Pubblicato il 18/03/16 da Neko Polpo

RetroFuturo – Fighting the future

Qualche settimana fa (i miei articoli hanno sempre un periodo di gestazione medio-lungo) ho fatto un salto nell’umidiccia Milano, per partecipare ad un evento chiamato RetroFuturo. Organizzato dal collettivo Playing The Game, da anni promotore di iniziative di questo tipo, RetroFuturo (foto) tentava di collegare il mondo dei retrogame a quello dello sviluppo indipendente di videogiochi, attraverso una serie di incontri, postazioni da gioco e concerti (live di Kenobit perso causa treni). Ora, per quanto potenzialmente interessato a tutte le conferenze, soprattutto quella di presentazione del libro Nativi Videoludici (ad alto contenuto nostalgico), e nonostante un allestimento retrogaming di tutto rispetto, ho sfruttato le poche ore a mia disposizione scambiando qualche parola con gli sviluppatori italiani presenti all’evento e, naturalmente, provando i loro giochi. Ovviamente, sempre per ragioni di tempo, non sono riuscito a mettere mano su tutti i prototipi presenti, per questo vi invito a rovistare da soli la lista completa a questo link, sicuramente c’è qualcosa di interessante che mi è sfuggito. Vi lascio alla lunga lista dei titoli provati/chiacchierati a Milano, buona lettura.

blue-volta_promo

Blue Volta

Ancor prima di capirne il genere, l’avventura grafica di Ossocubo ha rapito la mia attenzione con la sua esemplare direzione artistica. Le meccaniche classiche del genere, lasciate immutate per restituire un autentico feeling punta e clicca, poggiano su una grafica letteralmente disegnata a mano, ricca di personaggi bizzarri ed ambientazioni evocative. Nella mia prova, di circa 20 minuti, ho conosciuto il protagonista Zeno, un bibliotecario dallo sguardo assente, intento a gestire il suo gigantesco posto di lavoro (sì, una biblioteca) e tutti i molesti ospiti che la frequentano. Nonostante l’atmosfera vagamente malinconica, caratterizzata da lunghe passeggiate all’interno di grosse strutture desolate, Blue Volta non si trattiene dal nascondere la sua vena ironica, lontana magari dai canoni demenziali dei Monkey Island e più vicina all’umorismo che si ritrova nei film di Wes Anderson. Il team, che dovrebbe a breve pubblicare una demo, è attualmente alla ricerca di un publisher.

Little Briar Rose

Il primo titolo di Elf Games è una graziosa avventura grafica ambientata in un mondo fiabesco. Un viaggio verso la salvezza della solita principessa, fatto di foreste incantate, buffe creature e di più prìncipi. Sì, perché ogni enigma sbagliato causerà la “morte” del nostro protagonista, che sarà prontamente sostituito da un nuovo aspirante alle sottane della bella di turno. Una meccanica che, ispirandosi in parte ai primissimi punta e clicca, aggiunge una tipologia di sfida forse ancora inedita nel genere: sarà infatti del tutto possibile completare il gioco con un solo principe, a patto di affrontare gli enigmi con uno spirito da rogue-like, senza scadere nel metodo risolutivo “per tentativi”. Lo stile grafico, anche qui vera punta di diamante, ricrea, attraverso colori saturi e linee di contorno molto marcate, un effetto molto riuscito di vetrata in movimento. Little Briar Rose dovrebbe debuttare presto su Steam Greenlight.

Gridd 3 – Retroenhanced

Previsto inizialmente per Windows Phone, casa dei due precedenti capitoli, Gridd 3 si è progressivamente guadagnato la fiducia dei suoi stessi sviluppatori, al punto da convincerli a “promuoverlo” a gioco per piattaforme casalinghe (Xbox One e probabilmente PC). Rifacendosi a quel sapore anni ’80/’90 della corsa al cyber-spazio, che fa tanto Johnny Mnemonic o Super Human Samurai, Antab Studio ha tramutato quelle che sono le dinamiche ostili tra hacker e virus in un frenetico sparatutto su binari. Immersi in un ambiente retrowave, pervaso di tinte viola stroboscopiche e sintetizzatori incalzanti (sguinzagliati dall’australiano Dream Fiend, autore della colonna sonora), dovremo farci strada con la nostra piccola astronave tra orde di agguerriti nemici procedurali, concentrandoci di più ad evitare i loro laser  che a contrattaccarli: il mirino, infatti, controllabile solo indirettamente, si sposterà automaticamente tra i bersagli a schermo, a patto che questi si trovino nella zona della nostra navicella. Per quanto questa meccanica sia veramente overpowered in alcune circostanze, il pattern d’attacco dei nemici sembra comunque in grado di garantire una giocabilità impegnativa. Oltre alle classiche sparatorie, il team sta cercando di implementare dei mini-game tra uno stage e l’altro, per legittimare (penso) la gimmick cibernetica: nella demo su cui ho messo mano, ad esempio, era presente una fase di hacking in cui, sparando ad un contatore, si arrivava a decriptare una password numerica. All’uscita, prevista per l’anno prossimo, Gridd 3 vanterà una breve modalità arcade, dalla funzione più che altro didattica, e un Endless Mode, con relativa classifica online.

12794351_963444670390919_4934709655700561022_n

Gang Pad

Attirato dalle grida «Ci servono 88 giocatori!» mi sono avvicinato alla postazione allestita da Michele Pirovano (.Age) e Christian Costanza (Skiddy the Slippery Puzzle) per il loro “Mega Massive Multiplayer Local Party Game”. Usando un solo pulsante, ma condividendo il controller con altre persone, bisogna semplicemente eseguire tutti i comandi che vengono comunicati via schermo, in una specie di Simon Says videoludico: premete il tasto il più velocemente possibile, dopo esattamente tre secondi dal segnale, solo se siete di colore blu (tutti i partecipanti hanno un simpatico avatar che li rappresenta e che gli comunica, alla fine di ogni sessione, l’incremento di punteggio). Al di là del concept esilarante di suo, alcune richieste davvero strampalate (premi solo se te la senti) hanno mandato letteralmente in vacca i giocatori che partecipavano alla mia sessione (circa una ventina), provocando risate fragorose.

Deep Flare Explorer

Nonostante non abbia provato di nuovo il loro gioco (potete trovare le mie prime impresisoni qui) ho scambiato qualche parola con i toscani di BTSeven. Lo sviluppo, dopo qualche problema logistico emerso durante la fase di registrazione del doppiaggio, procede a gonfie vele ed ora si sta avviando a passo spedito verso la fase di finanziamento: Deep Flare Explorer debutterà su Kickstarter il prossimo 9 aprile. A breve, inoltre, dovremmo pubblicare un’intervista completa al team sulle nostre pagine.

Minus2

Minus

Reduce dalla nomination del suo Volvox ai Premi Drago d’Oro 2016 nella categoria “miglior game design”, Sumero Lira era presente a RetroFuturo con un nuovo prototipo. Minus è un puzzle-platform che, riprendendo quello che è lo stile di movimento utilizzato in giochi come Dig Dug o Mr. Driller, ci obbliga a valutare le nostre azioni come in una tesissima partita a scacchi. Riprodotte con uno stile davvero minimale, le colline che costituiscono i livelli del nuovo gioco sono tutte caratterizzate da una friabilità alla Minecraft; il giocatore, sfruttando la sua possibilità di sparare, dovrà aprirsi dei varchi, facendo ben attenzione che questi non gli pregiudichino la possibilità di raggiungere dei ripetitori, posizionati solitamente nelle zone alte dello stage. Il titolo, ancora in stato embrionale (soprattutto per quel che riguarda i comandi), sembra poter essere in grado di accontentare tutti i patiti dei rompicapo.

The Last Will: Eidolon

In mezzo agli sviluppatori indipendenti “per vocazione” c’erano anche dei progetti accademici usciti dal Politecnico di Milano, come ad esempio The Last Will Eidolon, un’avventura grafica in prima persona in cui, impersonando una ragazza deceduta, dovremo metterci in contatto con i nostri parenti ancora in vita, per instradarli all’indagine sulle misteriose ragioni della nostra prematura dipartita. Essendo un fantasma non dovremo in alcun modo svelare la nostra esistenza, motivo per cui, anche quando ci sarà chiaro il prossimo passo da intraprendere nell’indagine, bisogna sempre trovare un modo per comunicarlo indirettamente ai nostri familiari, magari posizionando degli oggetti in modo da ricordargli qualcosa, oppure attirandoli verso indizi interessanti provocando dei rumori in quella zona. La narrazione, che alterna fasi di gioco monocromatiche ad illustrazioni che fungono da cut-scenes, ha toni decisamente drammatici, nonostante i “malintesi” tra umani e spettri rischino sempre di creare situazioni involontariamente comiche. Attualmente si tratta ancora di un progetto un po’ grezzo, le cui brutture sono dovute principalmente ad uno stadio di sviluppo ancora acerbo, però, se il concept può interessarvi, vi invito a dare un’occhiata alla demo seguendo questo link.

Climax

L’altro gioco “accademico” che ho testato è un picchiaduro ad arene 1 vs 1 chiamato Climax, allusione a quell’espediente narrativo nato in letteratura e adesso ampiamente sfruttato nel mondo del cinema. United Visual Arts ha infatti ripreso le meccaniche del genere e le ha inserite in un contesto cinematografico, mettendoci nei panni dei due attori intenti a girare la scena finale di un film d’azione. Ogni arena riprodurrà i cliché dei film di genere, proiettandoci (pun intended) in giro per lo spazio tempo, dai melodrammoni storici agli action di fantascienza. Interrogato sul perché non permettere uno scontro tra quattro personaggi lo sviluppatore mi ha risposto che facendo così non si non renderebbe giustizia all’epicità di uno scontro finale. Infatti i due combattenti sono in canottiera. Potete trovare una demo cliccando qui.

Xydonia

I Breaking Bytes erano ospiti d’onore al nostro piccolo booth a Milano. Nonostante stiano ancora molto cuciti riguardo le feature del loro shmup, il trio sta lavorando duramente per preparare una campagna Kickstarter sorprendente. Xydonia debutterà presto su Steam Greenlight, ma è già possibile trovare un demo qui. Per saperne di più, potete leggervi l’intervista risalente allo Svilupparty 2015.

Call Of Salveenee – Alla ricerca dei Marò

Reduce da varie ospitate/litigate televisive, Marco Alfieri ha portato anche a RetroFuturo il suo sparatutto dedicato al leader della lega Matteo Salvini. Guidato dalle parole dello sviluppatore ho prima di tutto creato la mia ruspa, customizzandola con colori e componentistica tamarra (stile Pimp my Ride), poi mi sono gettato nella modalità multiplayer, dove ho sfidato Marco stesso ed il suo Matteo Renzi. Tra le ruspe letteralmente sparate sugli immigrati ed i comizi di fuoco di fronte alle telecamere, per guadagnare i “mi piace” su Facebook necessari per vincere la partita, ho dovuto difendermi dagli agguati del leader del PD, armato di gigantesche banconote da 80 euro. Pieno di foto e frammenti audio tratti da comizi politici (non mi è stato ben spiegato come penserà di difendersi in caso di denuncia), questo esperimento satirico strapperà più di qualche sorriso, anche se, parlando puramente di giocabilità, è ancora più traballante di altri titoli dallo stesso appeal skazzo (tipo Grezzo 2). Se volete aiutare Marco a sviluppare una modalità single player completa, e magari ad ingaggiare un buon avvocato, potete supportarlo su Produzioni dal Basso.

qb

Mi sono avvicinato allo stand Play Sys incuriosito dalla grafica spigolosa di The Dreamers (un’avventura dai temi delicati concepita nel 2008 che vedrà la luce solo prossimamente), ma, per una serie di fortunati eventi, mi sono ritrovato a provare un’esclusiva per Samsung Gear VR. Si chiama qb (tutto minuscolo) ed è un bizzarro ibrido tra sparatutto su binari e puzzle game, in cui, lanciati movimento su una rotaia, dovremo cercare di fare canestro lanciando – grazie alla pressione del tasto presente sul visore all’altezza della tempia – dei piccoli dadi colorati all’interno di grossi cubi cavi. La sfida, creata di base dal doversi orientare velocemente in uno spazio tridimensionale per poter trovare tutti i bersagli da colpire, è accesa dalle diverse variabili che vanno ad aggiungersi di livello in livello, come dispositivi di disturbo (deviatori di traiettoria) da disattivare, canestri mobili e la necessità di cambiare il colore delle nostre pallottole per abbinarlo a quello del rispettivo bersaglio. Il feeling, per assurdo, è molto simile a quello di un Pokémon Snap, con delle catene causa-effetto più corte magari, ma con il pregio non banale di riuscire a reiterare continuamente quel sapore innato di lanciare un qualcosa per fare centro. L’unica cosa che non mi ha convinto, oltre all’aspetto estetico un po’ scialbo (che, però, potrebbe essere sostenuto da una sorta di lore futuristica, con tanto di emulo di GLaDOS), è che il gioco obbliga alla raccolta di una certa quantità di denaro in-game per poter attivare tutti gli interruttori presenti negli stage, impedendo di fatto la raggiunta dell’highscore nelle prime partite; un problema comunque minore se consideriamo che, dopo aver acquistato il gioco, non saranno presenti microtransazioni, se non per sbloccare delle skin estetiche. L’uscita di qb su Oculus Store è prevista per la prima settimana di aprile.

Walking the Glares

Questo è un esperimento singolare. Inserendosi nel filone delle avventure narrative, che vanno per la maggiore ultimamente, Wisefool Studio ha deciso di accoppiare alla distribuzione episodica del loro gioco una serie di racconti complementari. Nello specifico verranno pubblicati i 7 capitoli del libro che ha cambiato la vita a Dawnfall (il protagonista), spingendolo a compiere un viaggio in un mondo dove spazio e tempo sono distorti. Il gameplay, che alternerà fasi esplorative ad altre in cui tocca prendere decisioni importanti con una certa freddezza, varierà le sue sfumature in base all’ambientazione. Purtroppo, per ragioni di spoiler, non mi è stato detto praticamente niente sulla trama, ragione per cui quella che ho potuto provare non era nulla più che una tech demo. Il titolo, che ho testato in versione VR, è stato approvato su Greenlight e dovrebbe debuttare su Steam a breve.

NekoPolpo - Biografia