Kena Bridge of Spirits arriva finalmente sulle nostre console e PC, e lo fa in grande stile. Dopo vari rinvii, settembre è stato il mese dell’uscita ufficiale di questo indie in cui Ember Lab sembra aver fatto un lavoro eccellente!

Trama
Kena è uno Spirito Guida il cui “lavoro” è quello di aiutare gli animi rimasti ancorati al mondo reale per via di rancori, rimorsi o sentimenti che non permettono loro di avanzare verso il regno degli Spiriti. Questi sentimenti, se lasciati inascoltati, rischiano di corrompere il mondo stesso, come si può notare dalla natura contaminata da ciò che sembra essere un veleno rosso. Senza entrate nel dettaglio e fare spoiler, ci limitiamo a dire che Kena, nel tentativo di salvare il villaggio, dovrà purificare la foresta fino a scoprire ciò che davvero è alla base del problema.
Comparto artistico
Fin da subito si nota come Ember Lab, nelle sue piccole possibilità di budget, abbia saputo sfruttare l’Unreal Engine con molta sapienza. Nonostante si possano vedere molte imprecisioni (nella versione PS4 provata in sede di recensione abbiamo notato qualche momento di aliasing), soprattutto nei modelli fisici, in realtà il gioco si svolge senza intoppi, e anzi la qualità grafica dei livelli, e soprattutto dei filmati, è di grande impatto per bellezza e fluidità (potrebbe ricordare i film Pixar o Dreamworks).
Va comunque fatto notare come per mantenere questa bellezza visiva si sia optato per delle soluzioni più statiche negli sfondi; la vegetazione per esempio rimane piuttosto ferma, ma le luci e i colori sapientemente dosati non fanno percepire questa staticità come un problema. L’occhio del giocatore infatti viene costantemente stimolato dall’uso abbondante di effetti particellari, rimanendo abbagliato dalla vividezza e vitalità estetica degli ambienti esplorati. Aspetti, questi, che possono essere apprezzati ancora più a fondo nella modalità foto che il titolo mette a disposizione.

Più della bellezza grafica però è bene sottolineare il comparto sonoro. Le musiche di sottofondo, nonché l’intera colonna sonora, sono sempre molto ben integrate e di grande effetto, e aiutano tantissimo il giocatore ad immedesimarsi nei momenti di gioco. Anche il doppiaggio inglese, benché non sia eccelso, è di buona qualità.
Gameplay
Per quanto riguarda il gameplay, lo si può inquadrare come un esplorativo con elementi platform, intervallato da enigmi ambientali e boss battle più o meno impegnative. Il titolo può essere affrontato con diversi livelli di difficoltà, che comunque avranno sempre un unico grande difetto ossia la mancanza del target lock: questa è l’unica vera pecca delle fasi di combattimento. Per quanto riguarda invece le difficoltà di esplorazione, non va negato che per coloro che sono meno avvezzi alle meccaniche platform alcuni momenti potranno essere frustranti, ma mai impossibili.
I poteri di Kena con l’avanzare della storia aumenteranno, permettendoci di scagliare frecce, usare bombe di energia, ma soprattutto di sfruttare i teneri Rot, esserini spirituali che la nostra guida troverà lungo la sua strada e che l’aiuteranno sia durante i combattimenti sia durante l’esplorazione. I Rot sono sicuramente una delle feature più apprezzate del gioco, e si nota subito la cura che lo studio ha riservato loro, proponendoci la possibilità di poterli personalizzare con tantissimi cappelli diversi che si possono trovare nei vari luoghi esplorabili. La loro utilità nel corso della storia è fondamentale, in quanto ci daranno una mano trasportando oggetti, modificando l’ambiente circostante e persino combattendo assieme a Kena.

Conclusioni
Il gioco, per le sue circa 10 ore, diverte e intrattiene in maniera molto piacevole. Sicuramente non è un titolo che grida al miracolo, ma, sempre ricordando le poche persone che compongono lo studio Ember Lab, va riconosciuto che è di pregevolissima fattura, qualitativamente molto più alto di tantissimi altri indie con magari più budget alle spalle. Assolutamente consigliato, un gioco da provare per tutti coloro a cui piacciono i giochi esplorativi.