Una tempesta geomagnetica ha messo fuori uso tutta le tecnologia su tutto il pianeta, e proprio in quel momento noi eravamo in volo sul Canada col nostro aereo-cargo. Precipitiamo e ci ritroviamo da soli in mezzo a una foresta di conifere isolata tra alti monti, in pieno inverno: da quel momento in poi dovremo cavarcela come meglio riusciremo per sopravvivere, cercando viveri, utensili e medicinali, esplorando la zona, fuggendo i lupi e cacciando, procurandoci la legna per il fuoco e persino approfittando della morte di altri umani sventurati che non hanno retto al gelo dell’inverno canadese.
Questo è The Long Dark.
Il gioco è un survival simulation open world. La foresta nella quale ci ritroviamo dopo l’incidente è enorme e totalmente innevata, ma non fitta: gli spazi tra gli alberi sono ampi e ci sono enormi spiazzi artificiali in cui dei boscaioli hanno tagliato e ammassato gli enormi tronchi degli abeti bianchi. Una ferrovia attraversa la mappa, toccando i centri di lavoro dei boscaioli e facendo da punto di riferimento. Insieme alla ferrovia, anche dei corsi d’acqua segnano la mappa e giungono a un enorme lago. Nel complesso è un posticino intricato e ostile, che il gioco ci dà la possibilità di percorrere in lungo e in largo. Nelle nostre esplorazioni troveremo dei rifuggi utili per nascondersi e riposare durante la notte o per stare al riparo durante le bufere di neve. Sono gli unici luoghi che potremmo definire sicuri per il nostro sopravvissuto. Vi troveremo inoltre gli utensili e i viveri fondamentali per la nostra sopravvivenza, la cui distribuzione è casuale a ogni partita.
La grafica è in cel shading, e funzionale alla situazione. Gli unici colori accesi indicano le cose necessarie alla sopravvivenza o sono punti di riferimento all’interno della mappa (vedi ferrovia e rifugi). Per il resto il bianco accecante della neve e il grigiore degli alberi si estende ovunque poseremo lo sguardo. I suoni che sentiremo sempre durante il gioco saranno l’ululato dei lupi e il soffiare incensante del vento, ma ogni tanto anche il nostro sopravvissuto commenterà la sua situazione, lamentandosi del freddo o del fatto che non sta molto bene. Oltre a questo, i momenti di silenzio saranno rari, a seconda dal tempo atmosferico, e sempre accompagnati dal suono ovattato dei passi sulla neve, dal crepitio del fuoco, dal gorgoglio dell’acqua che bolle. Non vedremo mai il nostro corpo, ma “sentiremo” ogni nostra azione – dalla cerniera dello zaino quando accediamo al menù al rumore delle confezioni di cibo che apriamo – e nello stesso modo sapremo se i vestiti ci proteggono ancora dal freddo.
All’avvio del gioco potremo scegliere un personaggio maschile o uno femminile, ma pare che le differenze non siano significative o non sussistano proprio. Possiamo sapere in tempo reale qual è il nostro stato di salute, quante calorie abbiamo consumato, quanta carne o legna è stata aggiunta al nostro inventario e in che condizioni sono gli utensili che utilizziamo. L’interfaccia è minimale: delle scritte bianche in caps lock appaiono in basso o ai lati dello schermo per avvisarci di tutti questi particolari, e in condizioni fisiche normali o di inattività l’unico segno sullo schermo è un puntino bianco. Il gioco non va in pausa durante l’utilizzo del menù, per il quale ci appare una finestra che lascia intravedere per intero la schermata di gioco, in modo da mostraci eventuali pericoli o cambiamenti meteorologici. Nello stesso menù è racchiusa una descrizione dettagliata dello stato fisico e di salute del giocatore, con il tempo di sopravvivenza, la temperatura dell’aria, l’effetto di raffreddamento del vento e la protezione dei vestiti contro il gelo.
Il menù si apre anche se ci deve rifornire di legna o di carne, segnalandoci quante calorie consumeremmo per un’ora di lavoro, lo stato degli utensili e la quantità di carne che vorremmo prelevare dalle carcasse, e quando dobbiamo riposare. A questo proposito dobbiamo stare attenti: dormire per abbastanza ore fa bene alla condizione complessiva dell’organismo, ma brucia quantità folli di calorie, quindi dobbiamo perlomeno assicurarci di non andare a dormire digiuni o di avere abbastanza cibo per il risveglio.
Un problema non indifferente è legato agli scontri corpo a corpo con i lupi: in queste occasioni, infatti, non ci è possibile usare le cosiddette armi bianche, come coltelli, accette e piedi di porco, per difenderci, bensì dobbiamo scontrarci a mani nude con i terribili predatori, riportando ferite che provocherebbero la morte per setticemia o dissanguamento. Per questo bisogna essere estremamente accorti nell’utilizzo dei medicinali che troveremo. Inoltre, lo scorrere del tempo è realistico, perciò se, per esempio, fuori imperversa una tempesta e scegliamo di stare al caldo in un rifugio, ci annoieremo un po’, a meno che non cuciniamo, ripariamo oggetti o abbiamo i requisiti minimi per dormire qualche ora.
Tutto ciò che ho descritto è contenuto nel solo sandbox del gioco, distribuito in early access su Steam il 22 settembre al prezzo di 19,99 €. Gli sviluppatori hanno in serbo ancora un’infinità di contenuti, tanto che hanno chiesto agli utenti della community di suggerire loro cosa vorrebbero nel gioco. Qualcuno (a ragione) ha fatto notare che gli scontri a mani nude con i lupi andrebbero rivisti, altri hanno chiesto di poter pescare nel lago, di poter costruire un rifugio proprio, di poter cacciare con delle trappole e di avere una fauna più varia, altri ancora vorrebbero una generazione casuale delle mappe e la possibilità di interagire con altri umani bene o male intenzionati, di vedere il proprio aspetto fisico e di poter cucinare i cibi in scatola, e infine c’è chi vuole creare una community di modder per la creazione e la condivisione delle proprie mappe.
Personalmente non vedo l’ora che il gioco sia finito e completo in tutte le sue parti. Voi?