Potrei iniziare questa recensione con una delle abusatissime battutine a sfondo sessuale volte a evidenziare la forte propensione del brand a puntare sul fanservice più spudorato, ma non è ciò che farò.
Questo perché Senran Kagura, nonostante sia chiaramente pensato per ruotare attorno a elementi come Life and Hometown, è ben più che donnine seminude intente a menarsi fra loro, affermazione che a una prima occhiata potrebbe sembrare errata e rivolta ad andare controcorrente per il puro gusto di farlo.
Nelle seguenti righe proverò a illustrarvi il gioco sotto una luce diversa dal solito “tette, tette, tette!” e a esplicarvi i molteplici punti di forza del titolo, i quali vanno ben oltre le forme delle avvenenti protagoniste. Scendendo più nello specifico, per tutti coloro che, grazie a questa versione PC di Shinovi Versus, stanno iniziano ora ad approcciarsi col franchise, vi basti sapere che la storia si colloca temporalmente subito dopo gli eventi del capitolo Burst per Nintendo 3DS, ma non è necessario aver giocato quest’ultimo poiché basta cliccare sulle parole evidenziate in arancione durante i dialoghi per ottenere una spiegazione più dettagliata su cosa è accaduto in precedenza. O semplicemente utilizzare l’amico Google, se preferite.
Tuttavia, non è la trama ad essere la colonna portante il comparto narrativo e ben presto ne capirete il perché, ma andiamo con ordine.

In questo capitolo della saga ideata dal genio di Kenichiro Takaki, vedremo volti noti e new entry (un po’ meno “new” per chi, come il sottoscritto, ha giocato la recente release europea di Estival Versus) impegnati a darsi battaglia nella Shinobi Battle Royale, evento in cui tutti gli istituti per apprendisti ninja competono per la gloria e per i propri ideali.
Una premessa narrativa decisamente insipida che però trova sfogo nell’eccellente lavoro di caratterizzazione svolto sui personaggi, che traspare in ogni singola riga delle numerose sequenze in stile visual novel: attraverso le vicende narrate infatti, si scoprono piccoli e grandi dettagli sul passato delle shinobi, fornendo le stesse di background interessanti e convincenti che vanno a delineare personalità ben distinte per ognuna di esse.
Appurato che sono i personaggi e non la trama a portare avanti il tutto (situazione che si riscontra in ogni gioco della serie finora rilasciato), è il momento di concentrarsi sul punto cardine dell’esperienza, ovvero il gameplay.
Avviata una nuova partita, ci verrà chiesto di scegliere tra uno degli istituti partecipanti al torneo, ossia Hanzo, Gessen e Hebijo, rappresentanti le tre route da seguire e che, una volta completate, sbloccheranno la quarta campagna dedicata alla Crimson Squad di Homura, fornendo al giocatore il quadro completo della situazione.

Scelta la route, verremo catapultati nella lobby i cui design e struttura varieranno a seconda della scuola ed in cui potremo muoverci liberamente per usufruire dei servizi in essa presenti. Tornano quindi le missioni suddivise in capitoli (che nella sottoserie Versus includono anche la modalità Shinobi Girl’s Heart, subquest dedicate ad ogni singola ragazza), la Dressing Room utile a personalizzare le protagoniste come più ci aggrada e la sezione Library che funge da galleria per i contenuti sbloccati quali immagini, video e musica. Fanno invece la loro prima comparsa lo Shop, negozio che permette di acquistare (chi l’avrebbe mai detto ?) personalizzazioni ed elementi di varia natura, nonché di partecipare ad una lotteria di biancheria intima, ed il Dojo, che altri non è che il multigiocatore online, comprensivo di tre modalità PvP suddivise in un classico deathmatch (da soli o a squadre), la Strip Battle – vi lascio indovinare in cosa consiste – e Understorm, competizione a punti con l’obbiettivo di pestare gli avversari e raccogliere la biancheria da loro rilasciata.
Dedicando due righe al gioco in rete, fortunatamente non essenziale ai fini della godibilità complessiva, c’è da dire di come il netcode sia funzionale ma non eccelso, poiché afflitto da lag e rallentamenti frequenti durante le partite, ma ciò potrebbe dipendere anche dalle pessime connessioni nostrane.

Qualunque sia la modalità selezionata, il gameplay di Senran Kagura si descrive in poche parole: mazzuolare gli anonimi malcapitati di turno per poi scontrarsi col boss solitamente rappresentato da una o più shinobi rivali. Da un concept così basilare ne deriva un divertimento semplicistico ma effettivo, rendendo il titolo un must per chi cerca un action frenetico e immediato.
E così, destreggiandosi tra attacchi deboli e forti, schivate e combo aeree più o meno infinite, si impara molto rapidamente a valutare quand’è il momento di attivare la Trasformazione Shinobi. Consumando una delle pergamene ottenibili picchiando gente o sfasciando elementi dello scenario, trasformarsi consentirà alla protagonista utilizzata di assumere una forma potenziata, dotandola di nuove mosse e abilitandola all’uso dei Ninpo, potenti tecniche ninja attivabili con la pressione del grilletto sinistro in combinazione con uno dei tre tasti principali (colpo leggero, pesante e scatto). Torna inoltre la modalità Frantic, che una volta attivata ridurrà in lingerie le prosperose combattenti, azzerandone completamente le difese ma incrementando drasticamente l’attacco, risultando in una rischiosa arma a doppio taglio.

Tra una partita e l’altra tuttavia, non fatica ad emergere il principale difetto del titolo: la forte ripetitività che non tarda a manifestarsi e che potrebbe far desistere i meno pazienti, già potenzialmente inclini a mollare il tutto per i caricamenti troppo lunghi e frequenti. Oltre a falciare orde di nemici infatti, l’esperienza non offre molto altro, rendendo Shinovi Versus più godibile se giocato a piccole dosi e magari a difficoltà massima, visto il grado di sfida non elevatissimo dato dall’intelligenza artificiale che ha la demenza nel sangue.
Qualora invece foste tra coloro ben consapevoli di tali fattori e abituati al costante ripetersi di generi come musou e beat ‘em up, non darete troppo peso a questo e continuerete a divertirvi nello svestire a suon di botte chi avrà la sfortuna di incrociare il vostro cammino, in un’avventura dalla longevità che si attesta sulle 30-40 ore di gioco.
Spostando l’attenzione sul comparto tecnico, il lavoro di porting svolto da XSEED è encomiabile, con una gran cura riposta nel rifacimento delle texture e la rimozione dell’odiosa sagomatura che affliggeva i modelli su PlayStation Vita, portando il tutto a granitici 60 fotogrammi al secondo. Ciononostante, la scarsa mole poligonale di alcuni elementi, mista alla povertà di nemici su schermo e particellari, tradisce più volte le origini “portatili” della produzione Marvelous. Altalenanti le animazioni: splendide da vedere in combattimento, perdono immancabilmente di qualità nel momento in cui ci si muove nella lobby.

Piccolezze che, pur non passando inosservate, dimenticherete in fretta, in favore di un gameplay dall’azione frenetica, accompagnato ottime soundtrack e condito da quel pizzico di erotismo tipico di una saga abituata a trattare determinati argomenti con una spensieratezza che, specialmente nel mondo odierno ormai propenso ad oltraggiarsi anche per la più insignificante delle quisquilie, ha dell’invidiabile.
Che aspettate? Siete ancora lì? Correte sulla pagina Steam a spendere quei 27,99 € e vi renderete conto di aver fatto l’affare della Vita.
…ooops!
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