South of Midnight è uno di quei giochi che attendevo con discreto interesse, per questo 2025. L’ho seguito con vago stupore sin dai primi trailer, incuriosito da quelle vibe da country-folk statunitense, esteticamente un po’ cupo ma sonoramente molto vivace.
Finalmente uscito lo scorso 8 Aprile per PC e Xbox, il titolo Action-Adventure di Compulsion Games e pubblicato da Xbox Game Studios ci è stato gentilmente regalato e non ho atteso un secondo oltre prima di metterci le mani sopra.
La Storia di Hazel.
South of Midnight racconta la storia di Hazel, una giovane ragazza che vive in una piccola comunità all’interno di una piccola casetta proprio sopra un fiume. Durante una tragica notte, una tempesta porta via la casa e sua madre: così inizia l’avventura di Hazel nella speranza di riuscire a ritrovare il suo ultimo genitore rimasto. Non passa troppo tempo però, prima che la giovane protagonista si renda conto di essere una “Tessitrice“, una specie di maga in grado di utilizzare poteri magici basati su fili e uncinetti.
So che la sinossi non promette niente di particolarmente elettrizzante, e in realtà lo stesso si può dire anche per la narrativa stessa del gioco: un susseguirsi di livelli ampiamente slegati l’uno dall’altro, con personaggi che raramente ricorderemo e quasi sempre rimarranno all’interno del loro piccolo spazio di circa un’oretta per livello.
Gli NPC, i boss, le storie… Quasi tutto completamente slegato rispetto all’effettiva trama di Hazel e della madre, tasselli che ipoteticamente dovrebbero concretizzarsi nella storia della “Tessitrice” ma che, alla fine dei conti, rimangono relegati a nient’altro che un livello necessario per passare al successivo.

Questo non significa che la storia nel suo complesso sia malvagia, sia chiaro. Solo che ad un occhio ormai abituato a un certo tipo di narrativa può risultare vetusta, già vista e in certi punti addirittura fastidiosa.
Hazel è spesso scanzonata oltre ogni giustificazione: non sono state poche le volte in cui, di fronte a situazioni cruenti e meschine mi sarei aspettato di veder rabbrividire la protagonista… Solo per essere sorpreso da una scrollata di spalle. Non stiamo parlando di battute alla Dylan Dog, in cui l’umorismo funge da diversivo contro qualcosa che altrimenti abbatterebbe l’animo umano in un secondo, quella mostrato da Hazel e duro e puro menefreghismo celato dietro brevi “oh no, che peccato… Anyway“. Davvero tristissimo.
Un Gameplay Semplicemente… Vuoto.
Per quanto mi riguarda, la delusione più grande l’ho riscontrata dal punto di vista del gameplay. Ma prima di approfondire, ci tengo a sottolineare una cosa: di base, il gameplay di South of Midnight non ha niente di intrinsecamente sbagliato. Da un punto di vista puramente pratico, sulla carta, non fa niente di errato, non ci sono errori evidenti, se mettessi il pad in mano a una persona che non l’ha mai giocato, spiegandole i controlli per affrontare un paio di orde di nemici e qualche fase platform penso che potrebbe anche rimanere soddisfatto dal feedback e dal gameplay loop.
Il vero problema, purtroppo, si trova nella ripetitività di tutto questo: l’opera di Compulsion Games sfoggia pressoché il 70/80% dei nemici e della totalità delle meccaniche di gioco nelle prime due ore circa. Dopodiché, le restanti 10 ore di gioco non sono altro che una ripetizione pedissequa e, onestamente, abbastanza noiosa delle stesse cose già viste nelle prime fasi. E persino con tutta questa ripetitività, rimane comunque complicatissimo riuscire a prevedere gli attacchi avversari o anche solo leggere le loro animazioni correttamente per schivare al momento giusto!
A pochissimo serve lo “skill tree”, unico modo di spendere la valuta di gioco, che aggiunge giusto qualche effetto e una singola abilità aggiuntiva. Alla lunga, South of Midnight è semplicemente una ripetizione eterna di meccaniche dapprima carine, ma che inevitabilmente arrivano a stancare il giocatore.

Anche dal punto di vista Level Design non siamo messi granché meglio. I livelli saranno quasi sempre lunghi corridoi in cui gli unici, brevi bivi saranno dedicati a rapide sezioni platform (o, nel peggiore dei casi, altri combattimenti tutti uguali) per ottenere valuta di gioco da spendere per qualche power-up di dubbia utilità o, più raramente, aumenti della vita massima.
Insomma, temo che le mie aspettative si siano scontrate contro l’invalicabile muro della realtà dei fatti.
Ma, come una luce in fondo al tunnel…
Quel che è indubbio, tuttavia, è la qualità artistica del titolo.
Da questo punto di vista penso di potermi ritenere – quasi – pienamente soddisfatto di South of Midnight: la grafica non sarà spaccamascella ma ha una dignità e una bellezza tutta sua, le ambientazioni sono caratterizzate con dovizia e tanti particolari, i personaggi sono peculiari ma estremamente caratteristici e unici nel loro genere e nelle loro movenze.
E a proposito di movenze, piccola nota di demerito, purtroppo, all’effetto stop-motion che a mio parere non rende molto: i personaggi si muovono a un framerate diverso da quello del gioco, scelta chiaramente stilistica e non frutto di errori, ma comunque a mio parere poco sensata. Tutto sommato, è applicata abbastanza da risultare relativamente fastidiosa ma non abbastanza da rendere a dovere l’effetto stop-motion.

Altra medaglia al petto per la colonna sonora, specialmente le canzoni dedicate ai boss: ogni nemico principale avrà una canzone speciale dedicata esclusivamente a lui/lei, che racconta la storia del personaggio ognuna con uno stile e un genere diverso.
Unica pecca, l’assenza di sottotitoli che rendano fruibili le canzoni anche a chiunque non riesca a seguire le parti cantate in inglese.
Il peso delle aspettative.
Ammetto che parte del motivo per cui sono rimasto sostanzialmente deluso da South of Midnigh sia dovuto alle aspettative che avevo per il gioco. Da un team ormai navigato come Compulsion Games mi aspettavo di ritrovarmi davanti a un Action-Adventure dalla trama impegnativa, o quantomeno allettante, e dal gameplay variegato e divertente, oltre che ad un’opera dall’estetica particolare e accattivante.
Purtroppo, solamente una delle tre parti si è rivelata all’altezza delle mie speranze. Non metto in dubbio che il titolo possa piacere a molti videogiocatori, specialmente se fruito all’interno dell’Xbox Game Pass, ma per chi cerca un’avventura davvero fresca e coinvolgente temo che questo gioco non sia una scelta ottimale.
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