Pubblicato il 23/02/15 da Jacopo Ambaglio

Apotheon: vaso-spasmi greci

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[quote]Questa è la storia di un tempo lontanissimo, il tempo dei miti e delle leggende: gli antichi Dei erano crudeli e meschini. Soltanto un uomo osò sfidare la loro potenza…[/quote]

No, non lui.
No, non lui.
Ecco, sì, lui.
Ecco sì: lui.

Nikandreos il suo nome. Egli era in possesso di una forza sconosciuta sulla terra, una forza superata solo dal suo coraggio, ma dovunque andasse era perseguitato dalla matrigna, il combat system, la cui eterna ossessione era quella di annientarlo fornendogli colpi troppo lenti e un sistema di impatti da rivedere.

Apotheon è un indie open world 2D creato dai ragazzi di Alientrap (già autori di Autocraft, Capsized e Nexuiz Classic) che ci mette nei panni di Nikandreos: un guerriero senza i poteri dei suoi colleghi dell’epoca ben più famosi, ma dotato di abbastanza coraggio da voler sfidare gli Dei, che han voltato le spalle all’umanità lasciandola in balia di carestie e cataclismi. Saremo quindi chiamati a scalare l’Olimpo per affrontare Zeus. Ovviamente, non è che puoi andare a casa sua, suonare il campanello e dirgli “adesso ti spacco tutto“: dovremo prima raccogliere strumenti sacri tramite le missioni che Era, moglie del Padre degli Dei, ci affiderà. Come? “Spaccando tutte le divinità”, che con loro almeno una speranza ce l’hai.

Era ha un po' il 'culone'... Però dai, ci sta aiutando.
Era ha un poderoso didietro.

Disquisendo del lato tecnico del gioco, asserire che il suo punto forte sta nella grafica sarebbe pleonastico (mamma mia la cultura: si vede proprio che non siamo qui a fare lo shampoo ai Satiri). È evidente e lo si capisce da soli anche dopo poche immagini: lo stile è ispirato alle famosissime rappresentazioni sui vasi del periodo rifacendosi soprattutto allo stile di Exekias. Il suo punto forte è la grafica, ma sarebbe ingiusto fermarsi solo a questo, perché le idee presenti nel gameplay sono tante e quasi tutte ben sviluppate. A partire dallo splendido level design, passando per il lato “gidierristico”, finendo con gli stupendi boss che incontreremo nella nostra scalata. Apotheon regala delle perle che vanno al di là degli splendidi fondali e della cura con cui sono disegnati i nemici (soprattutto i sopracitati boss che sono particolarmente ispirati) non solo a livello grafico, ma anche concettuale. Giusto per fare un breve esempio, prendiamo il combattimento con Artemide, nel quale vi ritroverete a competere contro in una sorta di gara di caccia, attività del quale è la Dea, dovendo dimostrare non solo di essere il più bravo dei cacciatori, ma anche la più brava delle prede, cercando di toccare determinati punti della mappa mentre si è trasformati in cervo sotto il costante pericolo delle sue frecce, per poi scambiarvi di posto.

Io che rischio la vita per screenshottare la boss fight.
Io che rischio la vita per screenshottare la boss fight.

Un accenno va anche fatto per forza al lato GDR e alle varie possibilità che ci offre: le svariate armi che troveremo lungo il cammino si degraderanno man mano che le usiamo, costringendoci ad alternarle e sostituirle spesso, gli equipaggiamenti sono facilmente potenziabili tramite i fabbri situati al mercato della città olimpionica mentre trappole, elisir e pozioni evocative renderanno ancora più varia e comoda la nostra durissima missione. Per quanto riguarda la difficoltà non ho avuto grandi problemi a finire il titolo, anche se qualche volta ci sono rimasto secco giocando a normale (non perchè io nei platform sia un totale imbecille, sia chiaro *coff*), ma per i bisognosi di bestemmie è presente anche l’opzione ‘difficile’ e un ulteriore step che si sbloccherà una volta finito il gioco (step che, per il motivo sopracitato, non voglio vedere neanche da lontano).

Io che dopo questo screen mi sono beccato una clavata in faccia.
Io che dopo questo screen mi sono beccato una clavata in faccia. True story.

Non è tutta ambrosia colata quella presente nei vasi comunque, qualche piccolo lato oscuro c’è: ad un eccelso stile grafico, un level design variegato e alle avvincenti boss fight si unisce un sistema di combattimento a tratti incerto e in alcune parti dell’avventura davvero molto confusionario. Nikandreos a volte sembra non avere peso e alcuni colpi (non solo dei boss, lì ci sta, ma anche di normali nemici) lo lanceranno indietro di parecchi metri, cosa che unita a certe tipologie di avversari che attaccano ranged arretrando tramite lance e archi darà il via a inseguimenti più riconducibili ad un episodio di Benny Hill che ad un’ epica scalata all’Olimpo. A questo aggiungiamo poi una gestione dell’ autopuntamento dei nostri di attacchi ranged non sempre ineccepibile, che ci fa colpire dei bersagli a caso mentre i nemici ci scagliano addosso l’inferno. C’è comunque da dire che tutto ciò non influisce troppo sul titolo, poiché succede davvero in pochissime situazioni delle 8-10 ore lisce che ci offre. Concludendo, Apotheon è un titolone che unisce in se numerosi generi tra cui platform, gdr e open world. Mi ha divertito parecchio e, per qualche pomeriggio, è stato una piacevolissima droga. Il mio consiglio è quello di dargli una possibilità comprandolo su Steam a 14,99€sul Playstation Store a 10,99€. Se vi è piaciuta anche la colonna sonora, sempre su Steam la trovate a 6,99€.

Apotheon Premi

Ipah - Biografia

Aspetta, faccio la presentazione standard da recensore navigato. Cresciuto coi videogiochi che quando ho cominciato io proprio levati, si giocava a Pong coi sassi. L'abilità videoludica di Faker unita al senso critico di Matt Preston.

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