Chiamato Tuono nella versione italiana, Thunderflash è indiscutibilmente più figo. Dettagli linguistici a parte, eccoci a chiacchierare sul nuovo capitolo della serie videoludica che vede come protagonista un centrocampista la cui dedizione al calcio, all’amicizia e alla strenua difesa dei valori sportivi ci insegna come si sta in un campo da gioco con passione, onestà e voglia di vincere!
Proprio lu… No, non lui, e piantatela di ricordarmi che sono vecchio.
A vederli affiancati un po’ posso capire la confusione, ma andiamo avanti. Level 5 torna con uno dei suoi giochi di punta (ricordo che sono gli stessi di Ni no Kuni e Professor Layton, per dirne un paio) e lo fa alla grande. Avete presente quando consigliavo Xenoverse se proprio eravate fan sfegatati della serie? Ecco, questo è obbligatorio se l’anime che ne è stato tratto vi piace anche solo alla lontana. Un piccolo esempio di esperienza personale: “Come faccio a finire la storyline principale e provare qualcosa di tutto quello che ci sta intorno prima della data ufficiale di uscita avendolo ricevuto una manciata di giorni prima?” Molto semplice: giocandoci fissi per 30 e passa ore.
La grafica è molto carina, il gameplay è divertente ed immediato, cutscenes animestyle a tutto andare, trama e partite sono ben intervallate. È sicuramente un prodotto confezionato davvero bene. Aggiungendo le svariate musiche sembra proprio che la cartuccia sia stata spremuta in tutta la sua memoria. Per non parlare poi della localizzazione italiana, con gli stessi doppiatori della serie animata, e personaggi ben caratterizzati dal linguaggio: si spazia infatti da quelli più seri a quelli che ogni 3 parole piazzano un bel “ma cioè, tipo…”.
Prima di avventurarci tra i supertiri però, diamo un po’ di spazio alla trama. Seguendo l’anime pensavo di aver visto tutto con Inazuma Eleven GO, poi ho giocato a questo prima di vedere questa serie e ho capito di non avere visto ancora niente. La cosa che fa davvero ridere è che alla fine dell’esperienza di gioco mi sono anche messo a guardare Inazuma eleven GO: Galaxy scoprendo che di cose da vedere ce n’erano ancora. Piccolissima premessa: apprezzo il doppiaggio italiano e l’adattamento dei dialoghi, come anticipato sopra, le voci dei personaggi sono azzeccatissime (abbiamo i migliori doppiatori del pianeta in generale, nelle serie animate siamo secondi solo ai giapponesi, nulla mi farà cambiare idea), un po’ meno la traduzione delle tecniche e il cambio dei nomi originali (molto vicino a quello che abbiamo trovato con l’arrivo nel bel paese di Captain Tsubasa), ma ovviamente per comodità e fruibilità andiamo ad utilizzare i nomi adattati e quindi insomma… Sì, anche qui a quanto pare i ragazzotti giapponesi sono diventati tamarri americani.
Arion Sherwind dirigendosi al centro sportivo scopre che tutta la sua squadra si è dimenticata del calcio. Dopo una breve introduzione scopriamo che la colpa di tutto è della El Dorado: una società avente sede 200 anni nel futuro. Essi sono in guerra con una razza chiamata Ultraevoluti che ha avuto origine a partire da giocatori di calcio particolarmente dotati. L’idea della El Dorado è quindi molto semplice: mandare indietro nel tempo dei suoi agenti a modificare importanti avvenimenti in modo che il calcio venga dimenticato e messo fuori legge. Starà a noi quindi impedire a questa squadra del futuro aiutati da Fei, un ragazzo proveniente da un mondo parallelo per aiutarci, intromettendoci nel normale corso degli eventi. Il problema è che questa squadra è troppo forte, come fare allora? Facile! (*coff*) Basta costruire la squadra perfetta, viaggiando nel passato per mixare le anime dei più grandi eroi d’epoca a quelle dei nostri giocatori allo scopo di creare ibridi inarrestabili. Ci ritroveremo quindi a “reclutare” gente del calibro di Oda Nobunaga, Giovanna D’Arco, Re Artù, Tirannosauri, ecc. Eh, oh, nel mio cuore i Tirannosauri sono degli eroi. Questa meccanica va quindi ad introdurre il Mixi Max: la possibilità di fondere il potenziale di due giocatori per avere un significativo aumento delle statistiche e fondere il parco tecniche, cosa che si potrà unire all’evocazione degli spiriti guerrieri e le conseguenti armature già viste nella serie precedente.
Dopo questo preambolo possiamo finalmente parlare del gameplay. Il prodotto di Level 5 unisce molto bene gdr e calcio, dandoci la possibilità di fare svariate cose oltre che il semplice sfidare squadre avversarie. Durante la nostra avventura dovremo esplorare, raccogliere oggetti, comprare equipaggiamenti e reclutare nuovi membri accontentando le loro richieste. Non è cambiato moltissimo dai predecessori, ma lo ritengo un bene essendo tutto già molto funzionale. Persino farmare soldi e livelli non è un peso: lo si fa accettando le sfide dei calciatori disposti nelle varie aree contro i quali dovremo disputare un mini match 5 vs 5 in campo ridotto al “chi segna vince”, rendendo il tutto pratico e velocissimo (fin troppo forse, ma ci arriviamo tra poco). Sì, come all’oratorio, sperate che non ci sia nessuno lì a dire “la palla è mia e gioca chi dico io!”.
Per chi invece non si è mai avvicinato ad un Inazuma Eleven cosa c’è da dire? Come si svolge una partita? È tanto “bambinoso” come gioco? Le partite si giocano interamente tramite lo schermo touchscreen tracciando linee di movimento partendo dal nostro giocatore in possesso di palla per spostarlo e toccando un’area vuota o un nostro compagno di squadra per passargli la palla. Ogni volta che entriamo in contatto con un avversario partirà una mini sfida per dribblarlo (o per togliergli la palla, a seconda dei casi) e toccherà scegliere se tentare di fare il tutto normalmente o spendere qualche Punto Tecnica per effettuare una mossa speciale. Lo stesso accade al momento del tiro. Queste sfide sono basate sulle statistiche dei giocatori, le super tecniche andranno quindi semplicemente ad aggiungere il relativo valore numerico alla nostra statistica di base e renderanno il tutto molto più tamarro e bellissimo.
Per quanto riguarda il target, beh, è ovvio che non sia da Hardcore Gamer. Inazuma Eleven è indirizzato ad un pubblico giovane e/o amante della serie anime, ma dopo averlo provato sono convinto che chiunque ci si possa divertire e farsi qualche sana risata senza prendersi ogni volta troppo sul serio. Come qualsiasi altro gioco però, anche questo ha i suoi momenti no. Non voglio entrare in minuziosi tecnicismi, non ne vale la pena, anche perché ripeto: il prodotto è davvero valido dal punto di vista della programmazione. Parliamo però di due punti fondamentali che mi hanno lasciato un po’ di perplessità. Il primo punto sono i troppi, continui cambi della squadra principale della storyline: passerete purtroppo parecchio tempo a sistemare la rosa a causa di gente che andrà via, tornerà, abbandonerà e così via. Molte volte persino in massa. Sono però espedienti dovuti alla trama contro i quali difficilmente si può combattere.
L’altro fattore di perplessità è lui:
Non so chi di voi abbia avuto il piacere di guardare “Storie Mondiali” di Federico Buffa. È un giornalista sportivo che ha raccontato i 10 campionati del mondo con i retroscena più interessanti. Potete parafrasare i discorsi fatti sui più grandi campioni di ogni decennio calcistico dedicandoli a lui all’interno del gioco. Potete metterlo al posto di Zizinho e dire “Victor è annoiato dal suo talento, è troppo più forte degli altri”, oppure potete metterlo al posto di Pelé, giocare la vostra prima partita con Victor in campo e sentire al termine dire: “Prima dell’esordio di Victor giocare con la maglia numero 10 era “giocare con la 10”, dopo un’ora di gioco giocare con la 10 sarà giocare CON la 10, e anche adesso è il numero del calcio”. In pratica le mini sfide al Golden Gol, utilizzando un pizzico di malizia, consistono nel passarla a lui e sfondare il portiere avversario con un supertiro. Fortunatamente le partite vere non sono proprio così, ma non aspettatevi di dovervi impegnare alla grande per vincere.
Concludendo sono rimasto entusiasta del prodotto e andrò avanti a giocarci parecchio anche dopo aver finito questa recensione. Se volete sfide impegnative, c’è sempre il comparto online, ormai immancabile. In realtà non vorrei consigliarlo solo ai fan della serie, ma strizzerei l’occhio anche agli amanti del calcio videoludico in generale per farsi qualche risata e differire un po’ dai soliti FIFA o PES anche se, obiettivamente, è un prodotto più godibile da chi è vicino alla serie animata o ai precedenti capitoli. Per i vecchiardi: le meccaniche sono un puro e semplice svecchiamento dei capitoli Super Nintendo di Captain Tsubasa. In ogni caso Inazuma Eleven GO: Chrono Stones sarà disponibile nei negozi a partire dal 27 Marzo nelle sue due versioni: Fuoco e Tuono.