Le notti d’Orienteeeee
fra le spezie e i bazaaaar
son calde lo sai, più calde che mai…
… Soprattutto se i non-morti ti lanciano addosso palle di fuoco!
Ok, forse l’ultima riga l’ho cambiata… Ma si adattava benissimo al gioco di cui sto per parlarvi: City of Brass! Avete presente quanto siete arrabbiati e avete voglia di un videogioco che vi permetta di sfogare la frustrazione picchiando nemici a più non posso e distruggendo qualsiasi oggetto vi capiti a portata? Bene, questo è il gioco che fa per voi in quei momenti.
Sviluppato da Uppercut Games, un team che include al suo interno alcuni developer che in precedenza avevano lavorato allo sviluppo di Bioshock e Bioshock 2, City of Brass è un rogue-lite in prima persona ambientato in un setting arabeggiante. Il giocatore interpreta un ladro che si ritrova in una fantastica città abbandonata, piena di immense ricchezze ma maledetta e infestata da quelli che un tempo erano i suoi abitanti, ma che ormai sono ridotti a dannate creature non-morte. Notti d’Oriente, arrivo!
In City of Brass il giocatore dovrà affrontare 13 livelli di crescente difficoltà, arraffando quanti più tesori possibile, affrontando a colpi di scimitarra e frusta i nemici che gli sbarreranno il cammino ed evitando le trappole disseminate per la città – o, ancora meglio, sfruttandole per liberarsi dei nemici. Un combat system semplicissimo, divertente ed efficace: correre e menare, correre e spaccare, correre e distruggere. Interagire con gli oggetti dello scenario (principalmente spaccandoli) non solo vi darà modo di raccogliere tesori nascosti, ma vi faciliterà anche l’uccisione dei nemici. E proprio grazie alla varietà di nemici (non-morti con diverse caratteristiche distintive) e di trappole (dalle classiche punte che escono dal terreno fino alla sabbia che spruzza fuori dalle pareti), ogni livello è particolare e diverso dagli altri.

Al terzo, sesto, nono e dodicesimo livello, il giocatore dovrà affrontare anche un boss di fine livello, mentre nel tredicesimo… Be’, come potete intuire, ci sarà il boss finale. E qui arriva il bello: ogni volta che esaurirete le vite a disposizione la partita terminerà, e dovrete ricominciare dal primo livello, perdendo naturalmente tutte le risorse accumulate. A ogni nuova partita la disposizione della mappa – generata in modo procedurale – e la dislocazione degli oggetti su di essa saranno diversi, aggiungendo un po’ di varietà al gameplay.
Nella sua esplorazione della città, il nostro ladro-tombarolo si imbatterà frequentemente in alcuni geni (perlopiù) benevoli, che lo aiuteranno in vari modi lungo il cammino: potrà infatti cedere parte dei tesori accumulati per ottenere il loro favore, e attivare così utili effetti: alcuni geni gli restituiranno parte della salute perduta, altri evocheranno uno spirito che combatterà accanto a lui, altri ancora disabiliteranno le trappole, mentre da altri potrà acquistare utili oggetti per potenziare il proprio equipaggiamento (armi o armature migliori, amuleti, ecc). Non solo! Esprimendo un desiderio, il giocatore potrà rendere i benefici dei geni ancora più preziosi… Ma naturalmente anche il loro costo aumenterà! Attenzione, però: avrete a disposizione solo tre desideri per tutta la durata per la partita… quindi usateli saggiamente.
La meccanica dei geni è divertente e ben congegnata (anzi… congeniata!), poiché lascia al giocatore molta libertà di scelta su come impostare la partita e permette di sperimentare diversi stili di gioco. Essa lo spinge inoltre a esplorare la mappa alla ricerca di nuovi tesori, dal momento che questi sono necessari per acquistare benefici e potenziamenti.

Non contenti di limitare la scelta della difficoltà al classico facile/normale/difficile, gli sviluppatori hanno inserito un sistema di vantaggi o handicap, selezionabili prima dell’inizio di ogni partita. Ecco quindi che potrete abbassare notevolmente la difficoltà aumentando le vite a vostra disposizione e il danno inflitto ai vostri nemici, o diminuendo il costo dei benefici dei geni e il numero di trappole presenti sulla mappa; ma potrete anche aumentarla, redendo i nemici più forti e più numerosi o riducendo il tempo a disposizione per completare ogni livello. Dal momento che ogni vantaggio o handicap è selezionabile singolarmente, potrete anche combinarne di più (o addirittura tutti), fino a trovare il vostro livello di difficoltà ideale. Geniale!
Il comparto tecnico fa il suo dovere e non sfigura, con una grafica non delle migliori, ma tutto sommato passabile, e un tema musicale accattivante e immersivo.

Non bisogna essere dei geni per immaginare che alla lunga questo gioco possa risultare ripetitivo, e che il dover sempre ricominciare daccapo possa venire a noia. All’inizio sono rimasta molto frustrata da questo aspetto, e ho pensato che la mancanza di una funzione di salvataggio avrebbe potuto essere compensata da altre meccaniche in-game, anche perché questo sistema poteva risultare scoraggiante per i giocatori occasionali o non troppo esperti. Ho espresso il desiderio, e sono stata accontentata: con la prima patch del gioco gli sviluppatori hanno risolto questo problema in maniera bilanciata, inserendo all’inizio della partita un portale che può trasportare il giocatore dopo l’ultimo miniboss sconfitto: tutte questo al “modico” prezzo di un desiderio! Con questa nuova aggiunta, la mancanza di salvataggi si rivela molto meno penalizzante, e il gioco è decisamente più piacevole da giocare.
In conclusione, non posso che consigliare questo gioco agli amanti dei giochi d’azione e a chi ha voglia di sfogarsi un po’ facendo a pezzi innocui oggetti e creature di pixel invece che oggetti e persone reali. Il rapporto qualità-prezzo è davvero ottimo per un gioco che forse non fa della varietà e della rigiocabilità i suoi punti di forza, ma che sicuramente saprà prendervi una volta che avrete cominciato a giocarci.
E ora basta con le (tristi) battute sui geni, è ora di andare a distruggere un po’ di non-morti!
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