Pubblicato il 18/06/21 da Neko Polpo

Mortal Kombat: i film

Un confronto tra il primo release del '95 e quello uscito da poche settimane

Mortal Kombat: i film

Approfittando dell’uscita nelle sale cinematografiche del nuovo film di Mortal Kombat, ho deciso di proporvi un’articolo che mette a confronto la prima pellicola dedicata al picchaduro di Midway Games uscita nel 1995 e il nuovo reboot della saga – senza spoiler. Come è facile immaginare, i due film hanno molto in comune, ma le differenze che li separano hanno portato a due risultati opposti.

Mortal Kombat, il film del 1995

Mortal Kombat Film 95

Nel 1994 il film di Street Fighter, il primo ispirato a un videogioco di lotta, si era rivelato un mezzo flop: al successo commerciale aveva fatto da contraltare un responso critico impietoso, che rimproverava al film una trama inconsistente, una sceneggiatura impalpabile e le prove mediocri degli attori.

La produzione e la scelta del cast

Più o meno nello stesso periodo, il produttore Lawrence Kasanoff pensa a un film basato sulla concorrenza e, dopo aver perso Jean-Claude Van Damme, che rifiuta il ruolo di Johnny Cage per quello di Guile, riesce a mettere insieme un cast tutto sommato buono, composto da un mix di attori affermati e giovani promesse. Christopher Lambert (già star di Highlander insieme a Sean Connery) selezionato per ruolo di Raiden; Cary-Hiroyuki Tagawa, lanciato da Bertolucci ne L’ultimo imperatore (9 Oscar su altrettante candidature), veste i panni di Shang Tsung; Sonya Blade (la cui parte originariamente era per Cameron Diaz, che però si ruppe un polso durante gli allenamenti) è interpretata da Bridgette Wilson; a sostituire Van Damme arriva Linden Ashby per un Johnny Cage che lo lancerà. Per la parte di Liu Kang infine ci si rivolge a un giovane attore di Honk Kong che ha già una lunga lista di apparizioni in patria: Robin Shou.

Il film e la fedeltà al videgioco

Sub Zero vs Liu Kang

Il film che ne esce è purtroppo spezzato in due: nella prima parte vengono introdotti i personaggi e viene fatta un po’ di luce, ma non troppa, sulle loro origini. Una volta però che arrivano sull’isola di Shang Tsung, la trama si fa spezzettata e un po’ ripetitiva: i buoni passeggiano indisturbati in qualche posto, i cattivi tendono un agguato, si lotta e vince chi deve vincere.

Sono apprezzabili però i richiami al videogioco – come il mitico “Get over here” di Scorpion – e solo in alcuni casi appaiono forzati. Quel che non è ben inserito nella trama sono invece i poteri sovreannaturali dei protagonisti: Sub-Zero e gli altri ne hanno semplicemente perché non sono umani, mentre gli uomini ne sono sprovvisti e Liu Kang arriva a possederne uno – la Fireball – senza che venga contestualizzato.

Il grande pregio però, e il motivo per cui è un film riuscito meglio del concorrente Street Fighter, è quello di aver messo il torneo al centro della trama. Questo fa sì che la pellicola sia almeno in grado di stare in piedi da sola, nonostante la regia e la sceneggiatura non brillino particolarmente.

Il Mortal Kombat del 1995 è insomma un film decente, con un fan service che lo rende perfetto per chi conosce il gioco, ma che sembra non interessarsi troppo dell’altra parte del pubblico.

Mortal Kombat, il film del 2021

Mortal Kombat film 2021

Il buon successo del primo Mortal Kombat portò a un sequel. Il cast però fu rimaneggiato, la trama in parte slegata dal prequel e, in sintesi, si rivelò un film inguardabile. Da allora il franchise ha tentato più volte di rilanciare il videogioco sul grande schermo, riuscendosi solo di recente.

La produzione e la scelta del cast

Nel 2010 Kevin Tancharoen, regista e coreografo, aveva pubblicato un corto intitolato Mortal Kombat: Rebirth con l’intenzione di rilanciare la saga cinematografica. E nonstante siano ormai passati undici anni, è proprio da lì che la nuova pellicola muove i primi passi. Nel 2016 è stato slezionato come registea Simon McQuoid, alla prima, convincente prova dietro la macchina da presa.

Per i ruoli principali sono stati scelti Joe Talisman (Indonesiano e olimpionico di Judo con diversi film alle spalle) per interpretare Sub-Zero; mentre la sua controparte, Scorpion, è interpretata da Hiroyuki Sanada (Avengers: Endgame, L’ultimo samurai, Wolverine – l’immortale). Cin Han, già presente in Captain American: il soldato d’inverno, prende il ruolo di Shang Tsung; Ludi Lin e Max Huang sono rispettivamente Liu Kang e Kung Lao; a Tadanobu Asano va il ruolo di Raiden. Viene poi introdotto un nuovo personaggio, pensato apposta per il film e interpretato da Lewis Tan: Cole Young.

Un risultato sorprendente

Goro vs Cole Young

Come il suo predecessore, anche il nuovo Mortal Kombat mette il torneo al centro della trama, ma si concetra di più sulle intenzioni di Shang Tsung di sabotarlo: ne esce allora una film con le giuste pause, in cui i combattimenti ci sono, ma non si susseguono in modo insensato. Anche i poteri sovrannaturali dei protagonisti, questa volta disponibili a tutti, sono giustificati dalla trama e per ottenerli da una parte i personaggi devono essere dei prescelti, ma dall’altra devono anche avviare un processo di ricerca interiore e maturazione che porta ad esiti non scontati.

Un altra scelta coraggiosa è quella di avere perdite eccellenti da entrambe le parti: senza anticipare troppo, vi dico solo che non vince sempre che vi aspettereste e alcuni personaggi sono sullo schermo per meno tempo di quanto forse vi piacerebbe. La trovata di Cole Young poi dà alla trama una base solida, che permette al film di funzionare su più livelli e di approfondire a dovere le storie di background dei personaggi principali.

In ultimo, anche in questa pellicola i riferimenti al gioco scivolano via senza problemi e non sembrano forzati. È insomma un film più completo rispetto al suo predecessore, che rende giustizia alla crudezza del videogioco. Anche questo non sembra intenzionato ad attrarre altro tpo di pubblico, ma rimane comunque un film coerente e ben fatto, che ha imparato la lezione del precedente e quella del Marvel Cinematic Universe.

Le differenze tra i due film di Mortal Kombat

Scorpion 1995

Come avrete già intuito, la più grande differenza sta nella gestione della trama: nel primo caso ci si concentra, soprattuto da un certo punto in poi, soltanto sui combattimenti. Il film del 2021 invece consegna allo spettatore la giusta tensione e la giusta quantità di azione, laddove nel 1995 ad un certo punto veniva voglia di dire basta.

Anche sotto il punto di vista della colonna sonora le cose sono migliorate. Se ventisei anni fa ci si era accontentati di incorporare la mitica track originale del gioco, oggi vi ritroverete con delle note sparse che accennano a quella musica per proporvela, rimaneggiata e migliorata, nel momento cluo. Il restyling dei personaggi anche rende giustizia al film, che nel primo caso sembrava a tratti l’adattamento di un cartone animato.

Reptile

Chiuderei con gli effetti speciali. So cosa state pensando: nel 1995 i mezzi erano limitati. E mica tanto. Abbiamo già visto cosa era stato in grado di fare Super Mario appena due anni prima. E Jurassic Park, uscito anche lui nel 1993, ha una CGI che sarebbe considerata di primo livello anche se il film uscisse oggi. In Mortal Kombat invece, gli effetti speciali sono decisamente scarsi, con Reptile che sembra il batterio cattivo di una pubblicità per detersivi.

Il Mortal Kombat odierno gode ovviamente di tecnologie migliori, ma non è per quello che risulta un film migliore. Vale la pena vederlo, sicuramente più del suo predecessore.

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