Pubblicato il 10/11/15 da Neko Polpo

The Witcher 3: Hearts of Stone – attento a ciò che desideri…

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Immaginate, per un attimo, che un cinghiale, un procione o, in alcune zone del mondo, perfino un orso venga a rovistarvi nel cassonetto della spazzatura dietro casa. Può capitare, no? Per alcuni è perfettamente normale. Tocca scacciarlo in qualche modo, potrebbe finire per fare danni seri, oltre a lasciare immondizia sparpagliata sul selciato, ma come fare? Facile, andate su internet o anche in libreria, vi informate un po’ sull’ecologia di tali animali, magari provate qualche rimedio della nonna. A volte è sufficiente, ma si potrebbe dover ricorrere al chiamare un professionista per allontanare la bestiola, catturarla e lasciarla lontano nel bosco o, nel peggiore dei casi, ucciderla.

Immaginate ora di sostituire l’innocente tasso o cane randagio con ghoul, vampiri e spiriti ed il professionista di turno con un omaccione mutante dalle pupille verticali.
The Witcher riesce a rendere il soprannaturale mondano. So che avete immediatamente pensato a Dungeons & Dragons e ad altri scenari simili, ma non parlo della mondanità fumettosa dell’high-fantasy, con unicorni ed elfi dalle orecchie a punta che lanciano palle di fuoco, parlo di una più sottile. Il mondo di The Witcher riproduce, con una discreta fedeltà estetica, l’Europa dell’Est del periodo medioevale, imbastita di elementi fantastici in misura molto ben precisa. Nell’universo creato da Andrzej Sapkowski grifoni e lupi mannari sono creature che semplicemente esistono, come cani, gatti e maiali. Sono documentati nei libri, sono studiati nelle scuole, se un drowner ti infesta il giardino puoi andare alla libreria di Novigrad per leggerne l’ecologia, le malattie ed i rimedi per scacciarli dal terreno.

Ragazza dai capelli corti rossi seduta su un muretto di pietra, i sottotitoli dicono "Behold! Wars've started over uglier wenches. Well, raids've been undertaken, at least.".
La giovane Shani ritorna dal primissimo capitolo di The Witcher in tutta la sua beltà.

Il punto che sto laboriosamente tentando di raggiungere è che in un mondo in cui perfino l’oltretomba è ben documentato, un mondo in cui i fantasmi sono un avvenimento relativamente comune e la stessa necromanzia, seppur proibita, è una pratica ben conosciuta (l’abbiamo vista praticata davanti ai nostri occhi durante la trama del gioco base), non c’è più nulla che possa stupire. Eppure The Witcher 3 ci riesce.
Le tre fattucchiere di Crookback Bog sono diventate celebri tra i giocatori che si sono avventurati nella loro questline e CD Projekt RED invece di lasciare, raddoppia.

Geralt cammina verso il giocatore, mentre sullo sfondo, tra la nebbia, c'è una magione dalla forma inquietante ed imponente.
Le tematiche horror di Hearts of Stone sono particolarmente ovvie in questa scena.

The Witcher 3: Hearts of Stone è il primo dei due add-on previsti per The Wild Hunt. Contiene una piccola espansione della mappa originale, poco più di una striscia di terra nella campagna a nord di Novigrad, alcuni nuovi pezzi di equipaggiamento, un artigiano speciale completamente nuovo e, cosa ben più importante, una questline nuova di pacca.
Sembra quasi bizzarro, visto il trend recente nel campo degli action RPG, che un’espansione si fregi della trama prima del loot, ma si sa che a CD Projekt RED piace tirare palle curve dritte nello sterno del battitore quando meno se lo aspetta, il che è, appropriatamente, il tema della nuova storia.

Al centro dell'immagine una quasi silhouette nera che con la testa china in avanti come fosse rassegnata regge quella che sembra una pala appena piantata nel terreno.
A volte l’orrore assume forme inaspettate.

Hearts of Stone parte in maniera relativamente innocente. Un nobilotto locale vuole un mostro morto stecchito, praticamente il solito tran-tran per il vecchio Geralt, il quale farà presto la conoscenza di Olgierd von Everec e della sua bislacca compagnia.
Da una comune caccia al mostro, Geralt si ritrova coinvolto in una spirale discendente di situazioni e personaggi surreali, dei quali è davvero difficile parlare senza rivelare i twist più intriganti, ma che sono la vera ciccia della trama.

Olgierd von Everec ritratto davanti a Geralt.
Olgierd von Everec è la vera star di Hearts of Stone.

Geralt è un uomo di esperienza, abitante di un mondo in cui il soprannaturale è mondano. Fino ad ora nessuno è riuscito a metterlo a gambe all’aria, nemmeno la stessa Wild Hunt.
Hearts of Stone riesce nell’incredibile intento di sovvertire se stesso ed il suo setting con grande maestria, lasciandoci dialogare dolcemente con dei fantasmi, neanche fossimo al baretto, e subito dopo stravolgendoci con l’orrore inspiegabile dell’oltretomba.
Come si può vivere con un cuore di pietra? Si può desiderare tutto e non ottenere niente allo stesso tempo? Chi è davvero Gaunter O’Dimm? Queste sono le domande che ci pone Hearts of Stone, esplorate splendidamente da una scrittura di gran qualità, ormai elemento caratteristico della serie assieme ai suoi personaggi complessi e sfaccettati.

Geralt davanti ad una specie di macelleria.
Ancora una volta The Witcher 3 non si vergogna di mostrare scene orripilanti.

L’alta qualità della trama è l’elemento più saporito dell’espansione, ma c’è anche un pugno di chicche in più.
Un nuovo artigiano è approdato sulla campagna di Novigrad, dalle lontane oasi di Ofier (più o meno l’equivalente della nostra antica Persia) ed ha portato con se l’arte del Runewriting. Grazie al Runewright è possibile incidere sulle armi ed armature intere parole, invece di singole rune e glifi, per ottenere effetti molto più potenti. Sostanzialmente viene aperta una branca di potenziamento dell’equipaggiamento completamente nuova ed abbastanza intrigante, con breve questline dedicata per sbloccare gradualmente rune più potenti.
Gli Ofieri si sono portati dietro anche un paio di nuovi set di armature dal gusto esotico, i cui progetti vanno sbloccati, ma la fatica vale la candela.
La zona espansa nella campagna di Novigrad è, inoltre, piena di cacce al mostro e al tesoro nuove di pacca, con brevi sottotrame dedicate ad esse, in generale ben scritte e godibili.
In più, la piccola ma affascinante Oxenfurt, tragicamente sottosfruttata nel gioco base, viene finalmente riempita di nuove quest ed eventi che danno un senso alle sue poche, ma bellissime, strade. Mi piace pensare che un camion-spia di CD Projekt RED passasse giusto dietro casa mia, il giorno in cui mi sono lamentato di quanto questa piccola ma esteticamente splendida cittadella fosse così tristemente poco utilizzata.

Esplosioni alle spalle di Geralt. Da qualche parte ci sono o c'erano ragni giganti ma scusate non ingrandisco l'immagine per cercarli.
Tra tutti i mostri che potevano aggiungere, dovevano scegliere proprio i ragni giganti? I veri duri continuano a non guardare le esplosioni.

The Witcher 3: Hearts of Stone è davvero un’ottima espansione. In una dozzina di ore riesce a concentrare una trama affascinante e scritta brillantemente che ho finito per divorare in soli due giorni, bramoso di scoprire cosa sarebbe accaduto. I contenuti secondari aggiungono 5 o 6 ore extra di bighellonamento che non fanno mai male, ma la questline principale, da sola, vale più che abbastanza il prezzo del biglietto, appena 9,99€ su Steam, GOG.com, Xbox Live e PSN. Quasi mi dispiace per la futura espansione, Blood and Wine. Avrà davvero tanto con cui confrontarsi.

The Witcher 3 Hearts of Stone premi: trama oro, Shani argento, qualità/prezzo argento

NekoPolpo - Biografia

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