggere a Google, più che ai lettori. Più visite, più introiti, un po’ come in TV che si guarda solo all’auditel. E posso capirli: bisogna pur campare. Questo però porta ad avere una marea di news, anche su cose improbabili come la cosplayer di turno che mostra un po’ di carne scoperta o rumor su rumor, quasi una sorta di gossip videoludico. Oppure recensioni chilometriche fatte di ripetizioni e di parole chiave. Non lo fa solo la rivista di videogame online, guardatevi pure quelli che parlano di calcio ad esempio. Stesso mood. E dispiace perché qualcosa di qualità c’è ma ormai è immerso in questo mare di testo indicizzabile.”
8. Qualche articolo/progetto futuro riguardo a Primo Player che ci puoi svelare?
S: “In realtà nulla di eclatante. Come dicevo, per adesso puntiamo a finire l’anno di pubblicazioni, per poi sentirci e capire se effettivamente ne vale la pena continuare con una stagione due, tanto per essere in tema serie che vanno di moda adesso. La volontà c’è.”
Ringraziamo Sandro Prete per il tempo prezioso che ci ha concesso e gli auguriamo di avere tanto successo con questo intrigante progetto. Ricordiamo che se foste interessati anche voi a scoprire Primo Player, trovate su Amazon i primi otto numeri da acquistare. Se siete invece in vena di altre letture a tema videoludico vi consiglio di dare un’occhiata anche a “ Keiichirō. La vera storia del team di reietti che ha inventato Silent Hill” un ottimo saggio incentrato sulla saga horror made in Konami nato dalla pena di Fabio Di Felice, che abbiamo avuto il piacere di intervistare qualche tempo fa.