Civilization Beyond Earth è la dimostrazione di come si possa riuscire sempre a muovere l’asticella del livello di qualità di un prodotto un po’ più in alto, avendo le stesse (solide) premesse dei suoi predecessori, riuscendo, però, a prendere una discreta distanza.
Prime le cose importanti, ché non sia mai che venga frainteso: il gioco mi è piaciuto davvero molto per le ore (lasciamo perdere quante perché comunque sarebbero troppe in relazione alla data di uscita) che ci ho speso.
Ora che mi sono tolto un peso della coscienza e voi avete capito più o meno il tono che avrà il resto della recensione, posso passare a spiegarvi le mie 5 motivazioni per cui Civilization Beyond Earth non è un titolo da snobbare perché “tanto ho Civilization 5 e questo è uguale ma con le astronavine”.
Per prima cosa, mi ero ampiamente stufato di giochi con tema storico/fantasy che di solito fanno da padrone. Forse forse, nel genere 4X, questa tendenza era appena appena smorzata dalla presenza di pietre miliari come Alpha Centauri, da cui Civilization Beyond Earth riprende alcuni sistemi di base, o i più recenti Endless Space o l’atteso Galactic Civilizations III. Nonostante ciò, riuscire finalmente a trovare un titolo di una lineup solida che non solo utilizza ma riesce ad esaltare questa tipologia di ambientazione è stata davvero una boccata d’aria fresca per il sottoscritto.
In secondo luogo, il sistema di creazione della partita permette davvero una grande personalizzazione delle caratteristiche di partenza per l’evoluzione della partita stessa: si potrà decidere, oltre allo sponsor per la missione, che tipologia di coloni inviare, che tipo di navicella utilizzare, quale sarà il contenuto del carico della nave spaziale e, dulcis in fundo, quale tipologia di pianeta provare a colonizzare. Avendo la voglia di sperimentare nuove combinazioni sul nuovo mondo alieno si potrebbe spendere un bel po’ di tempo a cercare di capire come gestire le sinergie. Per mia esperienza personale, in realtà, mi sono trovato a fare un paio di scelte che non definirei obbligate ma almeno altamente probabili, che sicuramente derivano dal mio approccio altamente conservativo e difensivo in questo genere di giochi.
Il terzo punto è la tematizzazione del gioco, studiata nei minimi dettagli. Si è sempre detto che la differenza tra un buon gioco e un grande gioco si trova nei dettagli e trovo che gli sviluppatori, in questo, abbiano fatto un gran bel lavoro. I leader delle altre spedizioni sul pianeta alieno non sono più semplici immagini tridimensionali che vogliono dare un volto alle fazioni avversarie, e anche solo per il lavoro di doppiaggio (parlo della versione originale) eccellente si può capire come abbiano puntato anche su questi aspetti. Nelle schermate di caricamento ci sono piccoli stralci presi dalla vita sulla terra del leader scelto, che ci dà, volendo, anche un’idea di come potremmo comportarci se volessimo seguire completamente le sue orme nel processo di civilizzazione del pianeta alieno.
Il penultimo motivo è l’albero tecnologico che, secondo me, è stato sicuramente uno dei punti di forza su cui gli sviluppatori hanno lavorato molto per prendere le distanze dai vecchi Civilization. Non si tratta più, infatti, di un albero tecnologico orizzontale e lineare dove a singola scelta corrisponde singola tecnologia, bensì si ha uno sviluppo delle tecnologie in maniera concentrica: al centro dell’albero si troveranno le tecnologie principali e imprescindibili come, ad esempio, la Pioneristica (che permette la creazione di Coloni per poter fondare nuove città) per arrivare alle Nanotecnologie, allontanandosi verso l’esterno. Il nuovo sistema, in più, prevede la presenza di quelli che vengono chiamati rami – la tecnologia base e più generica – e le foglie – le tecnologie più specializzanti correlate a quella del ramo cui appartengono. Ad esempio avremo il ramo della Genetica che, come sue foglie, ha Forme di Vita Aliene e Mappatura Genetica. Saremo quindi obbligati a scegliere la Genetica per poter arrivare alla ricerca di Mappatura Genetica, ma non saremo invece obbligati a scegliere Forme di Vita Aliena se la partita che stiamo facendo non ce lo richiede.
Infine, il sistema delle Affinity secondo me incarna la vera innovazione in questo titolo. Durante la partita, sia grazie al sistema di quest che alla scelta di determinati rami tecnologici, avremo la possibilità di guadagnare punti Affinity in una delle 3 possibili: Harmony, incentrata sul plasmare l’umanità e fonderla con la razza e il pianeta alieno per sopravvivere e migliorarsi; Purity, la cui idea è quella di fare affidamento solo alla resilienza della razza umana e continuare il più possibile “sulla via degli antenati”; Supremacy, in cui sarà la brama tecnologica a dettare lo sviluppo della razza umana verso una razza fusa con le macchine e immortale. Questa meccanica non vi darà quindi solo modo di sbizzarrirvi dal punto di vista strategico poiché ciascuna di queste affinity vi darà accesso ad unità personalizzate, sia dal punto di vista delle abilità che del design, che anche a 3 diverse modalità di vittoria che si andranno ad aggiungere alle classiche cui siamo tanto affezionati.
In definitiva, Civilization Beyond Earth rimane un must have non solo per coloro che non hanno mai sfortunatamente avuto modo di giocare a uno dei predecessori ma anche per i grandi fan della serie che possono mettere le mani su un prodotto di ottima qualità che può offrire moltissime ore di gioco in più dei titoli precedenti, anche grazie al perfetto supporto degli utenti che hanno già rilasciato moltissime mod per ampliare i contenuti.