Pubblicato il 21/10/24 da Cathoderay

Diablo IV – Vessel of Hatred: Il male ha molte forme

Corrotto, disperato e splendidamente crudele
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Una litania sinistra accompagna Vessel of Hatred, sembra lontana, impalpabile, eppure non tarderà ad infilarsi sotto la pelle, trascinandoci in un abisso di oscurità cosi profonda da far sfigurare l’inferno… Vessel of Hatred non solo è ben scritto, ma è anche la manifestazione di voler migliorare Diablo IV dalle sue radici. Siete intrigati? Allora scendiamo le scale dell’abisso e vediamo quanto è profondo il rancore di questa espansione…

Se però non avete mai giocato a Diablo IV il mio consiglio è di partire dalla recensione del Barbarossa  , se invece siete alla ricerca di una nuova build da testare su questa espansione, eccovi serviti!

Diablo 4
L’odio è il mio vessillo

Se c’è un concetto che riempie ogni angolo di questa espansione, è proprio l’odio. Non un odio superficiale, ma un rancore antico, sedimentato nelle viscere di Sanctuary. La trama principale ruota attorno a Neyrelle, una delle protagoniste che abbiamo già conosciuto, allontanarsi il più possibile dal mondo conosciuto finendo a Nahantu con la pietra dell’anima al cui interno è imprigionato Mephisto, Signore dell’Odio. Il suo arrivo nel territorio lussureggiante di Nahantu scuote dalle fondamenta questi luoghi, corrompendolo nel profondo e causando morte, dolore e distruzione.

Ma non è solo la storia a tingersi di questa oscurità; le quest secondarie si ramificano in piccole storie autonome, dove ogni personaggio che incontri sembra avere una relazione con l’odio in una forma o nell’altra: Da una madre che ha sacrificato i propri figli per ottenere potere, ad un paladino caduto che cerca disperatamente redenzione, ogni racconto ti riporta a quella pulsante fonte di male che è Vessel of Hatred. La narrazione diventa quindi un viaggio nell’anima nera del mondo, amplificando quel senso di disperazione che già permeava l’universo di Diablo IV; e se da un lato la narrazione colpisce duro, dall’altro il gameplay non si allontana troppo dalla formula consolidata di Diablo IV, ma la raffina in modi intelligenti e, oserei dire, brutali. Le meccaniche base rimangono inalterate: grind infinito, build crafting estremo, loot sovrabbondante, ma ciò che Vessel of Hatred introduce è una stratificazione tattica che mancava nella campagna principale.

Le nuove zone sono veri e propri labirinti del male, dove ogni corridoio nasconde una trappola, e ogni apertura può trasformarsi in un’imboscata; i nemici non sono più bersagli da massacrare, ma incarnazioni di un male intelligente che evolve nel corso della partita: un esempio sono i nuovi boss a più fasi, dove la battaglia non è mai un semplice scontro di numeri, ma una danza letale dove ogni errore si paga caro.

Un’aggiunta notevole sono le nuove abilità di classe che giocano attivamente sul tema dell’odio; Il negromante, ad esempio, ottiene la possibilità di evocare un esercito di morti viventi consumati dall’odio, più potenti ma incontrollabili, costringendo il giocatore a gestire il caos costante. Lo stregone, invece, guadagna la capacità di manipolare il tempo stesso, ma ad ogni incantesimo potente corrisponde un costo in termini di sanità mentale. È questo bilanciamento tra potere e sacrificio che fa risplendere le nuove meccaniche.

Un mondo che cambia sotto i nostri occhi

Se c’è una cosa che Vessel of Hatred fa egregiamente, è portarti a credere che il mondo stia realmente cambiando in risposta agli eventi: le città di Sanctuary non sono più semplici hub in cui commerciare o riparare il tuo equipaggiamento; Con l’avanzare della trama, i villaggi vengono distrutti, le strade sono piene di predicatori che profetizzano la fine imminente, e la natura stessa sembra marcire.

Il ciclo giorno-notte dinamico assume un significato tutto nuovo. Di notte, le creature dell’odio si scatenano con ferocia e il mondo si tinge di un pallido bagliore violaceo, segno tangibile della corruzione che avanza: Questo dà al giocatore una sensazione tangibile di oppressione, costringendolo a prepararsi con attenzione prima di affrontare le incursioni notturne; le aree aperte non sono semplicemente più grandi ma sono decisamente più vive. Ogni scorcio è un quadro dettagliato di disperazione: foreste in fiamme, cimiteri profanati e fiumi che scorrono di sangue. Ma è negli interni, come templi e segrete, che Vessel of Hatred eccelle davvero: ogni dungeon sembra vivo, costruito per mettere alla prova non solo le abilità del giocatore, ma anche la sua capacità di resistere a una pressione costante. Non esistono più punti sicuri dove riprendere fiato.

Visivamente, Diablo IV: Vessel of Hatred è una dimostrazione di come il dark fantasy possa essere reso con una cura maniacale per il dettaglio e in questo Blizzard ha sempre dimostrato la sua abilità: texture e particellari sono stati ulteriormente migliorate, le animazioni rese più fluide, e in generale il gioco gode di molti miglioramenti estetici; ma ciò che davvero cattura è l’uso magistrale delle luci e delle ombre: le ombre non sono solo uno sfondo, ma un elemento dinamico che sembra avere vita propria, rendendo ogni battaglia, ogni esplorazione, una sfida visiva oltre che tattica. Anche il comparto sonoro non è da meno; le musiche cupe e drammatiche, miscelate con effetti sonori che sembrano provenire direttamente dall’aldilà, aumentano quell’immersione totale in un mondo che crolla. Ogni passo, ogni lamento, ogni clangore di spada ti ricorda che sei solo una pedina in un gioco molto più grande di te.

Un Mondo che Brucia

Con Diablo IV: Vessel of Hatred, Blizzard ha dimostrato di saper ancora raccontare storie potenti e di riuscire a spingere il gameplay in nuove direzioni senza tradire l’essenza del franchise; è un’espansione che non si limita ad aggiungere contenuti, ma ne rimodella lo spirito, portando i giocatori in un luogo dove l’oscurità non è solo uno sfondo, ma un personaggio a sé stante. Se la serie Diablo è sempre stata un simbolo del viaggio nell’oscurità dell’animo umano, Vessel of Hatred ne rappresenta la massima espressione.

Per chiunque abbia il coraggio di tuffarsi in questa espansione, una cosa è certa: non tornerai mai più lo stesso. E forse, non vorrai neanche tornare.

  • Atmosfera perfetta
  • La nuova classe è estremamente divertente
  • modifiche al gameplay ben pensate

 

  • grinding dietro ogni angolo
  • qualche rallentamento su Ps5 e PC meno carrozzati

 

Cathoderay - Biografia

Pare che io sia l'entropia videoludica.

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