“Dai Dex, non mollare! Fagli odio!”
Avete presente quando da ragazzini (se siete di vecchia generazione come il sottoscritto) vi capitava di giocare a casa con un vostro amico e pur essendo un single player, chi guardava si prendeva bene come chi giocava e la sua esaltazione vi infondeva determinazione ed uscivano fuori delle sessioni di gioco spettacolari e divertenti, che davano vita ad aneddoti assurdi?
Ecco, nel 2019 sono riuscito stranamente a riprovare questa esperienza così squisitamente anni ’90, proprio su Days Gone.
Tornavo dal Giappone ed era troppo tardi per una review “sul pezzo” e allora mi son detto “sai cosa Dex, questo ce lo giochiamo con la giusta calma”.
Ed è partita così.. con calma.
Avevamo già provato Days Gone in anteprima ad un evento spettacolare (articolo qui), quindi bene o male conoscevamo già il gioco, i suoi punti di forza e le sue debolezze. C’è chi riuscirebbe a scrivere una review basandosi solo su quelle prime impressioni.. anzi, in molti lo fanno.
Ma a noi non interessa quel genere di recensione. Noi abbiamo deciso di affrontarla come l’avrebbe affrontata Deacon St. John, protagonista del gioco. Quindi in sella alla nostra moto siamo partiti in questo viaggio, sbattendocene sostanzialmente di qualsiasi regola.

Analizzando il gameplay mi sono reso conto dopo un paio di giorni sul titolo Bend Studio, che l’impressione negativa avuta in fase di preview era in realtà una mera prima impressione. I controlli sono effettivamente.. strani. All’inizio danno l’impressione di scivolare, quasi come se ci fosse un qualche imput lag. Ma dopo qualche giorno forse per via dell’abitudine, non sono ben riuscito a capirlo, quei controlli erano diventati perfetti per quel gioco. Tutto si muoveva esattamente come volevo io. Che volessi un approccio più calmo o che mi gettassi nell’azione più frenetica.
GAMEPLAY
E qui parliamo di mero gameplay. Questo gioco, è una bomba.
All’inizio può sembrare il solito action zombie based openworld ripetitivo, che dopo un paio d’ore annoia. Ok ripetitivo in alcune meccaniche un po’ forse lo è, ma perchè sono meccaniche di routine del protagonista. Voglio dire anche fare colazione ogni mattina è ripetitivo, ma lo facciamo perchè altrimenti chi ci va a lavorare? E così come noi facciamo colazione, Deacon dovrà stare attento alle scorte, alla benzina nel serbatoio, al preoccuparsi di andare a controllare come sta il suo migliore amico Boozer che ne ha sempre una. Insomma la ripetitività c’è, ma è ben bilanciata e percepita come reale nel contesto di gioco.
Reale come ritrovare per strada un cadavere lasciato li 2 giorni prima. E non parlo di due giorni di gioco, ma due giorni miei di giocatore. Infatti avendo lasciato la PS4 in modalità riposo senza chiudere l’applicazione per qualche giorno mi sono reso conto che il gioco tiene traccia di praticamente ogni cosa che facciamo. Perciò se saremo vittime di un agguato (e ce ne saranno molti) e noi reagiremo nell’unico modo possibile, ovvero annientando con una discreta dose di odio ogni singolo individuo nelle vicinanze che ha osato anche solo pensare di attaccarci, e ripasseremo da quel punto dopo giorni, i cadaveri di quegli sprovveduti saranno ancora la, anche se ci saremo allontanati di chilometri e chilometri. Questo a meno che da quel punto passino degli animali selvatici.. o una simpatica orda.
Ed eccoci arrivare al punto forte del gioco: le orde. Le orde sono dei gruppi più o meno (ma sempre troppo) grandi di “furiosi”, così vengono chiamati questi esseri contagiati da un virus che li tramuta sostanzialmente in.. beh verrebbe da dire zombie ma questi non sono proprio zombie.. sono esseri umani che seguono solo l’istinto di uccidere e mangiare qualsiasi cosa si muova, o anche immobile visto che li ho beccati a banchettare in una fossa comune. A volte si mangiano anche tra di loro.
Si ok, sono tipo gli zombie ma noi li chiameremo furiosi perchè si chiamano così.

I FURIOSI FANNO PAURA
I furiosi si divideranno in più o meno aggressivi, come le persone appunto. Ci saranno di varie stazze, sesso ed anche bambini, con annessi cambiamenti comportamentali. E devo dire che l’IA che hanno creato per queste creature mi ha lasciato non poche volte a bocca aperta.
Altre volte invece mi sono proprio divertito a sfruttare qualche buchetto nella programmazione. Nulla che non sia stato già fixato nelle molte patch correttive ormai uscite.
Ad ogni modo questi gruppi, chiamati appunto “orde” ve li ritroverete davanti anche in modo improvviso sin dalle prime fasi di gioco e la reazione sarà una soltanto: terrore. Si perchè non importa quanto cazzuti vi sentiate come giocatori o quanta fiducia possiate avere nella vostra mira e nella quantità strabiliante di munizioni che siete riusciti a trovare.. l’orda vi farà cagare sotto. Punto.
Dagli effetti sonori (fanno dei versi davvero raggelanti), ai movimenti, all’aspetto ed al comportamento di queste creature, tutto è stato studiato per renderle davvero terrorizzanti quando sono in gruppo. Perchè è come lottare contro un organismo, puoi attaccare alla testa dell’orda e questa si frantumerà arrivando dai lati, da dietro, da ovunque. E Deacon è si un biker cazzutissimo e costantemente incazzato. Ma sempre di un essere umano parliamo, ed un essere umano è soggetto al consumo della stamina. L’orda no. L’orda non si stanca mai.
E non dimenticherò mai la mia prima vera orda che, allertata per errore, cominciò ad inseguirmi. Ve la racconto perchè ne vale la pena per capire il mood di questo titolo.
Spari un po’ poi ti accorgi che ne hai fatti fuori 5 o 6 ma ne hai almeno una trentina alle calcagna, e sono passati già 5 minuti in cui stai fuggendo, ormai esausto. Ti giri per provare a reagire ma li hai già li, pronti a prenderti e divorarti. E tu continui a scappare. Normalmente dopo 5 minuti avrei mollato il colpo e sarei ripartito dal checkpoint. Ma come vi dicevo, quando si gioca con un amico la determinazione aumenta, e ti ritrovi a fare cose che normalmente non faresti.
“Dai Dex, non mollare! Fagli odio!”
E allora perseveri e non molli. Continui a correre, ti infili in percorsi più stretti in cui l’orda sarà costretta a rallentare, ammassandosi per sua natura. E così hai il tempo di mollargli una molotov in faccia e al suono di “SI CAZZO!” ne cadrono una buona decina. Ma non è finita, si continua a correre. Ogni tanto ti giri, spari. Un altro, un altro ancora. Ma non finiscono, non finiscono più!
“Secondo me è scriptata…”
“NO! Cosa dici! Non mollare! Dai che ce la fai!”
Ti giri per sparare e senti il suono peggiore che potresti sentire in una situazione simile: “click”.
Munizioni finite, e adesso? Adesso corri. Corri senza voltarti. Diventa giorno e stai ancora correndo, quando ti ricordi di avere un diversivo tra gli oggetti, una radio che fa un gran macello e serve proprio a distrarli. Ma non hai il tempo di girarti e mirare a qualcosa, allora la lanci ai tuoi piedi in preda al panico. E senti quegli schifosi versi alle tue spalle attenuarsi e poi sparire. Ti giri col cuore ormai impazzito. Sono li. Tutti attorno a quella fottuta radiolina.
BOOM!
Tutti morti. Dopo 30 minuti di fuga disperata non ti eri neanche accorto che quello che avevi mollato giù senza pensarci troppo era un apparecchio diversivo esplosivo.
Segue il silenzio interrotto dal te e il tuo amico.
“SIIIIII!! CE L’ABBIAMO FATTA CAZZO! SIIII!”
Ecco perchè Days Gone è un giocone.

AMBIENTE DI GIOCO
Il titolo di Bend Studio di base funziona come tutti gli open world: libero di fare tutto, missioni secondarie e principali da seguire a piacimento segnate sulla mappa. Parli con tizio che ti manderà a caccia di caio per recuperare l’oggetto da dare a sempronio per guadagnarti la fiducia che ti farà sbloccare una nuova missione principale, oltre che la possibilità di accedere a nuove armi o customizzazioni della moto in quel determinato accampamento.
Ho trovato interessante anche che non tutti gli accampamenti usano la stessa moneta di scambio: essendo dei micro sistemi autosufficienti, ogni luogo ha le sue gerarchie, le sue regole, il suo “stile” diciamo così ed a volte anche la sua moneta, che otterremo consegnando “taglie”, quindi in base a come vorremo procedere dovremo anche tenere conto di <a chi> consegnare queste taglie, ottenibili facendo vari tipi di mattanza in giro per “l’inferno”, come chiamano il mondo esterno in Days Gone.
Le armi spaziano dalle mazze, che impareremo via via a rendere più letali grazie a piani di costruzione recuperati in uno specifico genere di missioni, le pistole, i fucili da mischia, i mitragliatori e i meravigliosi fucili di precisione. Anche le armi come tutto il resto varieranno dai rottami recuperati nel fienile a veri e propri strumenti di morte ad uso militare con i quali vi assicuro, soprattutto nelle fasi finali di gioco, avrete molte, moltissime soddisfazioni.
L’approccio al gameplay lo sceglierete voi e anche in questo sono rimasto piacevolmente colpito.
Praticamente ogni missione la risolverete nel modo che più si confà al vostro stile di gioco. Io ad esempio ho un approccio ai giochi da sempre molto stealth e così mi sono comportato: appostamenti per studiare il nemico, armi con silenziatore, agguati dall’erba alta e naturalmente fucile di precisione dalle lunghe distanze, ma si può benissimo gettarsi nell’azione con un bel canne mozze o risolvere tutto con la mazza da baseball. Starà a voi scegliere, ma qualsiasi metodo sceglierete la soddisfazione nell’esecuzione è garantita.
L’azione è sempre sottolineata dai commenti di Deacon che vi assicuro sono a dir poco meravigliosi!
“Tanto voi torno a bruciarvi più tardi” cit. un sempre moderatissimo Deacon St. John.

Nota dolente riguarda invece quello che dovrebbe essere un punto di forza di Days Gone, ovvero le moto, o meglio la loro customizzazione.
Mi rendo conto che ho notato questo dettaglio in quanto molto appassionato e smanettone sul genere custom, ma alcune modifiche mostravano motori privi di carburatore o qualsivoglia sistema di iniezione. Ora, per farla semplice, iniettori o carburatori servono a far andare aria e benzina miscelati all’interno del motore per permettere alla camera di scoppio di generare lo scoppio, appunto, che farà muovere i pistoni all’interno del cilindro (o dei cilindri) che faranno muovere l’albero motore che di base farà muovere il mezzo. Senza lo strumento che manda aria e benzina nel motore quest’ultimo beh… non va. Non può esistere motore a scoppio che vada senza questi elementi, perciò vedere un biker in sella ad una moto priva di carburatori devo dire che mi ha infastidito moltissimo. So perfettamente che è un appunto prettamente stilistico, ma diavolo! Il protagonista è un biker, in un ambiente dove il mezzo di trasporto ormai è di base solo la moto. Insomma non ci voleva niente. Peccato davvero.
Sarebbe stato bello anche vedere vari tipi di Harley vista la natura del passato di Deacon, ma mi rendo conto che forse dare la licenza per quel tipo di immagine non era nei piani dell’azienda americana. Anche se di base stiamo giocando a sons of anarchy con gli zo- …con i furiosi.
È fortissima l’ispirazione alla famosa serie di Kurt Sutter, per stessa ammissione degli sviluppatori di Bend Studio, cosa che ci verrà confermata non solo dal mood e dalla storia del protagonista, ma anche da vere e proprie citazioni, come la bellissima cover di “soldiers eye”, presente appunto anche in Days Gone.

STORIA
Per quel che riguarda la storia abbiamo il più classico degli inizi: scoppia l’epidemia ed è subito panico. Nell’apocalisse cittadino il nostro protagonista perderà l’amore della sua vita e ci ritroveremo sbalzati anni dopo, in un Oregon post apocalisse virale nel quale la sopravvivenza è divenuta l’unica legge per i “randagi” come Deacon e il suo amico Boozer. I randagi, come loro, vagano per le terre selvagge alla ricerca di scorte per sopravvivere e da scambiare con altri oggetti negli accampamenti, luoghi in cui gruppi di persone hanno deciso di ricreare delle comunità più o meno civilizzate.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e rendono realistiche le loro scelte all’interno di una storia non originalissima, ma sicuramente avvincente che si sviluppa in un arco narrativo un po’ altalenante. Infatti in alcuni punti più avanzati del gioco ci ritroveremo con missioni obbligate abbastanza stupide in un contesto decisamente più concitato, ma non mi dilungherò troppo su questo aspetto per evitare spoiler.
Stiamo comunque parlando di un titolo molto violento, nella forma e nella sostanza, con un protagonista dal background violento in un contesto ancora più violento. E la sopravvivenza come dicevo, è l’unica regola. Il titolo di Bend Studio non fa finta di avere un’altra natura se non quella violenta, ma sa anche regalare momenti molto seri, romantici e che vi lasceranno di sasso per quanto veri siano certi comportamenti dei protagonisti in gioco, perciò glisserò sulle inutili lamentele e proteste che si sono lette in giro sul web, tutte rigorosamente fatte da individui che non conoscono ne il contesto del genere videoludico in cui si colloca Days Gone, ne tantomeno il contesto socio culturale a cui si ispira questo titolo.

IN CONCLUSIONE
Tecnicamente parlando questo open world sorprende davvero anche nella grafica. Ci siamo scoperti non poche volte ad ammirare i paesaggi dell’Oregon durante un magnifico tramonto, così come sotto il cielo stellato in una buia notte senza luna, o nelle strade durante una bufera di neve o sotto ad una tempesta con la pioggia mossa dalle folate di vento che disegnava onde di foschia sull’asfalto, cercando di non perdere il controllo del mezzo mentre eravamo inseguiti da giganteschi lupi contagiati dal virus.
Days gone è questo, un gioco piacevole che non annoia quasi mai e sorprende per la sua semplice natura violenta che, a volte, in una giornata storta è tutto ciò che ci vuole.
Un gioco in esclusiva PS4 che sicuramente serve a Sony come riempitivo in attesa di titoli più blasonati, ma che non ha nulla da invidiare ad altri tripla A del genere.
Un gioco che dura trall’altro molto più di quanto ci si aspetterebbe, infatti personalmente ho superato le 50 ore di gioco quando me ne aspettavo la metà.
Days Gone è un bel titolo che mi sento di consigliare a chi ama l’azione, a chi ama il genere survival e a chi apprezza la natura violenta di un titolo simile.
Un open world che non soffre dei classici difetti di categoria.
Un gioco che vi regalerà molte soddisfazioni e che vi farà sfogare. Oh, se vi farà sfogare.
É il gioco perfetto se avete voglia di fare un po’ di odio.
Nonostante i difettucci, nell’insieme mi sento di promuovere a pieno Days Gone e, concludendo, mi permetto di darvi un consiglio: se volete apprezzare ancora di più il titolo di Bend Studio, giocatelo con un amico, vedrete che sarà un’esperienza davvero appagante e divertente.
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