Ogni settimana, in redazione, si cercano sempre nuovi spunti per un Editoriale, con tutti che cercano di trovare l’idea e l’ispirazione per scrivere qualcosa.
Questa volta it’s my turn: dopo che il buon Luigi Briganti ci ha mostrato delle scansioni provenienti da un vecchio numero di GMC, datato dicembre 2003, lo spunto è stato immediato.
Cosa avrebbe mai contenuto quel numero della nota rivista, tanto da gettare le basi per un editoriale? Detto fatto: l’uscita di Half-Life 2 e il suo necessario requisito (che oggi tanto amiamo) Steam.
L’articolo incalza con parole tipo “Utenti indignati” “Protesta” “Drammatico” “Gravissima”, che chiaramente erano indirizzate a cercare di definire – al meglio – la situazione che si stava creando e descrivendo in quest’ultimo.
Il punto della questione era un altro: quando Valve si apprestava a lanciare Half-Life 2 sul mercato, non teneva esattamente conto della situazione internet presente in Italia e, meno estesa, in europa. Data la scarsità di strumenti al tempo, che oggi invece abbiamo a disposizione in abbondanza, fare una reale stima della situazione connessioni sul suolo italiano era certamente difficile.
Concedendo alla rivista la corretta analisi di alcuni punti, personalmente non ho mai vissuto tale avvenimento con la rabbia e l’indignazione che invece quest’ultima ha riportato; vivevo in un paesino dimenticato da Dio, dove tutto c’era all’infuori di una connessione decente, eppure avevo l’ADSL di MC-Link in casa. Una fiammante 2Mega, mind you.
Certo, la velocità di connessione non era eccelsa, eppure passare da un dial-up classico ad una cosa del genere (tenendo libero il telefono di casa eh!) era un salto EPICO nel futuro. E quindi, armato di santa pazienza, lasciai HL2 a “scaricare” i file necessari, per godermelo la stessa sera.
Quindi dove era il problema?
Il problema è che la maggioranza degli utenti italiani, fascia a cui si riferisce probabilmente l’articolo al massimo avevano una ISDN doppio canale, con i suoi fantastici 128kb/s. Allo stesso tempo però, ricordo bene le discussioni riguardo l’articolo in altri lidi, non era esattamente uno spaccato realistico della situazione, come detto poc’anzi. Il nord italia e parte del centro (alzo la mano) aveva già una ADSL base in casa e questo fatto, chiaramente, mi pone il quesito: esattamente quanti sul suolo italiano vivevano questa nuova “direzione” che Valve stava plasmando con immensa difficoltà?
Tralasciando il discorso indignazione, un altro focus è sulla pubblicazione di Anonymus Leaker del codice sorgente di diversi progetti, basati appunto sul “nuovo” motore che muoveva Half-Life 2, ben prima che quest’ultimo fosse pubblicato.
Volarono in rete Beta provenienti dalla presentazione all’E3, che secondo una prima analisi, sembravano mettere Valve in cattive acque a causa della non completezza di quest’ultime (IA assente, scene scriptate e via dicendo). Ciò che non capisco – a dirla tutta – è come si possa incorporare nell’articolo questa cosa, partendo dal semplice concetto che una “beta” non è completa: è una beta, certo che non lo è, e come detto più volte al tempo (anche da Anonymus Leaker in persona) i files “rubati” erano provenienti, con moltissima probabilità, da vecchie build e versioni che Valve dimenticò su qualche server sperduto nella rete.
In sostanza ciò che si vuole tramutare in uno scandalo di proporzioni epiche (ma non tanto da GMC che fa del suo meglio per focalizzare il punto con le giuste basi, più che altro perché la cosa in Italia e in Europa ha avuto un po la stessa cassa di risonanza) in realtà non lo è mai stato: HL2 subì un ritardo nella pubblicazione, questo si, ma alla fine arrivò nel time-frame annunciato. La testata riporta, inoltre, che tutto questo grave accaduto avrebbe imbarazzato Valve (che senza dubbio si è sentita tale, alla fine è sempre un leak del codice sorgente, mica pizza e fichi) talmente tanto da ridurla ad una casa di sviluppo muta, zitta, che nell’angolino nasconde la sua faccia dalla vergogna. Addirittura si allude alla possibilità che Half Life 2 venga rimandato all’infinito o non pubblicato. Fortunatamente le paure non si avverarono e oggi, dopo 12 anni, possiamo benissimo guardare indietro e sorridere di quanto quella cosa – contestualizzata chiaramente – fosse importante.
Su siti e testate extra-europee si è cercato invece di discutere la cosa con un’impronta diversa, forse dovuta anche ad una ben più matura infrastruttura di rete e in generale di utenza. Diciamo che, con una certa sicurezza, la situazione Valve fu vissuta con meno preoccupazione. Ma del resto negli states c’era già la connessione veloce, eh.
Purtroppo la situazione della stampa italiana del tempo (ripeto, in questo caso non sto parlando di GMC che si è limitata a scrivere un pezzo basato su fonti e informazioni che aveva) ha ampiamente farcito le proprie pagine, per lunghi periodi, di false congetture e spesso di false notizie. La storia di Valve e di HL2 ebbe talmente tante chiavi di interpretazione che ad ogni testata sembrava di leggere ad una storia diversa.
E qui, chiaramente, si fomentavano le varie fazioni: chi seguiva accorto una rivista piuttosto che un’altra, reputando rispettivamente una il testo sacro e l’altro il lerciume assoluto. Vanno fatti i conti anche con un italiano ignorante, ancora poco preso da internet e dal suo vasto mare di informazioni, tanto da prendere per buono ciò che si scriveva.
Ancora oggi – del resto – l’italiano medio fa affidamento sulle voci nostrane (che possono essere forum, comunità e social) piuttosto che guardare oltre la porta di casa; è poco avvezzo ad esplorare (c’è ancora un divario nell’istruzione riguardo la lingua anglofona che fa paura, se paragonato ad altre nazioni) e si impaurisce di ciò che non capisce, finendo irrimediabilmente col vivere da ignorante e nel peggiore dei casi, da difensore di cose inesistenti.
Se dovessimo prendere per buono tutto ciò che GMC ha scritto in pochi paragrafi, oggi saremo tutti senza Valve, senza Half-Life e senza una piattaforma che ha reso felici tutti i PC Gamers. Ma questo non vuole sottolineare che la rivista, alla fine, abbia scritto cose fuori di zucca; piuttosto è un invito alla riflessione di come – al tempo – la cosa poteva realmente destare preoccupazione, vuoi per la paura della novità, vuoi perché il cambiamento per certi versi spaventa. Steam ha continuato ad evolversi, espandersi, migliorarsi, senza dare peso a “cose” che sono accadute in passato, definendole correttamente come “side effects” di chi stava plasmando il futuro.
Certo Steam non è perfetto, ma continua ad essere il punto di riferimento per tutti: chi al tempo era ben informato sapeva bene dove saremmo arrivati. C’era del potenziale, c’era l’impegno e l’innovazione, qualcosa che Valve ha creato a cui tutti si sono ispirati.
In questi anni la stampa e l’italiano medio ha sparato fuoco e fiamme sulla questione dell’infrastruttura di rete, portando l’attenzione su una situazione precaria e senza dignità. Ma è pur vero che bisogna calarsi anche nei panni di chi non deve tenerne conto, per difetto o per scelta, come in questo caso Valve.
Negli ultimi decenni associazioni e enti pro-consumatore, come AGCOM, si sono battute per far si che l’italia non resti il terzo mondo delle connessioni web. Il boom tecnologico di hardware, software e nuovi standard video ha accelerato pesantemente l’evoluzione – ancora in divenire – della situazione.
Malgrado tutto, oggi godiamo della massima tecnologia in casa, con connessioni sopra i 20mb anche in piccoli paesi speduti del vecchio continente. E a pensare che eravamo tutti, ma dico tutti, indignati e scandalizzati.
Per giunta, nelle stesse pagine, si parla anche degli European Cybergames, con tanto di team italiano. Ma come facevano costoro a giocare mmorpg online con una connessione dial-up o peggio, ISDN, senza che le prestazioni e le perfomance ne risentano? E’ chiaro che era possibile (chi ha giocato i vari Ultima etc nei primi anni del 2000 lo sa) ma di certo una competizione “professionale” non era fattibile. Potrei interpretare la presenza della nostra nazione in quella manifestazione come un segno che, dopotutto, dimostrava di come la situazione fosse leggermente meno drammatica.
E voi, ricordate questo evento? Come lo avete vissuto al tempo?
Giudicate il trend di Steam, PSN, Xbox Live come un male necessario dovuto all’evoluzione del gaming o qualcosa che prima o poi deve morire?
I commenti sono aperti: dite la vostra!
NB: l’articolo è stato ritoccato per cercare di esprimere meglio alcuni concetti sul quale si voleva creare una sana discussione. Tralasciando la vena provocatoria, in nessun momento l’autore dell’articolo voleva arrecare offesa allo staff di GMC. Semplicemente possono accadere dei fraintendimenti, ed è nostro dovere operare al fine che questi non avvengano/vengano risolti.