Tre giorni. Settantamila persone. Centinaia di cosplay. Miliardi di gadget (stimati a occhio). E, per fortuna, anche un bel po’ di fumetti. Torino Comics 2025, la ventinovesima edizione dell’evento torinese dedicato alla cultura pop, è andata in scena all’Oval del Lingotto dall’11 al 13 aprile, richiamando appassionati da ogni angolo d’Italia con un’offerta che, tra alti e bassi, ha fatto parlare di sé.
Io c’ero. Tutti e tre i giorni. E tra un autografo, un disegno personalizzato e una lunga riflessione davanti a uno stand pieno di manga (“ne ho già tanti… ma “questo” mi incuriosisce), ho cercato di capire davvero cosa funziona e cosa si potrebbe fare meglio in una delle fiere nerd più importanti del nord.
L’angolo del cuore (e della fila): gli autori “veri”
Partiamo da quello che per molti è il cuore della fiera: gli autori. Quelli veri. Quelli che disegnano fumetti, raccontano storie, e ti fanno tremare le mani quando firmano la tua copia di Topolino.
Quest’anno la zona autori era popolata da veri e propri pezzi da novanta del fumetto italiano. Gente del calibro di Giorgio Cavazzano, Silvia Ziche, Casty, Corrado Mastantuono, Enrico Faccini, Valerio Held, Francesco D’Ippolito e Paolo Mottura. E sì, si potevano incontrare, chiacchierare con loro, e vederli disegnare dal vivo con la calma e la maestria di chi ha inchiostrato tavole leggendarie.
Proprio Mottura è stato protagonista dell’evento più “Topolinesco” dell’edizione: la presentazione in anteprima del numero 3620 di Topolino, con copertina esclusiva dedicata a Torino, ispirata alla Mole Antonelliana. Un omaggio elegante e riuscitissimo..
La zona era gestita bene, viva, con incontri interessanti e la sensazione di trovarsi davvero al centro di una cultura in fermento. Ecco, se Torino Comics volesse cercare la sua identità nel caos delle fiere pop, potrebbe partire da qui: dai fumetti e da chi li crea.
Artist Alley: il lato giovane (e più creativo) della fiera
Diversa – ma complementare – l’esperienza offerta dalla Artist Alley, dedicata a illustratori emergenti, artisti indipendenti e creativi con voglia di mettersi in mostra. Qui il mood era più rilassato, più handmade, più “ehi, ho disegnato questo drago in 200 ore, ti va di comprarlo come sticker?”. Un’energia fresca, piena di entusiasmo e (a volte) anche di vera arte.
Personalmente, ho girato questa zona con occhi da collezionista a caccia di perle: stampe bellissime, sketch su commissione e, soprattutto, tanti talenti che ti fanno venire voglia di seguirli su Instagram all’istante. È stato uno degli spazi più vivi, meno “brandizzati”, e quindi anche più autentici. Una boccata d’aria in mezzo al merchandising fin troppo spesso tristemente tarocco.
Ah, e per la cronaca: i manga slice of life che ho portato a casa con soddisfazione non erano autoproduzioni, ma li ho scovati tra le bancarelle delle fumetterie presenti, che avevano uno stock degno della selezione di onigiri in un konbini giapponese. Quella sensazione meravigliosa di sfogliare un volume nuovo tra la folla, indeciso tra un manga sentimentale e un seinen che non ti fa dormire la notte. Spoiler: come al solito ho virato sullo Shojo Slice of Life, perché sono un inguaribile romantico.
Verrà a breve pubblicato sulle nostre pagine un approfondimento, ad opera del nostro Kimer, sull’Artist Alley e il “lato indipendente” di questa Torino Comics 2025, con uno sguardo a qualche gioco Indie presente in fiera!
Cosplay, K-pop, doppiatori e le luci del palco
Ovviamente, non si vive di soli fumetti (anche se si potrebbe). Torino Comics ha offerto anche un ampio menù di intrattenimento, dal palco ai tornei, passando per musica e spettacolo. I concerti di Cristina D’Avena e Giorgio Vanni hanno avuto l’effetto nostalgia ormai garantito a tavolino. Momenti che, seppur ripetuti ogni anno in praticamente ogni fiera, continuano a funzionare.
La vera novità è stata la K-Pop League Italia, una competizione nazionale che ha visto esibirsi gruppi coreografici di altissimo livello. Anche se non siete fan del genere, non si poteva non restare colpiti dall’energia e dalla cura dei dettagli.
Nel mezzo, panel vari, tornei, l’Area Sport all’aperto con dimostrazioni di arti marziali e partite improvvisate, e la seconda edizione del Premio Onda Sonora, dedicato al doppiaggio videoludico. Con una giuria che comprendeva Renato Novara, Gianluca Iacono e Stefania De Peppe, l’evento è stato un piccolo gioiello per i fan delle voci che ci accompagnano nei videogiochi e negli anime.
Inclusività e identità della fiera: avanti, ma con equilibrio
Uno dei meriti più sinceri dell’edizione 2025 è stato il grande spazio dato all’inclusione e alla rappresentazione. La presenza della Città dell’Agenda della Disabilità, promossa da CPD con Fondazione CRT, ha permesso un’esperienza sensibile e ben strutturata, con attività interattive e percorsi educativi. Importanti anche gli incontri su tematiche LGBTQIA+, gender e body positivity.
Tuttavia, se si può avanzare una piccola critica costruttiva, è che l’identità della fiera rischia a tratti di perdersi in un calderone generalista. Tra K-pop, gaming, sport, doppiaggio, TikTok e cosplay, il filo rosso del “Comics” si sfila un po’ facilmente. Non che questi elementi non siano validi – anzi, alcuni sono stati tra i momenti più riusciti – ma sarebbe bello vedere in futuro una maggiore centralità per i fumetti e una connessione più forte tra tutte le anime dell’evento.
In conclusione: una fiera che funziona, ma che può ancora scegliere chi vuole essere
Torino Comics 2025 è stata una bella esperienza, con tante cose da vedere, da ascoltare, da comprare e da vivere. Un evento che si muove bene su più fronti, ma che forse dovrebbe smettere di voler piacere a tutti allo stesso modo. I fumetti ci sono, gli autori pure, i fan li cercano: perché non puntare su quello come cuore pulsante della manifestazione?
Meno luci da palcoscenico, più tavole da disegno. Meno like, più balloon. E magari qualche sedia in più nella zona firme, che dopo due ore in piedi davanti a Casty anche le gambe dei giovani crollano.
Alla prossima edizione, Torino Comics. E questa volta porta ancora più fumetti – ché il nome lo porti con orgoglio, ma anche con un pizzico di responsabilità.
PS: grazie per il buonissimo sidro Simona!