Come riassumere Zengeon in poche parole? Che ormai le tag “action RPG” e “roguelike” vadano a braccetto per quei lidi di Steam, è un fatto risaputo. Quando poi alla minestra si aggiunge la dicitura “anime”, ecco che di primo impatto iniziano a sorgere alcune perplessità riguardo un prodotto: tale trittico spesso è indice di scarsa cura per i dettagli e non di rado cela il rischio di trovarsi per le mani un titolo raffazzonato.
Zengeon purtroppo cade a pennello in tale definizione, ma vediamo perché.
Zengeon – Gameplay
Omettendo volutamente il paragrafo relativo alla trama, in quanto quest’ultima si è rivelata piuttosto trascurabile, è chiaro come il focus dell’esperienza sia il gameplay: su questo piano Zengeon riesce a fare il suo lavoro a metà.
Una volta scelto uno dei cinque personaggi a disposizione (di cui due selezionabili sin dall’inizio e gli altri tre da sbloccare), dopo una breve introduzione si viene catapultati nel primo stage: qui tramite una visuale isometrica e controlli che ricordano molto più un moba che un hack and slash, ci si sposta nei livelli generati proceduralmente, regolarmente imbottiti di nemici e loot.
Il combat system è divertente e riesce discretamente a differenziare il gameplay in base al personaggio utilizzato, potendo ad esempio scegliere se buttarsi nelle mischia andando di melee o tenersi sulla distanza per bersagliare i malcapitati con fireball et similia.
Eliminando nemici e sfasciando oggetti nello scenario -che non sempre sono evidenziati come dovrebbero -, si ottiene una valuta necessaria a sbloccare i santuari facenti le veci dei sempreverdi forzieri contenenti loot utile alla bisogna, spesso traducibile in abilità passive di vario tipo.
Una formula tutto sommato funzionale, ma che ben presto mostra i propri limiti: pur volendo soprassedere sulla ripetitività classica del genere, ogni run non ricompensa affatto il giocatore poiché una volta al game over le uniche scelte saranno quelle di ritentare o tornare al menù principale.
Se si escludono i tre personaggi bloccati all’inizio, Zengeon non presenta sboccabili o una qualsivoglia forma di progressione; l’impossibilità di salvare o di mettere in pausa poi sono elementi che peggiorano ancor più la situazione.
Le sessioni di gioco sono soltanto online e la community inesistente, rendendo le scorribande in solitaria l’unica prassi e impedendomi così di testare il netcode.
Comparto tecnico
Zengeon si fregia di un cel-shading apprezzabile per quel che concerne personaggi e nemici, ma le ambientazioni dal sapore orientale risultano perlopiù scarne e poco ispirate.
Le animazioni che muovono il tutto sono fluide e piacevoli alla vista, anche se spesso finiscono per mescolarsi alla mandria di numeri a schermo quando si affrontano nutriti gruppi di nemici; senza infamia e senza lode il sonoro che svolge discretamente il suo lavoro senza tuttavia eccellere in alcunché.
Zengeon – Conclusioni
Zengeon è un roguelike apprezzabile per coloro che amano il design “anime” e gli action a vista d’uccello, un prodotto che nella sua semplicità può divertire i meno esigenti. Tuttavia è quando si scava in profondità che il titolo mostra i suoi evidenti limiti e ciò potrebbe non andare a genio a chi magari si aspetta un gameplay più sfaccettato.
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