Introduzione – Shadow of Earth
L’ultima aggiunta dell’Annual Pass di Destiny 2 conclude lo Year 2 col botto, mostrando i muscoli in quella che è una espansione che merita di gran lunga il ritorno, per chiunque si sia concesso una pausa, da Destiny 2. La quantità e qualità delle aggiunte, volte sia ai nuovi arrivati che ai veterani, è estremamente variegata, aggiunge nuove interessanti meccaniche al gioco e apre le porte a dei sistemi di gioco sempre più volti a dare potere al giocatore stesso di modellare il personaggio a sua immagine e somiglianza.

Novità – Le nuove attività ed il nuovo loot
La Season of Opulence introduce, in mezzo a tutte le novità che susseguono, il Chalice of Opulence: tale oggetto, inserito precisamente con lo scopo di facilitare la progressione tra i power level di Destiny 2, è un sistema di “crafting” decisamente interessante: tre slot sono occupati da “rune” ottenibili con qualsivoglia attività del gioco, le quali permettono di ottenere a fine run determinati oggetti (con specifiche caratteristiche) in base alla combinazione scelta.
Il loot pool comprende ogni nuova arma del Menagerie, con hand cannon e sniper rifle estremamente competitivi in PvE e PvP, assieme ad oggetti ottenuti anche da altre attività, non per forza relativi al Menagerie. Data la qualità del loot unico ottenuto e anche la varietà, se in caso mirate ad equipaggiamento anche della Dreaming City, per esempio, il Menagerie si rivela una delle più proficue attività end-game del gioco. Ma non solo: è anche divertente, ed usa uno stratagemma nuovo nella serie per ovviare alla intrinseca ripetitività dell’attività.

Gameplay – Menagerie e Crown of Sorrow
Le attività introdotte nella stagione comprendono nuove meccaniche che, probabilmente, plasmeranno anche quelle che verranno nel titolo.
Il Menagerie introduce una serie di attività variegate con modificatori e nemici a rotazione ogni settimana, con un obiettivo da raggiungere riuscendo (o meno) in tali attività. Con “o meno” si intende che in suddette attività non è possibile fallire (a meno che non giochiate in Heroic), e la sola “punizione” per una partita svolta con poco successo è il potenziale tempo extra speso nel completarla. Riuscire più o meno velocemente, quindi non andrà ad influenzare il loot ma, piuttosto, vi renderà chiaro se potete permettervi o meno il “farm” di suddetta attività.
Crown of Sorrow, invece, inserisce una nuova meccanica nel raid, che possiamo definire scherzosamente come il “buddy system”: giocatori alternano buff e debuff in successione e in ritmo, col fine di eliminare i nemici, i quali, giustamente, richiedono determinati buff o meno. Tale meccanica viene introdotta in una prima fase del raid che è praticamente un Menagerie Heroic on steroids. Seppur il raid sia in fin dei conti breve (siamo vicini alla durata di Scourge of the Past) l’intensità dell’azione è ben alta, inserendosi, a livello di difficoltà, tra Leviathan e Last Wish: alcune scelte di design sembrano artificiose, mentre altre sono vere e proprie necessità di coordinazione e di studio della mappa e nemici da parte dei giocatori, due aspetti individuabili nei raid precedentemente citati.

Conclusioni – Il picco dell’Annual Pass
Season of Opulence è di gran lunga la stagione dell’Annual Pass più riuscita, sia in ambito di quality of life, con miglioramenti in praticamente ogni angolo del gioco, sia in termini di quantità di contenuti e qualità degli stessi, che segnano un futuro più che roseo per il titolo. Una solida release ricca di contenuto PvE libero da ogni problematica di grind o frustrazione già vista nelle due season precedenti, che culmina in una attività endgame decisamente difficile ma più di ogni altra soddisfacente.
Le sole mancanze riguardano il PvP, praticamente lasciato lì a se stesso, il quale, però, non è mai stato parte dell’offerta, comunque più che sostanziosa, di questa season.
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