Hironobu Sakaguchi e Nobuo Uematsu sono nomi che al solo pronunciarli suscitano grandi palpitazioni nel cuore degli appassionati di JRPG e della serie Final Fantasy. Rispettivamente creatore della saga e compositore storico di essa, secondo molti giocatori da quando i due talenti hanno abbandonato Square Enix i capitoli della Fantasia Finale non sono mai più stati gli stessi, perdendo molto in qualità e non riuscendo più a donare le stesse profonde emozioni.
Ogni uscita targata Mistwalker quindi, lo studio fondato da Sakaguchi dopo la sua dipartita da mamma Square, è stata accolta con grande giubilo da parte dei fan di vecchia data, che hanno sempre sperato nel ritorno di una grande opera firmata dai due maestri, in grado di riportare il genere ai fasti di quei tempi ormai lontani.
Peccato che Blue Dragon, Lost Odyssey e The Last Story non si siano rivelati null’altro che dei giochi di ruolo alla giapponese nella media e non così memorabili per una serie di ragioni che magari andremo a raccontare meglio in uno speciale a parte.
Con l’arrivo di Fantasian molti fan sono saltati letteralmente sulla sedia; c’è chi l’ha definito il VERO Final Fantasy XVI, chi ne ha parlato come fosse il grande capolavoro che non si vedeva da secoli, chi si è speso in lodi sperticate elogiando il combat system, i personaggi e le ambientazioni, quest’ultime dal feel “âgée “ intriso di nostalgia, essendo diorami fatti a mano e ripresi con una telecamera fissa, che tanto ricordano gli sfondi pre-rendered di ordinario utilizzo nell’epoca PS1.
Ma sarà tutto vero? Questa produzione uscita inizialmente in esclusiva su Apple Arcade in due parti divise nel 2021 e ora finalmente approdata su tutte le console/macchine in un’edizione riveduta e corretta rappresenta davvero il ritorno in grande stile di due mostri sacri del panorama creativo nipponico?
Vediamo da vicino che cos’è Fantasian Neo Dimension.
Amnesia, principesse, macchine: una trama dai molti clichè
La trama di Fantasian si apre con Leo, il protagonista della vicenda, mentre si trova all’interno di una fabbrica popolata da robot che vogliono fargli la pelle. Perchè si trovi lì non lo ricorda, avendo perso completamente la memoria in seguito ad un’ esplosione che lo ha catapultato nella Dimensione delle Macchine. Con l’unico obiettivo quello di fuggire, il giovane verrà aiutato da due automi animati da buone intenzioni che lo aiuteranno a tornare nel Regno degli Umani, quest’ultimo vessato però da un’infezione meccanica conosciuta come “Mechteria”, che succhia vita ed emozioni dal cuore delle persone. L’obiettivo del ragazzo dalla candida chioma bianca sarà quindi quello di recuperare i ricordi perduti scoprendo di più sulla sua reale identità, non rinunciando però a debellare la misteriosa piaga che sta mettendo in ginocchio la popolazione mondiale con l’aiuto di un gruppo di compagni che incontrerà nel corso del suo viaggio.
Come si può evincere da subito, le premesse narrative sono abbastanza classiche non brillano certo per originalità.
Già qui emerge uno dei più grandi difetti di Fantasian, ossia raccontare una storia che non osa, che sa di già visto per chi mastica il genere da decadi e che in fin dei conti risulta quasi anonima.
Gli stessi personaggi principali sono privi di mordente, sia sotto il profilo del design, sia per quanto riguarda la caratterizzazione, pervasa da un eccesso di clichè classici.
Kina è la solita maga con un passato tutto da svelare, Cheryl l’impavida principessa ribelle e Leo la tipica figura amnesiaca che è possibile incontrare in un numerosissimi altri esponenti del genere.
Questo non per affermare che cast e trama siano totalmente bocciati, anzi nell’insieme sono anche godibili, ma da un progetto capitanato da Sakaguchi, che da sempre vuole raccontare epopee di spessore tramite il videogioco, ci saremmo aspettati qualche guizzo creativo in più capace di sorprenderci. Oltretutto, non mancano anche qui, sequenze legate al passato dei personaggi principali narrate solo con l’ausilio di testo in perfetto stile visual novel, esattamente come succedeva con i racconti di “Mille anni di sogni” in Lost Odyssey.
A donare però immersività a questa riedizione è l’aggiunta del doppiaggio in lingua inglese e giapponese, perlomeno per i dialoghi più importanti, le cui voci sono per entrambe le localizzioni ben azzeccate e in sintonia con il protagonista a cui sono associate. Una grande mancanza nell’originale per Apple Arcade era proprio l’avere dei dialoghi con una voce, caratteristica che sicuramente però lo avvicinava di più ai grandi classici del passato, nei quali l’immaginazione la faceva da padrona.
Non possiamo inoltre fare a meno di menzionare quella che per alcuni sarà una grave nota dolente: Fantasian Neo Dimension non è stato localizzato in lingua italiana e presenta testi solo in inglese e giapponese. Va però detto che il livello della lingua, per quanto riguarda l’idioma parlato nella terra di Re Carlo, è scolastico e facilmente comprensibile da chi ha un minimo di conoscenze di base, quindi con un po’ di impegno non sarà difficile comprendere gli scambi di battute tra Leo e i suoi compagni di sventura.
Compagni di sventura che saranno al nostro fianco per numerose scampagnate in luoghi ameni e combattimenti dal sapore molto intrigante.
Esplorazione e combattimenti dal sapore anni ’90
Esplorare in Fantasian ci riporta direttamente negli anni in cui l’adorata scatoletta grigia era tanto in voga. Gli ambienti, realizzati con più di 150 deliziosi diorami costruiti a mano, sono nella loro struttura molto lineari, zeppi di forzieri da trovare, oggetti da recuperare e sono in tutto e per tutto, come già affermato precedentemente in questa recensione, l’evoluzione degli sfondi pre-renderizzati presenti nei Final Fantasy che vanno dal VII al IX, nei primi due Parasite Eve e in Resident Evil, tanto per menzionare i titoli più celebri che ne facevano utilizzo.
Nel corso dell’esperienza, oltre agli ambienti esterni e i dungeon popolati da mostri, ci saranno anche molte città da visitare, ricche di dettagli e di persone con cui parlare per comprendere al meglio cosa sta accadendo da quelle parti.
Per rendere più agili gli spostamenti all’interno delle mappe sarà presente l’opzione Move che permetterà a Leo e ai suoi amici di raggiungere automaticamente alcuni hot spot designati, facendo risparmiare non poco tempo al giocatore. Da un certo punto poi, ossia non appena otterrete il Warp Device, sarà possibile teletrasportarsi comodamente da una location all’altra, a patto che si tratti di zone già visitate e quindi memorizzate in precedenza.
Queste opzioni saranno disponibili tutte quante nel menù di gioco, il quale purtroppo ha un’estetica davvero essenziale e poco ispirata, che ai più attenti farà risultare chiara la natura di questa produzione, che ricordiamo essere nata, appunto, come titolo mobile per Apple Arcade.
A regalare però vere emozioni è il combat system. Per la gioia dei puristi dei JRPG, Fantasian Neo Dimension è costellato di incontri casuali e di un sistema di battaglia a turni all’apparenza molto classico ma che in realtà racchiude delle curiose novità.
Innanzittutto tutti gli attacchi fisici e le skill avranno delle traiettorie da impostare per colpire uno o più avversari. Esse saranno segnalate da una linea che potremo direzionare a seconda della curvatura prevista da ogni abilità e il nostro obiettivo sarà quello di danneggiare il numero maggiore di mob presenti in campo. Questa meccanica, che ad essere sinceri rende molto meglio con un touch screen, funziona comunque bene e costringe ad mantenere alta l’attenzione mentre si combatte; spammare comandi alla rinfusa non potrà che portare ad una fine prematura.
Oltre a questo, ogni nemico avrà delle specifiche debolezze elementali o a debuff specifici, ergo sarà fondamentale capirle o svelarle tramite la skill “Analyze” per poter dare il meglio e debellarli senza troppe fatiche o danni subito.
Un’altra caratteristica interessante e che va a rendere meno tedioso il grinding selvaggio è data dalla Dimengeon Machine, un dispositivo in grado di “catturare” i nemici che non affronteremo subito e di tenerli in stallo al suo interno finchè non decideremo di combatterli tutti insieme, rilasciandoli in una grande ondata. La macchina però ha una capienza limite e se essa verrà superata, saremo costretti ad eliminare immediatamente l’ intera orda inferocita contenuta al suo interno.
Non mancherà, in una fase più avanzata dell’avventura, la presenza di un albero di abilità chiamato “Growth Map” ciascuno specifico per ogni componente del gruppo, in cui grazie agli SP (Skill Point) guadagnati in combat sarà possibile sbloccare nuove abilità e bonus aggiuntivi alle varie stats.
Una gradevole aggiunta per questa nuova edizione consiste nella modalità “Normal” che va a limare il livello di sfida parecchio punitivo che caratterizzava la versione per Apple Arcade, che coincide con l’ Hard mode attuale. Va detto però che la difficoltà più alta rende Fantasian un JRPG di tutto rispetto, perlomeno sotto il profilo ludico, regalando una challenge piuttosto emozionante e impegnativa, costringendo il giocatore a studiare delle tattiche molto precise soprattutto nell’ambito delle boss fight.
Insomma il feel retrò lo si può sentire tutto: d’altronde solo negli anni ’80/90 si penava così tanto per far fuori un nemico particolarmente ostico!
Infine non mancheranno anche semplici compiti secondari che come ricompensa vi doneranno degli oggetti molto utili che non staremo a menzionare per evitare spoiler di ogni tipo.
Sappiate comunque che se vorrete completare Fantasian al cento per cento dovrete prepararvi a mettere da parte una sessantina di ore da dedicargli.
Si sa i JRPG richiedono dedizione, così come lo ha richiesta la creazione della fantastica estetica di questa produzione.
Diorami costruiti con amore, musiche composte per far sognare, un lato tecnico che ogni tanto fa imprecare (su Switch)
La forza più grande di Fantasian risiede, quasi tutta, nell’estetica del mondo di gioco. I diorami creati per l’occasione sono una gioia per gli occhi e ricchi di piccoli particolari sfiziosi e non di rado capiterà di soffermarsi per trascorrere qualche minuto ad osservarli. Pensare che tutto l’ambiente sia stato realizzato in questo modo e che effettivamente ogni luogo sia stato costruito a mano crea una sensazione davvero particolare e dona all’ultima fantasia di Sakaguchi e Mistwalker un’originalità tutta sua.
Il colpo d’occhio generale è quindi molto gradevole, design di PG principali ed NPC escluso, non essendo esso, purtroppo, nulla di eccezionale o che risalti particolarmente.
Plauso invece alla colonna sonora composta dall’intramontabile Uematsu, ultima OST, tra l’altro, che porterà per intero la sua firma secondo sue recenti dichiarazioni. Le tracce che la compongono sono principalmente synth e si sposano perfettamente con il tono generale delle vicende narrate, la battle theme in primis che è molto incalzante e non stanca mai, sebbene non possa minimamente competere con le maestose composizioni orchestrali presenti in Lost Odyssey.
Se qualcuno invece si annoiasse a sentire sempre lo stesso tema di battaglia, in questa nuova edizione sono state aggiunte direttamente delle musiche provenienti da alcuni Final Fantasy, comodamente sostituibili da un apposito menù. Personalmente vi sconsigliamo di farlo, rinunciare alle nuove, valide, composizioni di Uematsu sarebbe un sacrilegio.
Un grosso squarcio che invece rovina la fruizione di questa tela esteticamente pregevole è dato dai tempi di caricamento biblici presenti su Nintendo Switch nelle transizioni tra esplorazione e battaglie. In alcuni casi sono passati circa quindici secondi per entrare in combat, troppi per un gioco che prevede ingenti quantità scontri casuali. Presenti anche alcuni fastidiosi rallentamenti quando la telecamera si sposta per inquadrare altre angolazioni delle varie location, segno di un’ottimizzazione non troppo curata. Il consiglio infatti è di giocarlo su un altra delle piattaforme per cui è disponibile se ne avete la possibilità, nella speranza che una patch correttiva sistemi la situazione sulla console ibrida della grande N.
Un ritorno riuscito a metà
Tirando le somme, Fantasian Neo Dimension è un JRPG che non riesce a spiccare del tutto il volo e raggiungere l’olimpo dei capisaldi del genere, nonostante i nomi altisonanti che ha alle spalle.
Una storia e un cast blandi senza mordente, quasi da risultare sotto la media per il genere, non riescono a renderlo un prodotto memorabile o di spicco, complice anche la sua nascita come mobile game.
Per quanto le fight, il Dimengeon System e la difficoltà ad hard siano ben realizzati, essi non sono sufficienti a tenere in piedi un titolo che purtroppo risulta solo un pallido omaggio ai giochi di una volta e nulla di più. Sicuramente però se siete degli inguaribili nostalgici dei combattimenti a turni e di una storia narrata tramite dialoghi essenziali e non prolissi lo apprezzerete, ma non aspettatevi un gioco in grado di cambiare per sempre la vostra vita o la vostra percezione sul genere.
In sostanza si tratta di una vera occasione sprecata, ma confidiamo che Fantasian non sia il testamento che Sakaguchi-sensei voglia lasciarci, ma che anzi, il maestro possa sorprenderci ancora un’ultima volta con un videogioco in grado di scuoterci ed emozionarci dal profondo.
Nel frattempo giocatevi Methaphor: ReFantazio o YS X: Nordics che valgono sicuramente di più il vostro tempo.
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