Pubblicato il 26/08/22 da Andrea Borzì

Live a Live – Recensione

Un Rpg di altri tempi che rimostra il suo fascino oggi.
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Negli ultimi anni la tendenza generale di mercato ci ha portato a rivivere titoli del passato in nuove vesti grafiche, spesso di giochi noti che hanno segnato l’infanzia di molti di noi. Tra questi spicca Live a Live, che tuttavia si ripropone oggi come il recupero di un titolo quasi dimenticato di Square Enix e che per la prima volta esce dal mercato Giapponese. Live a Live è infatti un tiolo per Snes che fa di 7 brevi storie con altrettanti protagonisti il suo punto di forza. Questa meccanica sicuramente potrà ricordare a molti il set-up di Octopath Traveler, tuttavia a differenza di quest’ultimo, Live a Live farà vivere al giocatore 7 storie divise in epoche diverse che vedrà i protagonisti incontrarsi solo nelle battute finali quando il giocatore avrà modo di sbloccare i vari finali alternativi.

Live a Live – Sette Storie e Sette Setup

Come detto in precedenza, il titolo permetterà al giocatore di vivere sette avventure di breve durata (parliamo di 1, massimo 3 ore per storia) che si muoveranno dalla preistoria al futuro remoto. Il gioco di conseguenza si svilupperà in una ventina di ore (qualcuna in più per scoprire ogni segreto). L’esiguo numero di ore per avventura rivela anche la semplicità delle trame, che, sebbene affrontino tematiche interessanti, non sempre risultano gradevoli o molto approfondite. Infatti, se nelle avventure più lunghe riusciamo comunque ad avere un certo sviluppo dei personaggi e della storia, i viaggi più brevi al contrario risulteranno sicuramente più scialbi e poco entusiasmanti.

Sette Storie, Sette Gameplay

Definire Live a Live un Gdr è un’affermazione impropria; infatti, così come vi sono sette trame diverse, anche i gameplay variano in base alla storia scelta. Ad esempio, Oggi presenta un gameplay fortemente ispirato all’Active Time Battle di Final Fantasy, mentre il Futuro Prossimo, si presenta come uno strategico a turni. Di conseguenza non avremo solamente una varietà di storie e tematiche affrontate, ma anche di stili di gioco, venendo incontro ai gusti di diverse fette di pubblico videoludico.

Inoltre, Square Enix ha aggiunto diverse funzioni, atte a svecchiare un gameplay che provenendo dall’epoca Snes fa sentire la sua anzianità: ad esempio è stata aggiunta una minimappa in alcune sezioni di gioco atte a guidare il giocatore, o ancora, al contrario dell’originale sarà possibile passare da un racconto all’altro in qualunque momento, senza dover necessariamente ricominciare la storia interrotta.

Pixel, ma in HD

Per la scelta grafica si è optati per un funzionale e gradevole HD-2D che permette di donare tridimensionalità e colore alla pixelart del titolo originale, che mostra i muscoli e risulta estremamente gradevole (fatta eccezione per alcuni dettagli soprassedibili). Insomma, se magari l’uso dell’HD-2D per un nuovo titolo può essere opinabile, nel caso di un remake è certamente apprezzabile, rispettando in una ventata di freschezza pur nel rispetto dello stile originale (che come abbiano detto in altre recensioni, rimane immortale).

Musicalmente parlando poco da dire, si tratta di un arrangiamento sonoro da parte di Yoko Shinomura che sviluppano tracce che si miscelano bene col titolo e trascinano nel mood delle vicende narrate a schermo (specie considerando la ricerca degli strumenti utilizzati per rendere il tutto più fedele al periodo giocato), sottolineando la cura per il dettaglio di questo titolo.

Conclusione

Live a Live è sicuramente un titolo che consiglio a chiunque abbia voglia di recuperare un pezzetto della storia videoludica; un titolo che nasce dall’esigenza di sperimentare e dare qualcosa di diverso dal panorama videoludico del periodo (composto principalmente da Final Fantasy e Dragon Quest). Il remake permette di godere del titolo in una veste grafica piacevole e accompagnato da una bella colonna sonora; tuttavia non va dimenticato che rimane pur sempre un gioco del 1994, di conseguenza si riesce ad avvertire la vecchia del gameplay e delle scelte narrative.

  • Ottimo modo per recuperare un pezzo di storia videoludica
  • Concept di fondo interessante
  • remake ben realizzato tecnicamente

 

  • Si avverte la vecchiaia del titolo
  • Non tutte le storie narrate sono interessati

BoarZo - Biografia

Videogiocatore fin dal 1995. Cresciuto con la tecnologia e i mondi virtuali...

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