Children of Morta intro e trama
Partiamo subito col dire, in modo non proprio “professional”, che il primo pensiero avuto dopo aver giocato a Children of Morta, ultima fatica di Dead Mage (Shadow Blade) e 11 bit Studios (Frostpunk e This War of Mine) è stata: “ah, non me lo aspettavo così carino”.
Se vi siete interessati al titolo, forse già saprete che la sua produzione non ha avuto un percorso felicissimo e il budget fornito non era certo una cifra da capogiro. La cosa si nota? Beh, sì, è innegabile che abbia influito un minimo, ma la qualità di produzione resta lampante e, a mio avviso, le (poche) ombre dell’ hack ‘n’ slash sviluppato da Dead Mage sono da evidenziare in un paio di cosucce gestite non proprio in modo eccelso, che non hanno molto da spartire col budget.
Children of Morta ruota intorno alla famiglia Bergsons, un nucleo composto da sei persone (più una “in arrivo”) che da generazioni combatte per liberare il monte Morta dal male anche se, fino a questo momento, la situazione si è mantenuta abbastanza in equilibrio.
Ok, storia non scritta da un luminare della penna ma, più che sulla trama principale, il gioco ci fa capire subito che dobbiamo concentrarci sui membri della famiglia, sulle loro abitudini, vizi e virtù, mostrandoci situazioni che potremo trovare delle volte simpatiche avvincenti e delle volte banalotte, ma fanno il loro dovere e ci faranno affezionare a ogni personaggio.

Children of Morta gameplay e grafica
Chiuso questo rapido preambolo passiamo, as usual, alla ciccia: Children of Morta fa parte di quel filone, al quale ormai siamo abituati, dal genere ultra lungo a caso (è quasi ora di trovare un diminutivo a questa cosa visto l’andazzo). Non divaghiamo troppo comunque, siamo davanti a un actionRPGHacknslashisometricoconelementiroguelite. Dead Cells, insomma, però isometrico.
La famiglia Bergsons ha diverse frecce al proprio arco per colpire al cuore gli appassionati del genere partendo, ad esempio, da una delle migliori pixel art dell’ ultimo periodo, per arrivare a delle animazioni davvero godibili. In mezzo abbiamo il gameplay, con le sue luci abbaglianti e qualche piccola ombra che, per carità, si vede, è innegabile, ma certamente non basta per oscurare la bontà del titolo.
Man mano che avanzeremo di capitolo in capitolo, esplorando dungeon generati proceduralmente, sbloccheremo i vari componenti del nucleo familiare, ognuno col suo stile di combattimento, la sua arma e il suo skill tree, che andrà ad unirsi ai potenziamenti comprati a casa Bergsons; questi ultimi, a differenza del livellamento dei singoli, bufferanno in blocco tutta la famiglia.
L’unico elemento che mi ha fatto storcere il naso arriva qui: mentre il comparto grafico è stato curato alla perfezione, non mi sento dire la stessa cosa riguardo il bilanciamento.
Abbiamo detto che ogni personaggio ha le sue caratteristiche, ma a livello di utilità è davvero evidente la differenza tra di loro e, contando che il livello di difficoltà non è proprio amichevole, in fase neanche tanto avanzata, probabilmente si preferirà affidarsi a un personaggio forte. Ranged, si presume visto che uccidere un singolo nemico è facile, ma quando diversi nemici con diverse caratteristiche cominciano a sciamare diventa davvero un problema e l’hit and run è la soluzione migliore.

Ricordatevi che comunque è un rogue-lite, quindi preparatevi a morire tantissime volte, tornare alla base, potenziarvi e riprovare, c’è poco da fare, ma se siete appassionati del genere beh… già sapete.
Quello che forse non sapete invece è che, con lo sblocco del secondo personaggio, verrà resa disponibile la co-op locale, non così scontata in questo genere.
Children of Morta prezzo e conclusioni
Children of Morta insomma, nonostante i piccoli difetti, resta un acquisto obbligatorio per gli amanti dei roguelike e il prezzo onestissimo che ha su Steam non fa che rimarcare questa mia opinione (onestissimo è un eufemismo, in realtà varrebbe anche una decina di euro in più, probabilmente).

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