L’isola errante. Ultimamente mi sono imbattuto in questo manga in due volumi (almeno per il momento) che ritengo essere una delle migliori opere che io abbia letto negli ultimi anni. Pubblicato da Dynit per la collana Showcase e scritto e disegnato da Kenji Tsuruta, rappresenta un piccolo capolavoro nell’ambito della produzione fumettistica nipponica d’autore.
Probabilmente il nome di Kenji Tsuruta non dirà molto ai più, se non per il fatto di essere autore di un’opera trasmessa ormai molti anni fa sulle reti MTV durante le Anime Night, “Abenobashi – Il quartiere commerciale di magia“.
La trama parla di Mikura, una giovane postina che consegna lettere e pacchi grazie al suo idrovolante, con la compagnia del suo gatto Endeavour. Alla morte del nonno trova un pacco mai consegnato, diretto verso un’isola che non esiste da nessuna parte, l’isola errante.
L’isola errante è sogno o realtà?
Qui inizia il viaggio di Mikura, che si scontrerà inevitabilmente con voci, pareri, negazioni immediate degli stessi e dell’isola. Tutto il viaggio è incerto, diviso tra sogno e realtà, ma è ben strutturato, poggiandosi su basi narrative solide che mantengono il lettore attaccato all’opera, nonostante una struttura sì molto pulita, ma anche lenta, riflessiva, con la presenza di tavole dettagliatissime e bellissime da vedere.
I toni dell’opera sono molto leggeri, adatti a tutti e rappresentano un’opera universale, a meno che non siate alla ricerca di qualcosa specificatamente d’azione. Tutto il fumetto si presta a numerose letture e riferimenti alla letteratura, nonché ad un parallelo Miyazakiano, un misto tra Kiki’s Delivery Service e Porco Rosso.
C’è un solo difetto: i due volumi al momento presenti sul mercato non chiudono l’opera, lasciando presagire una conclusione entro il prossimo volume o quello immediatamente successivo, che spero sinceramente di vedere presto.
L’isola errante è una gioia per gli occhi, un piccolo capolavoro che non dovreste assolutamente farvi sfuggire.
> |