Pubblicato il 12/11/16 da Barbarossa

Barbarossa – La Seconda Guerra Mondiale vista dagli occhi delle loli

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Barbarossa è il tentativo di Arclight Games di cavalcare l’onda del successo del suo precedente titolo, Tanto Cuore, che riscosse un parziale seppur considerevole successo alla uscita. Bene attenti, però: il vero motivo per cui Tanto Cuore smosse il cuore (e gli occhi) di molti giocatori non furono le meccaniche di gioco quanto, ovviamente, loli vestite da maid bavaresi. Per chi non lo sapesse, l’Operazione Barbarossa fu il nome in codice che i Nazisti usarono per indicare il piano militare organizzato per l’invasione della Russia durante la Seconda Guerra Mondiale.

Loli naziste alla conquista di Mosca
Loli naziste alla conquista di Mosca.

Detto ciò, come potrete facilmente intuire, Barbarossa è un deckbuilding game per 2-5 giocatori che vi terrà impegnate le mani (e molto poco il cervello) per circa un’ora di gioco. I giocatori controllano un’ipotetica divisione dell’esercito Tedesco e devono riuscire a conquistare più città russe possibili nella loro avanzata, ossia turni, fino a concludere la partita con la presa di Mosca.
E fin qui, tutto normale, si direbbe. Rimanendo in tema, però, vorrei porre, in lingua teutonica, il quesito che a questo punto si pone per poter giustificare la recensione di un gioco del genere: “Was besonders?” ossia, per parlare come mangiamo, “In cosa si distingue?“. La risposta è semplice: tutto, in questo gioco, viene rappresentato in forma di giovani loli in pose più o meno provocanti, illustrate dalla mano di svariati disegnatori rigorosamente giapponesi, tra cui Akio Watanabe. Chiaramente si evince come il target di questo gioco sia abbastanza definito, cosa che non aiuta, a mio parere, la diffusione di un gioco che già di per sé non aggiunge praticamente nulla, a livello di gioco e meccaniche, a un precedente e più appagante Dominion, opera magna di Donald X. Vaccarino. Proprio da Dominion, infatti, Barbarossa attinge a piene mani per costruire il suo gameplay. Dopo un setup più o meno casuale delle carte (setup che non dura mai meno di 10-15 minuti vista l’abnorme quantità di carte a disposizione, ossia 305) che verranno acquistate durante il corso della partita, e stabilite le città da conquistare, lasciando chiaramente Mosca per ultima, i giocatori si alternano in turni che funzionano in modo molto semplice:

– Il giocatore di turno riceve 1 Tactic Point che utilizza per giocare carte che conferiscono altri Tactic Points, Reinforcement Points e Supply Points da poter spendere per giocare altre carte al fine di guadagnare queste tipologie di punti. I Combat Points servono per attaccare le città menzionate prima, per conquistarle e per ricevere quindi Punti Vittoria. Si possono giocare carte fino a che se ne hanno in mano oppure finché si desidera giocarne.
– Il giocatore di turno riceve, nella fase successiva del turno, 1 Reinforcement Point per reclutare carte tra quelle a disposizione preparate a fine partita. Queste carte rappresentano le unità che costituiscono la vostra divisione militare e sulle quali potrete trovare Punti Vittoria che si accumuleranno nel vostro mazzo.
– Nella fase finale, il giocatore di turno scarta tutte le carte eccetto una e ne pesca 4, preparandosi al turno successivo.

Per chi conosce Dominion, risulta palese come il gameplay di Barbarossa non offra veramente nulla di nuovo se non un’ambientazione decisamente poco convenzionale, dall’appeal molto limitato, a mio parere.

alcuni esempi delle carte che potrete utilizzare nel vostro mazzo
Alcuni esempi delle carte che potrete utilizzare nel vostro mazzo.

Rimane però sempre lo stuzzicante dilemma di quali carte comprare per infoltire la propria divisione, dovendo chiaramente scegliere su quale strategia puntare tra le due disponibili: cercare di accumulare carte con molti Combat Points per chiudere il gioco in fretta e facendo punti grazie alle città conquistate o puntare sul protrarre i propri turni per avere più carte disponibili e creare un piccolo motore di punti grazie al sistema di acquisti del gioco. Rimane comunque la sensazione di giocare “da soli”, vista la praticamente assente interazione tra giocatori in questa tipologia di giochi. Rimane anche la domanda che rimbomba nella testa dei giocatori davanti a un nuovo acquisto: “Perchè dovrei giocare questo gioco?”. La risposta è trasparente, come i vestiti delle nostre sexy eroine naziste: “Mi piacciono le loli. Mi piacciono i giochi di carte ma non ne conosco molti. Ho amici a cui piacciono le loli”. Se avete risposto anche voi così, probabilmente Barbarossa vi offrirà una decina di partite dove vi divertirete anche solo a scegliere le carte da utilizzare per il setup iniziale del gioco ma che, svanita questa magia, si mostrerà a voi in tutta la sua sterilità. Se, al contrario, la vostra risposta è diversa, non potrete fare altro che dire: “Nein! Nein! Nein!” a Barbarossa che, al massimo, potrà rimanere quel gioco che, quando tirato fuori dalla libreria da un amico, vi farà dire: “Ma dai, veramente vuoi giocarci?”.

See you game cowboys!

barbarossa premi

  • Alto numero di loli
  • Easy to learn, hard to master
  • Cinque giocatori

 

  • Scarsa interazione tra giocatori
  • Setup lungo e noioso
  • Ambientazione discutibile

Barbarossa - Biografia

Game designer, ha un pallino per il gaming in tutte le sue forme: analogica e digitale. Non volendosi permettere di prediligere una tipologia sull'altra, accumula board games sugli scaffali di casa e video games negli hard disk.

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