Pubblicato il 23/06/25 da Daniele Iacullo

Elden Ring Nightreign – Recensione

Anche la Notte più lunga è destinata a finire
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Cosa succederebbe se dall’oggi al domani un cataclisma informatico colpisse il mondo? La tecnologia a cui siamo abituati non funzionerebbe, la comunicazione globale non sarebbe più così scontata, anche il solo mandare un messaggio in una chat sembrerebbe un ricordo lontano. No, questa non è una qualche storia ispirata a Death Stranding, bensì l‘incipit di come FromSoftware ha immaginato il suo nuovo gioco multigiocatore, Elden Ring Nightreign.

Abbraccia la Notte

Scherzi a parte, Elden Ring Nightreign è un vero e proprio spin off del gioco dell’anno 2022 e non vuole nasconderlo; le vicende avvengono in una sorta di interregno parallelo sconvolto dalla piaga dei Signori Notturni, vere e proprie incarnazioni della Notte. Pronti per salvare il mondo, questa volta invece di impersonare un avatar tutto nostro possiamo scegliere tra 8 diversi Nightfarer, veri e propri personaggi giocabili, ognuno con un set di mosse unico e uno stile di gameplay sempre differente.

Già solo leggendo queste informazioni si riesce ad avere un sentore di distacco dal capitolo main line, e quasi in modo paradossale, Elden Ring Nightreign ha un ottimo focus sulla narrazione, grazie ad una breve introduzione narrata da una voce esterna, verremo a conoscenza degli eventi che hanno mosso la storia del gioco e di come i protagonisti della storia siano intrappolati all’interno della Rocca della Tavola Rotonda (anche questa volta la location vestirà le funzioni di HUB di gioco). Tramite il sistema delle Rimembranze potremmo vivere le vicende che hanno portato i Nightfarer ad intraprendere l’ardua missione di fermare i Signori della Notte e ripristinare lo scorrere del tempo normale e ripercorrere la loro storia. Una scelta molto inusuale per i canoni di FromSoftware che ha deciso di focalizzarsi in modo più puntuale sui protagonisti, rendendo le “classi” dei protagonisti dei veri e propri personaggi dotati di una personalità, una storia e delle motivazioni. Certo è che queste rimembranze sono collegate ad obiettivi di gameplay, ad esempio raggiungere un determinato punto nella mappa di gioco durante una spedizione o fare delle sezioni di gameplay ad hoc a volte all’interno della stessa Tavola Rotonda.

Run for your life

Entrando nel vivo del gameplay loop, tutto gira intorno alle Spedizioni: interagendo con la Tavola della Rocca si potrà scegliere uno tra i diversi boss da affrontare e si avvierà il matchmaking in caso di Spedizione a 3 giocatori. Una volta catapultati nella mappa di gioco si avrà un gameplay che fonde diversi generi: dal loop tipico dei rogue alla chiusura progressiva della mappa distintiva dei battle royale. Ciò che caratterizza però il tutto è il sistema action di casa From implementato alla perfezione in un modello di gioco molto lontano dai loro standard. Bisognerà fare però l’abitudine alla velocità che permea l’esperienza; a differenza del capitolo principale della saga qui i combattimenti sono molto più frenetici, il ritmo è serrato, anche aspettare l’attacco di un nemico per realizzare un parry potrebbe essere vista come una perdita di tempo dai giocatori più esperti. È necessario coordinarsi bene con i propri compagni di squadra per poter portare una run alla vittoria, anche solo l’indecisione sul quale punto di interesse esplorare potrebbe portare al gameover un’intera sessione, o peggio, riuscire magari ad arrivare alla terza notte ed affrontare il boss finale sotto livellati e con un equipaggiamento non ottimale.

La velocità richiesta per l’esecuzione dei punti di interesse, la velocità con cui la mappa si restringe per far avanzare il tempo di gioco rende parecchio frustrante l’assenza di una chat di gioco, testuale o vocale che sia, lasciando la coordinazione solo a ping da apporre sulla mappa. Considerato il gran numero di boss che si affronteranno (circa 1 per punto di interesse) il non poter segnalare ad un alleato trovato con il matchmaking casuale la ritirata mi sembra quasi criminale. Se infatti con una squadra organizzata il gioco risulta veloce e coordinato, magari affidandosi a canali discord in cui trovare altri giocatori, tutto cambia quando la comunicazione è assente, portando al gameover anche una spedizione con un ottimo potenziale.

Infatti, una volta atterrato a Plagaride, il gruppo deve “pulire” i punti d’interesse eliminando nemici e boss al fine di ottenere Rune con cui salire di livello, scegliendo cosa ricevere fra 3 equipaggiamenti ognuno con bonus passivi generati casualmente per realizzare la propria build al meglio. Una volta chiusa definitivamente la Marea Notturna e finito il primo giorno, bisognerà affrontare un boss e in caso di vittoria avrà inizio una seconda giornata dotata della stessa struttura, solo finendo incolumi anche il secondo giorno si potrà arrivare al Signore della notte prescelto. Che si vinca o si perda la Spedizione si tornerà a casa con delle Reliquie, potenziamenti permanenti che è possibile equipaggiare per dar vita a piccole build e facilitarsi la vita nei viaggi successivi, una meccanica che permetterà al giocatore di “portarsi da casa” qualche statistica e buff particolare.

La presenza di una sola mappa di gioco che seppur con qualche modifica data dalle Terre mutevoli, punti speciali che regaleranno un equipaggiamento leggendario al loro completamento e dal diverso assemblaggio dei punti di interesse porta i giocatori ad attraversare in modo frenetico la mappa, pulendo in modo sistematico tutti i mini dungeon, acquisendo fiaschette curative e salendo di livello man mano. Questa cronologia ben presto diventerà quasi “meccanica” aumentando il senso di frenesia che pervade il gioco.

Nonostante tutto però il gameplay loop riesce a catturare il giocatore, ed è forse questa meccanica rogue che intriga tanto, la presenza di poche strutture pattugliate da stock predefiniti di nemici fa sentire il giocatore uno stratega esperto quando si prende la giusta decisione e si intraprende il giusto pathing. A migliorare infatti, non sono le statistiche parametriche del tuo personaggio, bensì la tua abilità nel conoscere il nemico e riconoscere le situazioni in cui ci potrebbe trovare una volta esplorata quella miniera o affrontato un boss errante piuttosto che esplorare l’ennesima chiesa in cerca di una fiaschetta. Insomma, Elden Ring Nightreign non è per tutti i gusti.

Va segnalata anche la possibilità di intraprendere una spedizione in singolo, chiaramente con tutti i buff del caso, si avrà un’acquisizione maggiore di runa e la possibilità di rialzarsi anche senza la presenza di un alleato pronto alla rianimazione.

Ombre e luci

Passando dal punto di vista tecnico, come è giusto aspettarsi da un titolo From anche Elden Ring Nightreign gode di una bellissima direzione artistica, il riutilizzo degli assets dei vecchi titoli Souls non viene snaturato dalla nuova veste rogue grazie anche a nuove animazioni e piccole accortezze inserite dalla casa nipponica per armonizzare il passaggio da un gameplay più lento e riflessivo del capitolo originale ad un gameplay più frenetico.

Ho avuto la possibilità di provare Nightreign sia sulla Xbox Series X sia da PC: su console non ho riscontrato bug o problemi di stabilità, al contrario, i 60 FPS sono sempre rimasti stabili, anche con parecchi effetti a schermo, da un tris di magie fino ai boss più spettacolari pieni di effetti particellari. Se su console non vi sono stati problemi, vi devo segnalare che su qualche build PC il gioco porta ad un crash al desktop senza mostrare alcun errore, la recensione arriva un po’ in ritardo poiché ho indagato a fondo sulla questione e vi lascio linkato qui la discussione sulla community di Steam per la risoluzione del problema in attesa di un fix da parte di From.

Passiamo ora al punto più dolente, l’assenza del crossplay che in un gioco multiplayer-oriented nel 2025 è inaccettabile a mio avviso, specie per un brand così acclamato come i titoli della famiglia Souls. Questa era l’occasione per connettere e ampliare una community già grande, ma non poter far avvicinare un amico ai titoli souls tramite Nightreign perché anni fa si è scelti una console piuttosto che un’altra rappresenta un grande limite.

Ma alla fine Elden Ring Nightreign è bello?

Una cosa che amo del mondo dei videogiochi è il poter essere sempre sorpreso. Non nascondo che appena Nightreign fu annunciato ero un po’ scettico, il mood generale non mi sembrava adatto ad uno stile di gioco così e in parte avevo ragione, ma solo in parte. Elden Ring Nightreign offre una sfida intrigante e mai scontata, anche una volta finiti i Boss si ha voglia di ritornare a Plagaride per una run con gli amici, provare build e personaggi nuovi. È un gioco che se giocato in compagnia, specialmente in un gruppo da 3, potrà donarvi molte ore di divertimento già nella build attuale in cui si trova, non contando eventuali aggiornamenti aggiuntivi che potrebbero dare nuova linfa vitale al titolo.

  • Meccaniche rogue
  • Sempre divertente
  • Direzione artistica

 

  • Assenza del crossplay
  • Se giocato senza comunicazione vocale risulta frustrante
  • Qualche piccolo inconveniente tecnico su PC

Brado - Biografia

Videogiocatore classe '99 da sempre attento alle evoluzioni e le innovazioni del mondo videoludico.

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