E alla fine giunse! Dopo circa un anno e mezzo, Monster Hunter XX (letto Double Cross) esce dalla sua terra natìa, quella del Sol Levante, e arriva sugli scaffali del mondo occidentale sotto il nome di Monster Hunter Generations Ultimate, eliminando la versione Nintendo 3DS dai giochi per favorire la versione per Nintendo Switch.
Monster Hunter Generations Ultimate, per chi non conosce bene la serie, è praticamente la versione migliorata ed estesa del precedente capitolo, Generations, uscito ormai nel “lontano” 2015, portando sulla console ibrida Nintendo l’esperienza di caccia a cui noi occidentali siamo abituati ormai da anni: Generations peccava di tutte quelle caratteristiche extra dei giochi passati, arrivati direttamente in Europa nella loro versione definitiva.
Generations Ultimate migliora tutte le caratteristiche chiave del gioco passato: più mostri (portando così il conto a 129 mostri, tra piccoli e grandi, deviant e varianti incluse), più mappe, più missioni e, soprattutto, il G Rank, la difficoltà maggiore presente in ogni versione Ultimate (e non) della saga. Sappiate però che la prima parte del gioco è del tutto identica al Generations originale e, nel caso non trasferiate il salvataggio dalla versione 3DS, sarete costretti a ripetere le ore passate su quel capitolo (con annesso grinding estremo).
Con queste premesse, sarebbe facile dire che ciò che abbiamo tra le mani è l’hunting game definitivo, ma c’è un piccolo problema: Monster Hunter Generations Ultimate si deve per forza di cose confrontare con il suo “cugino” su console concorrenti e PC, Monster Hunter World, cosa che Monster Hunter XX non ha dovuto affrontare, essendo uscito 9 mesi prima: giusto in tempo per terminare il suo ciclo vitale (anche se in Giappone molti ci giocano ancora) e lasciare il posto a World.
World e Generations Ultimate si presentano come due approcci diversi al concetto di hunting game, tanto da sembrare a volte due esperienze totalmente agli antipodi, ognuna con i suoi pregi e i suoi difetti: Generations può vantare una mole di contenuti assurdamente grande, un gameplay hardcore variegato grazie alla presenza di quattordici armi, sei stili di caccia differenti e innumerevoli Arti di Caccia (mosse speciali utilizzabili una volta caricata la barra apposita), una modalità single player totalmente slegata dal multiplayer e quindi ancora più contenuti ed una miglior gestione del gameplay online, senza cutscene da vedere obbligatoriamente in solitaria prima di invitare altri giocatori. Infine, anche se ha un’importanza marginale, dispone di una feature godibile: la possibilità di usare un Palico, i gattini emblema della serie, come cacciatore.
La varietà nell’esperienza è senza dubbio il punto forte di questa edizione per Nintendo Switch: utilizzare uno dei sei stili disponibili vuol dire cambiare totalmente approccio: combo esclusive, status particolari e abilità dedicate rendono ogni stile totalmente diverso dagli altri, e questa versione Ultimate va ad aggiungerne due a quelli già presenti nel gioco originale su 3DS. Lo stile Valore andrà a premiare i cacciatori più offensivi, bloccando certe mosse dietro una particolare tecnica di rinfodero, mentre lo stile Alchimista permetterà di creare particolari oggetti che andranno a migliorare le caratteristiche del cacciatore e dei suoi compagni.
D’altro canto, però, certe innovazioni portate da Monster Hunter World mancano, e la mancanza si sente, eccome. Se da un lato si può discutere se le migliorie alla Quality of Life apportate da World effettivamente facilitino o meno il gioco, è oggettivo che molte ci abbiano fatto capire quanto alcuni meccanismi di gameplay della saga necessitavano di una svecchiata: tornare indietro a un gioco pre-World non è stato immediato quanto passare da Monster Hunter 4U a Generations. Le mappe divise in piccole aree con caricamenti tra un’area e l’altra, anche se marginali, fanno rimpiangere le vaste regioni che circondano Astrea nell’ultimo episodio, così come piccolezze come la fionda, il deposito automatico delle risorse a fine missione, il campo base nel quale ci si può rifornire o addirittura cambiare equipaggiamento, la costante presenza di vari mostri nell’area (facilitando quindi il grinding di materiali, in Generations Ultimate a tratti tedioso), sono tutte migliorie il cui peso è evidente solo quando non le si perdono.
In ogni caso Monster Hunter Generations Ultimate rimane un ottimo gioco, che ha scelto solo una strada diversa per proporre i suoi contenuti, sacrificando la facilità di approccio di World per regalarci un’esperienza dura, ma estremamente gratificante nel momento in cui prendiamo la mano con una delle numerose armi, o in quell’istante finale della caccia, quando diamo il colpo di grazia al Valstrax che fino a ieri, per due giorni, non ha fatto altro che eliminarci senza troppa fatica.
Inoltre, anche sul lato tecnico il gioco si difende bene, nei suoi limiti: stiamo parlando comunque di un porting da Nintendo 3DS, ma nonostante ciò Capcom non si è adagiata sugli allori e ha lavorato alacremente sul miglioramento di texture ed effetti, in modo che sia in 1080p per la modalità docked, sia in 720p per quella portatile, il mondo dei Monster Hunter classici mostrasse il suo lato migliore. Per quanto riguarda le performance sia nella dock che in giro il gioco mantiene quasi sempre i suoi 30 frame al secondo, con rarissimi frame skip, che ho notato solo durante le scene di presentazione delle varie regioni esplorabili o dei villaggi, e in alcune cacce più concitate, anche se nell’ultimo caso è capitato ancor più raramente che nelle cutscene.
Purtroppo, comunque, nonostante il lavoro certosino su texture, anti-aliasing e anche con l’aggiunta di più oggetti a schermo (fili d’erba, tronchi d’albero e altre amenità), non tutto è perfetto: ho notato alcune incertezze sulle texture delle pitture facciali del cacciatore, e i modelli dei mostri ancora non raggiungono il livello di dettaglio presente in Monster Hunter Tri per Wii, essendo praticamente gli stessi della versione 3DS con texture più definite, invece che modelli appositi per questa versione. In più, in alcune aree salta facilmente all’occhio il popup di certi oggetti lontani dal nostro cacciatore, come persone nei villaggi o depositi di minerali durante le esplorazioni. Nulla di trascendentale e fastidioso, ma considerando la maggior potenza di calcolo di Switch rispetto a 3DS magari si poteva puntare più in alto.
Passando all’esperienza multiplayer, posso confermare che il netcode, croce delle console Nintendo da tempo immemore, regge alla grande rispetto a quanto visto anche su titoli first party della grande N. Le cacce in gruppo filano lisce come l’olio (a patto di non farsi ammazzare male dal primo Rathalos dietro l’angolo) e risultano sempre divertenti; si sente comunque la mancanza di un modo per comunicare con i compagni diverso dalla chat testuale; infatti al momento non è possibile chattare nemmeno con l’app per dispositivi mobili Nintendo Switch Online e non è ancora chiaro se Monster Hunter Generations Ultimate si appoggerà al servizio a pagamento della console, sfruttandone i vari servizi collegati.
Ad arricchire l’offerta online, poi, sono già disponibili ben 86 missioni evento e 20 missioni arena scaricabili (permanenti, a differenza di World), comprese quelle dedicate a vari anime e manga come Yu-Gi-Oh, Sailor Moon, Ushio e Tora e altre produzioni giapponesi, missioni di solito mai uscite dai confini nipponici e finalmente disponibili anche per noi, pronte a regalarci i relativi equipaggiamenti e altre ore di gioco.
Monster Hunter Generations Ultimate forse è uscito un po’ in ritardo da noi e dovrà quindi sopportare il peso di un capitolo importante e rivoluzionario per il brand come Monster Hunter World, ma ciò non toglie all’ultimo hunting game per console Nintendo la possibilità di brillare di luce propria grazie all’offerta di contenuti e alla sua natura hardcore, che sicuramente accoglierà tutti quei veterani che hanno trovato World forse troppo facile per i loro gusti.
Una piccola nota per tutti coloro che si avvicineranno a questo episodio dopo aver ricevuto il battesimo di fuoco su World: Generations Ultimate è un gioco duro, a tratti crudele, e probabilmente ci vorrà tempo prima di riuscire a procedere spediti, ma ricordate che là fuori c’è una community pronta ad aiutare, e che tutti abbiamo dovuto affrontare le prime cacce fallendo. Quindi lasciate la fionda a casa e date una possibilità a un Monster Hunter vecchio stile: chissà, magari vi preparerà al meglio per il futuro della serie.
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