Pubblicato il 12/04/21 da Ciro Muso Acanfora

Disco Elysium

L'opera datata 2019 arriva finalmente su PS4 e PS5
Developer: /
Publisher: /
PEGI:

Disco Elysium: Una perla inaspettata

Raramente accade che un gioco indie, pubblicato da uno studio completamente anonimo, venga nominato per i The Game Awards a solo un mese dalla sua uscita. Ancora più raramente accade che questo titolo venga nominato per quattro categorie diverse, e che riesca a vincere in tutte e quattro. Disco Elysium è stato senza ombra di dubbio una sorpresa per molti, ma la qualità del gioco è indubbia per chiunque abbia avuto l’occasione di mettere mano sul gioco. Uscito su PC nell’ottobre nel 2019, la prodezza dei ragazzi di ZA/UM è giunta il 30 marzo 2021 su Playstation 4 e Playstation 5 con The Final Cut. Abbiamo avuto la possibilità di provare quest’ultima versione, ed è proprio di questa che parleremo oggi.

Porting poco lusinghieri

L’approdo di Disco Elysium su PS5 è stato decisamente da dimenticare. Nonostante gli sviluppatori avessero promesso in più occasioni 60 frame al secondo stabili, rilasciando addirittura un gameplay di circa 10 minuti solo un paio di settimane prima del lancio e mostrando il gioco a 4K / 60 FPS sulla più recente console di casa Sony, al Day One i ragazzi di ZA/UM non sono stati in grado di tener fede alla parola data. Il gioco ha infatti numerosi cali di framerate anche a 1080p in diverse occasioni, la maggior parte delle quali nemmeno imputabili all’elevato numero di oggetti/personaggi a schermo.

Anche la mappatura dei comandi non è delle migliori. Non solo sarà spesso complicato andare a selezionare l’interazione voluta al primo colpo, ma più della metà delle volte il giocatore sarà costretto a impartire due (o più) volte il comando, in quanto il gioco si rifiuterà di accettare l’input al primo tentativo. Altre interazioni, ad esempio con alcuni negozianti, causeranno l’utilizzo involontario di oggetti di recupero. Questi oggetti saranno infatti assegnati alle frecce direzionali, necessarie però a navigare il menu di compravendita. Sì, spostarsi a destra e a sinistra fra i beni nel negozio implicherà anche utilizzare oggetti non correlati a quel menu, avete capito bene.

La scena sarebbe estremamente più poetica, se l’auto avesse una texture…

Rimaniamo in attesa di eventuali (e probabili) patch che vadano a correggere questi numerosi problemi, ma al Day One il gioco si presenta decisamente poco godibile. L’unico vero miglioramento palpabile è costituito dalla drastica diminuzione dei tempi d’attesa nei caricamenti: su PS5 il gioco impiega circa 20 secondi per arrivare al menu principale, e solo altri 5/6 secondi per caricare il salvataggio.

EDIT: Dopo due settimane dall’uscita del gioco, la patch 1.03 arriva finalmente a correggere almeno il bug più fastidioso, ovvero quello che richiede un duplice input per poter interagire con qualsiasi cosa, oltre ad una serie di fix relativi a (citando il tweet degli sviluppatori): “una miriade di bug e soft lock”.

Vuoto

La storia di Disco Elysium inizia nel nulla. Un monologo interno parla al giocatore pochi minuti prima di vedere il protagonista risvegliarsi in condizioni decisamente pietose sul pavimento di un hotel, circondato da bottiglie vuote, finestre rotte e specchi offuscati. Dopo aver recuperato quel poco che possiede, il nostro ubriacone di fiducia si renderà conto di aver completamente perso la memoria. Senza conoscere il proprio nome, il proprio lavoro e nemmeno il luogo in cui si trova, il protagonista dovrà arrancare all’interno dell’hotel, e successivamente all’interno del quartiere, cercando di scoprire il più possibile sul proprio conto e di portare a termine l’incarico che gli era stato assegnato.

Il mondo di gioco è sviluppato con una cura quasi maniacale. Nonostante l’universo narrativo sia completamente estraneo al giocatore, l’espediente dell’amnesia del protagonista permettere di chiedere a pressoché qualsiasi NPC presente informazioni aggiuntive sulla sua visione della situazione politica, sociale e culturale attuale, oltre che domande inerenti ai compiti da svolgere. Saranno inoltre innumerevoli le missioni secondarie e i dialoghi opzionali che potranno essere affrontati per immergersi ulteriormente all’interno dei problemi e delle vite dei residenti del quartiere: parlare faccia a faccia con un cadavere? Fatto. Mettersi a piangere durante una discussione con un boss mafioso? Fatto. Ascoltare un bestione alto più di due metri parlare di quanto la sua razza sia superiore per poi stenderlo con un calcio rotante? DECISAMENTE FATTO.

Farai meno lo sbruffone quando la mia suola incontrerà i tuoi denti.

Giochi di ruolo duri e puri

Ho particolarmente apprezzato il tentativo (ben riuscito) di portare le meccaniche dei giochi di ruolo da tavolo all’interno dell’universo videoludico: molte delle azioni disponibili al protagonista saranno affidate al lancio di una coppia di dadi. Un doppio 1 garantisce un fallimento, un doppio 6 garantisce una riuscita, ma tutto ciò che vi è nel mezzo verrà dettato dalle attuali statistiche del giocatore. Un salto potrà andare a buon fine se il giocatore ottiene un doppio 3 con alte statistiche fisiche, ma lo stesso risultato di lancio dadi potrebbe portare a conseguenze disastrose se il giocatore ha preferito utilizzare tutti i suoi punti su statistiche di ragionamento e diplomazia. Alcune di queste azioni saranno anche ripetibili (previo aumento di livello). Ci saranno inoltre “check” invisibili, che andranno a variare le probabilità di riuscita in base alle azioni compiute e alle informazioni ottenute in precedenza.

Questa meccanica potrebbe risultare leggermente fastidiosa ai meno avvezzi (specie quando si fallisce un’azione con un’elevata probabilità di riuscita), ma garantisce una rigiocabilità piuttosto ampia. Ci saranno innumerevoli azioni, dialoghi e oggetti accessibili solamente con particolari requisiti: durante il mio primo gameplay sono riuscito a sottrarre documenti e soldi ad un lavoratore svenuto su un tavolo tramite scelte che al mio secondo playthrough non erano nemmeno disponibili.

Le probabilità di fallire possono essere basse… Ma mai abbastanza basse da garantirti una vittoria.

Il mondo di Disco Elysium: vivo, vibrante e variabile

Disco Elysium non è un gioco per tutti. Partendo dalla lingua (non disponibile l’italiano) e dal linguaggio molto aulico utilizzato, fino ad arrivare al gameplay da avventura grafica in cui le scelte sono affidate spesso al caso. Anche il porting su console Sony non è dei più apprezzabili, a causa dei controlli decisamente poco affini al tipo di gioco e ai numerosi bug riscontrati.

Tuttavia, se si è disposti a superare questi “limiti”, Disco Elysium si rivela essere una piccola perla che punta tutto sulla narrazione e sulla caratterizzazione dei personaggi, uno più singolare dell’altro, dimostrando anche uno spessore non indifferente. La sua pungente ironia contestualizzata in un mondo in subbuglio si sposa alla perfezione con la possibilità data al giocatore di rivelarsi un fantastico eroe o un completo disastro, rivelando una profondità che non mi sarei assolutamente aspettato da un titolo indie di questo tipo.

  • Complesso, ma non in maniera stucchevole.
  • Esperienza simile ai giochi di ruolo da tavolo.
  • Mondo coinvolgente e tutto da scoprire.

 

  • Numerosi bug nella versione PS5.
  • Per molti, l'inglese aulico potrebbe essere difficile da approcciare.

Muso - Biografia

Premere un bottone non deve necessariamente cambiare qualcosa a schermo. Può anche "solo" cambiare qualcosa dentro di noi.

Commenta questo articolo!