Pubblicato il 18/04/20 da Neko Polpo

Riot Games offre ricompensa agli hacker

Fino a $100.000 per trovare falle nel sistema anti-cheat di Valorant

Riot Games ha deciso di offrire ricompense in denaro fino a $100.000 agli hacker che dovessero riuscire a trovare delle vulnerabilità all’interno del sistema anti-cheat di Valorant. Vanguard, così si chiama la tecnologia anti-cheat di cui Riot Games è proprietaria, accompagna la beta del titolo sin dalla sua uscita, ma è proprio durante questo periodo (in cui il gioco è nelle fasi finali del suo sviluppo) che i fan e i betatester stanno sollevando dubbi sulla stessa tecnologia che dovrebbe tutelare l’utenza. Apparentemente, la soluzione anti-cheat introdotta da Riot è molto invasiva e ciò comporta preoccupazioni da parte dei giocatori sulla sicurezza di questo sistema in merito a gestione dei dati degli utenti e, quindi, della privacy.

Valorant: alcuni dei personaggi in azione nello shooter di Riot

Vanguard viene installato automaticamente nel computer di tutti coloro i quali abbiano scaricato e installato Valorant. Inoltre, questo componente viene eseguito in modalità kernel, anziché in modalità utente: ciò significa che ottiene, così, dei privilegi elevati. A tal proposito, Riot ha rilasciato un post sul suo blog in cui spiega:

Se il software anti-cheat fosse eseguito solo in modalità utente, le sue capacità sarebbero compromesse da un cheat eseguito a un livello di privilegio superiore. Ad esempio, alcune delle più avanzate comunità di cheaters hanno utilizzato l’accesso diretto alla memoria (DMA) per reindirizzare la memoria su un computer separato per l’elaborazione successiva. Riot non è interessata ad avere maggiori informazioni su di te o sul tuo computer, non più di quanto sia necessario per mantenere alta l’integrità all’interno del gioco.

Riot Games ha quindi tenuto a rimarcare il fatto che non ci sia interesse da parte loro nel raccogliere ed elaborare informazioni personali dai computer nei quali Vanguard viene installato. Inoltre, nonostante non ci sia la volontà di spiegare nel dettaglio come questo sistema funzioni, è stato rivelato che il driver Vanguard (modalità kernel) viene utilizzato dal client per convalidare la memoria e lo stato del sistema così da avere la certezza che il client non sia stato manomesso.

Le ricompense

Nonostante le rassicurazioni agli utenti da parte di Riot Games, la società ha deciso di utilizzare HackerOne per offrire una serie di ricompense a tutti coloro i quali riuscissero a trovare delle falle nel sistema. Questa decisione sembrerebbe essere anche un modo di offrire maggiori sicurezze a tutti quei giocatori scettici nei confronti della soluzione trovata da Riot con Vanguard. L’utilizzo degli hacker e di HackerOne, tra l’altro, non è una novità nella storia dell’azienda: già in passato era stata sfruttata questa piattaforma per un totale di circa 2 milioni di dollari in premi elargiti da Riot Games. Purtroppo, barare nei giochi competitivi è uno dei problemi più grandi che affligge il settore e la community, non solo su Valorant, rovinando l’esperienza soprattutto ai giocatori più appassionati.

Vi avevamo parlato dell’apertura della closed beta di Valorant al pubblico e avevamo anche accennato alla questione del cheating a questo link, a cui vi rimandiamo se voleste maggiori informazioni. Seguiteci per restare aggiornati!

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