Alla Gamescom sono stato fortunato ospite dello stand 2k, che oltre ad essere bellissimo a vedersi lasciava anche gli orsetti gommosi per i visitatori e quindi mi ha conquistato subito per questi motivi serissimi; detto questo, il filmato di Mafia III mi aveva piacevolmente colpito per il mood generale che permeava l’intero gioco, perché sì, sto per dirlo, a me non piace GTA V proprio per l’ambientazione e la storia.
Mentre schivo i sassi che state lanciando verso la mia direzione vi spiego perché da questo punto di vista Mafia III mi ha convinto come pochi giochi dell’ultimo periodo proprio per la sua ambientazione cosi bella e viva.
I ragazzi di Hangar 13 avevano un’idea in testa fin dall’inizio: ricreare e dipingere un periodo storico in modo credibile e autentico senza farlo sembrare una scampagnata in collina. Nella New Orleans, o New Bordeaux a vostra scelta, del 1968 il razzismo era all’ordine del giorno, era un periodo fatto di cambiamenti e di eccessi, e da questo punto di vista la ricostruzione storica è dolorosa ma impeccabile.
Quella di Lincoln Clay è una storia di vendetta, di quelle dove un uomo è costretto a reagire nella maniera peggiore possibile, dove il sangue chiama altro sangue, e a galloni, direbbe il buon Marv in Sin City, e anche qui la violenza sarà compagna fedele del protagonista, tornato dal Vietnam da poco e subito costretto a confrontarsi con una città che non fa sconti, soprattutto a chi è di colore.

Il protagonista di Mafia III è reduce dalla guerra del Vietnam, entrato a far parte dell’esercito per trovare un posto e una casa a cui appartenere. Cresciuto in orfanotrofio, Lincoln passa parte dell’ adolescenza allo sbando, fino a quando la sua strada si incrocia con quella di Sammy, che lo accoglie nella sua casa come un figlio. Sammy è però a capo della mafia nera del Sud, e quando Lincoln torna dalla guerra, l’uomo è in un inferno di debiti con la mafia italiana.
Dopo il violento prologo, e un tradimento che vede Lincoln sopravvivere per miracolo, il nostro protagonista è nuovamente solo, contro una società che lo ripudia per il colore della pelle sbagliato e contro la criminalità che controlla la sua città. Intenzionato a vendicarsi del boss Sal Marcano e dei suoi tirapiedi, Lincoln viene affiancato da un ex agente dell’FBI e da altri tre alleati, uno dei quali è una vecchia conoscenza per gli affezionati di Mafia: Vito Scaletta.
Gran parte del gioco è basato sul rapporto con questi personaggi, con cui condividerete molte delle missioni primarie e secondarie. Conquistandone la fiducia si avrà accesso a dei favori e delle facilitazioni in-game che possono tirarvi fuori dalle situazioni peggiori; col passare del tempo potrete fare in modo che la polizia guardi dall’altra parte, che un certo furgone itinerante carico di armi vi raggiunga su vostra richiesta o che una piccola squadriglia di uomini intervenga durante le operazioni. Inoltre, dopo aver eliminato determinati criminali è possibile assegnare ai vostri compagni racket e distretti da gestire al loro posto, così da aumentare il livello di fiducia e farli diventare gli alleati ideali per colpire Sal Marcano.
La storia viene narrata tramite dei docu-film, con testimoni e superstiti che raccontano l’escalation di violenza che si abbatterà sulla città come la rabbia del protagonista, attraverso filmati che si intermezzano con ritmi perfetti tra le pieghe della sceneggiatura ben scritta e dettagliata, che vi catturerà fin dalle prime battute. Sebbene il modo in cui viene presentata la costruzione della trama sia ottimo, creando intrecci con la criminalità e le situazioni al limite vissute dai personaggi, la ripetitività delle missioni tende a diluire il tutto, soprattutto perché si estende anche alle missioni principali. Al di là di alcune situazioni perfettamente orchestrate, dopo qualche ora vi renderete conto di come la struttura delle missioni sia sempre la stessa, abbassando notevolmente la varietà generale. Per quasi tutto il gioco Lincoln dovrà penetrare in alcune zone circoscritte, crivellare nemici o accoltellarli in modalità stealth e far saltare in area un paio di elementi. La formula si ripete con variazioni davvero poco rilevanti, in ambienti poco variegati e troppo simili tra loro, riducendo i compiti del giocatore a un esercizio di routine che a lungo andare risulta noioso.
Se aggiungete che i nemici non hanno un’intelligenza artificiale particolarmente lucida e che Lincoln col passare del tempo avrà nuove capacità e aiuti per rendere le cose ancora più semplici, il risultato sarà di affrontare missioni davvero troppo facili e ripetitive, mentre l’unica componente davvero complessa sarà il volume di fuoco contro cui vi scontrerete, dato che bastano davvero pochi colpi per mettervi fuori gioco.

L’errore da evitare assolutamente è paragonare l’open world di Mafia III a quelli di GTA. Il motivo è semplice: sebbene New Bordeaux sia particolarmente estesa, divisa in vari distretti e abbia al suo interno parecchie zone d’interesse che fanno da sfondo alle battaglie contro i boss della mala, non avrete mai un reale motivo per gironzolare alla ricerca di attività secondarie da fare o per passare il tempo. Il mondo è ampio ma non cosi tanto come quello dei giochi Rockstar, e soprattutto il focus è totalmente sulla vostra missione, per cui possiamo vedere un bene nel voler tenere la propria vendetta come motivo principale del gioco, che non permette distrazioni, ma forse qualche distrazione si sarebbe ben sposata in questo caso con la ripetività delle suddette missioni.
Gli unici motivi per cui girovagare per New Bordeaux sono legati al completamento di missioni facoltative o alla voglia di raccogliere alcuni collezionabili come i numeri di Playboy o altre riviste dell’epoca. Nel primo caso specifico, aumenterete i fondi che rappresentano una parte degli introiti dei vostri tre affiliati, stanando racket di vario tipo o boss della mala in cambio di migliorie per armi e veicoli o favori; nel secondo caso si tratta di puro interesse al completismo e niente più.
Le missioni secondarie sembrano realizzate in maniera svogliata, con interazioni praticamente nulle con i personaggi incontrati dotati di intelligenza artificiale davvero minima, soprattutto per quanto riguarda i cittadini che, vedendovi sparare in giro e rubare cose, si limiteranno a chiamare la polizia; le forze dell’ordine saranno particolarmente violente e cercheranno di fermarmi a ogni costo, ma basterà uscire dell’area blu della mappa per non avere più problemi con la polizia, come se non fosse successo niente.

Il gioco su PC ha diversi difetti e piccoli glitch, come se fosse stato programmato troppo in fretta rispetto alla sua uscita ufficiale, ma fortunatamente l’ultima patch rilasciata ha reso meno instabile la versione computer, pur essendo ancora lontani dalla perfezione; in maniera diversa bug e ottimizzazione sono comunque presenti anche all’interno delle edizioni console e questo mi fa pensare che ci vorrà almeno un’altra patch risolutiva per sistemare i problemi che affliggono questo bel gioco.
Vi chiederete a questo punto perché ho scritto “bel gioco” nonostante i numerosi difetti elencati sopra… Be’, il fatto è che appunto la parte narrativa e l’ambientazione in Mafia III tendono a far passare in secondo piano molti dei difetti presenti nel titolo 2k a favore di una narrazione immersiva e splendidamente realizzata che rende la storia il punto forte della produzione; il giocatore passerà sopra i difetti elencati senza troppi problemi in favore di una vendetta musicalmente accompagnata da pezzi splendidi, decisamente migliori rispetti alla musica anonima che permea il fratello maggiore del genere, quel GTA V cosi impossibile da eguagliare ma allo stesso tempo un po’ troppo anonimo per i miei gusti, soprattutto quelli musicali , dove è impossibile competere con la soundtrack di Mafia III perfettamente integrata nel gioco e talmente bella da ascoltare che spesso non vorrete scendere dall’auto almeno finché non finisce il pezzo.

In definitiva Mafia III è un gioco ricco di contraddizioni: dove non arriva il reparto tecnico (non cosi disastroso come può sembrare) giungono ambientazione e personaggi a compensare, garantendo una storia ricca di colpi di scena e rendendo soprattutto convincente il gioco.
Se fosse uscito qualche mese dopo, Mafia III avrebbe potuto tranquillamente ambire al titolo di re di questo genere, che attualmente rimane saldamente ancora in casa Rockstar, me se siete capaci di superare le apparenze visive però Mafia III ha davvero tanto da raccontare, anche a livello storico, una storia che non possiamo dimenticare, una storia fatta di razzismo e violenza.
Se anche voi non siete nati con un cucchiaio d’argento in mano come il nostro Lincoln potete comprare una copia del gioco su Steam per 49,99 €
![]() |
![]() |
||
|
|
[AMAZONPRODUCTS asin=”B014FGTJL0″]
[AMAZONPRODUCTS asin=”B01GG1TA34″]