Pubblicato il 06/10/15 da Jacopo Ambaglio

Pro Evolution Soccer 2016: no more binary domain.

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Il più grande difetto di Pro Evolution Soccer, negli ultimi anni,  è sicuramente i famigerati binari, ed ecco infatti che, come ogni anno, la sfida tra i due colossi calcistici arriva puntuale come un treno.

Per distogliere la vostra attenzione dall’orrenda battuta introduttiva, andiamo immediatamente a vedere se quest’anno il simulatore calcistico Konami è riuscito a risalire la china, raggiungendo il suo acerrimo rivale FIFA.

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Le novità non partono dai menù.

Non è una critica che le novità non partano dai menù, ma una semplice segnalazione. Il numero delle modalità a disposizione non era un problema e Konami, quest’anno, si è concentrata sul gameplay, più avanti vedremo come. Anche nel capitolo del ventesimo compleanno della serie abbiamo a disposizione le stagioni online, la Master League, il myClub, le amichevoli e, ovviamente, le varie coppe licenziate in esclusiva.

PES realizza sogni, tipo l'Inter in Champions league.
PES realizza sogni, tipo l’Inter in Champions league.

Tranquilli però, le prime news non si fanno certo attendere: appena iniziata una nuova Master League, dopo aver scelto la squadra di partenza, ci si ritrova davanti ad un menù completamente rinnovato che all’inizio può confondere, ma già dai primi “smanettamenti” ci fa rendere conto di quanto sia semplice ed intuitivo, infinitamente migliorato rispetto alla vecchia edizione. Le nuove cutscene di presentazione dei giocatori appena acquistati e le conferenze stampa in video creano un’ immersione unica, elemento nel quale, bisogna dirlo, la concorrenza, con la sua modalità carriera, un pochino pecca.

Oh, still better than Mancini.
Oh, still better than Mancini.

Dall’altra parte della recinzione, dove abitano i difetti, è presente poca libertà di intavolare direttamente le trattative, e davanti ad un “le trattative si sono arenate” si può solo attendere e riprovare in un secondo momento, ma senza grandissimi spazi di manovra.

Per quanto riguarda il myClub, introdotto in PES 15, ci sono stati notevoli passi in avanti. L’alchimia della squadra ha parecchia importanza e bisognerà adattarsi alle specifiche dell’allenatore scelto per far girare bene i giocatori, il che rende l’esperienza molto più dinamica rispetto all’Ultimate Team di Fifa, nel quale quest’implementazione sarebbe un difetto.
Come infatti sapranno bene gli invasati di giochi calcistici che sono in possesso di entrambi i titoli, costruire una squadra valida è più difficile nel titolo EA, poiché va a basarsi sull’apertura delle bustine o sull’asta online, in cui i giocatori più forti hanno spesso prezzi esorbitanti.
Qui invece siamo sempre in presenza di un metodo in cui il fattore “C” è innegabile, ma grazie alla possibilità di fare “scouting” tramite agenti che, a seconda di quanti crediti abbiamo a disposizione, possono darci la certezza di trovare un calciatore destinato ad un reparto scelto o addirittura un calciatore di una certa rarità, possiamo in qualche modo limitare il fortuito.

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Assemblare una squadra valida non richiederà mesi.

Passiamo però a quello che davvero interessa tutti ora, che con i menù, le scrittine e la roba gestionale ho già tediato abbastanza. Vediamo come si presenta sul campo.

La grafica ha subito diversi ritocchi ed i modelli dei giocatori sono davvero piacevoli da vedere, ma ancora più importante sono stati curatissimi persino i modelli di quelli meno conosciuti che oh, sembra niente, ma di certo aumenta mica di poco l’immersività. “Immersività” è proprio la parola chiave di quest’anno, come già introdotto nel paragrafo dedicato alla Master League: i movimenti della IA sono ulteriormente migliorati dall’edizione passata, si spostano bene per il campo dando parecchie opportunità d’azione al portatore di palla e permettendo, a chi lo controlla, svariate opzioni di manovra. Il ritmo di gioco è stato leggermente velocizzato, senza arrivare agli estremi di modalità frenetiche come il Fifa Ultimate Team. Attenzione però, non lo sto assolutamente definendo un difetto, ha semplicemente un ritmo diverso, più lento e più ragionato che predilige le azioni di squadra a quelle individuali: è semplicemente un modo diverso di intuire il reparto offensivo. A tutto questo va ad aggiungersi l’abolizione dei maledetti binari, fattore già migliorato notevolmente in PES 15 e che qui dà la possibilità di muoversi davvero, finalmente, a 360° donando, insieme a micro-animazioni curatissime, una fluidità di movimenti senza pari nel mondo del calcio videoludico.

Gli effetti climatici variabili durante la partita sono un tocco di classe e ne parlo subito perché si collegano ottimamente al feeling che avrà il vostro portatore di palla durante stop, dribbling e passaggi.
La fisica della palla segue bene le condizioni del terreno, non mancheranno gli scivoloni della sfera durante una progressione, anche se, a volte, sembrano essere fin troppo esagerati e frequenti. Questo non va comunque a rovinare l’atmosfera che si crea quando, nel bel mezzo di una partita a cielo coperto, si mette a piovere all’improvviso… così potete dire al vostro avversario “eh, stavo andando bene, poi si è messo a piovere”. Guardate che non è facile scrivere recensioni di giochi di calcio da interista, ve lo giuro, e comunque ho battuto più calci d’angolo di tutti voi messi insieme (altra cit.).

Passi avanti anche per quanto riguarda il reparto offensivo, la difesa lascia meno spazi ed è più facile difendere correndo meno rischi, forse anche troppo. La possibilità di pressing sull’attaccante è più aggressiva, ma è aiutata dagli esigui interventi dell’arbitro che davvero troppe volte non punisce veri e propri omicidi di primo grado. Restando collegati alla fase difensiva e allo scarso intervento arbitrale, è un titolo che premia eccessivamente i giocatori più fisici, obbligando quelli più piccoli e veloci ad aver bisogno di ampi spazi e rapidi uno-due per essere incisivi, piuttosto che poter contare sulla loro abilità individuale anche davanti ad un inserimento apparentemente semplice.

Felipe Melo ferma Di Natale in un contrasto aggressivo.
Felipe Melo ferma Di Natale in un contrasto aggressivo.

Solo una precisazione personale prima di passare al resto: molti si lamentano dello strapotere di alcuni giocatori e, su questo, andrò controcorrente, ma sono d’accordo solo a metà. I contrasti aggressivi limitano questo difetto, ma è anche vero che, in visione di qualche patch che va a sistemare gli arbitri, potrà essere una carenza più evidente. Detto questo nessuno dei “mostri” che ho provato mi ha giocato la partita completamente da solo, gente come Cristiano Ronaldo, Messi, Ibra o Aguero avranno bisogno del gioco di squadra per essere davvero determinanti. Il Wolfsburg comunque non ha chiesto una patch quando Lewandoski gliene ha picchiati 5 in 9 minuti.

Concludendo la panoramica, la telecronaca è affidata nuovamente a Fabio Caressa e Luca Marchegiani, sempre più a loro agio ed interpretativi, anche se arriva all’orecchio qualche stonatura durante le fasi iniziali di gioco, a causa di spezzoni audio rippati dalla scorsa edizione che non si uniscono perfettamente a quelli nuovi, generando sbalzi tonali abbastanza evidenti.

Alla fine che si può dire? Nessuna rivoluzione totale, forse, ma sicuramente grandissimi passi avanti. Non lo considero vitale per l’esperienza di gioco, ma la mancanza di parecchi diritti (ancora la Premier League, in primis, protagonista di questa carenza) rovina un po’ l’atmosfera di un titolo che sta provando a tornare ai fasti di un tempo ed è sicuramente sulla strada giusta. Il difetto più grave è probabilmente la mediocre versione PC, davvero poco curata e mero port da console di vecchia generazione: il gioco è fluido, i requisiti hardware sono davvero abbordabili, ma la qualità visiva e, di conseguenza, molti movimenti dei giocatori non sono nemmeno paragonabili alle versioni PlayStation 4 e Xbox One. Insomma, se avete una console è assolutamente un titolo da avere che assicurerà ore di divertimento e, se Konami deciderà di lavorarci sopra con questa costanza, un brillante futuro. Se siete solo in possesso di un PC invece, non mi sento proprio di indirizzarvi verso l’acquisto ad occhi chiusi.

PSE2016 MEDAGLIETTE

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Ipah - Biografia

Aspetta, faccio la presentazione standard da recensore navigato. Cresciuto coi videogiochi che quando ho cominciato io proprio levati, si giocava a Pong coi sassi. L'abilità videoludica di Faker unita al senso critico di Matt Preston.

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