Visto che dai tempi del Mega Drive, con Yū Yū Hakusho: Makyō Tōitsusen, il panorama dei picchiaduro basati sugli anime che mi piacciono me lo sono mangiato tutto, a parte Sparking Zero, perché c’è un limite anche al “tutto”, eccoci di nuovo qui. E sottolineo tutto, compreso Soul Eater Battle Resonance e Jump Force (mamma mia). L’avevo recensito Jump Force, l’avevo rimosso, un po’ come hanno rimosso lui (ahah).
Ora, non è che faccia tutto schifo, anzi. Togliendo a priori dalla lista Dragon Ball FighterZ, perché è là in cima abbastanza a mani basse, di prodotti meritevoli ce ne sono: i vari capitoli di Naruto Ultimate Ninja, qualche Ninja Storm, Bleach Blade Battlers 2nd, Fate/Unlimited Codes, Jump ultimate stars per Nintendo DS, insomma, ce ne sono.
Tutto questo per dire cosa? Che a parte la piacevole sorpresa dei Ninja Storm, se ci togliamo dalla testa l’inezia del bilanciamento dei personaggi, che sarà mica importante in un picchiaduro, i titoli migliori sono stati quelli 2D, quindi mi sembra giusto fare uscire solo giochi arena fighters.
Bleach Rebirth of Soul: storia, roster, varie ed eventuali
Man mano che su Youtube uscivano le presentazioni dei vari personaggi, da una parte ero abbastanza esaltato, dall’altra cominciava a venirmi qualche dubbio. La mancanza di video dei vari Yhwach, Le Vaar, Buzz-B e compagnia cantante ha cominciato a farmi pensare di essere davanti all’ennesimo titolo che non copre tutto l’anime, ed eccoci qua, davanti all’ennesimo titolo che non copre tutto l’anime, in nome di vari DLC, season pass eccetera. Ora, appunto, l’arco della Thousand Years Blood War arriverà con il DLC, è già stato annunciato, ma Bleach è finito nel 2016 e ho 30 personaggi nella schermata di selezione. Anche no.
Comunque parleremo di questa cosa nel gameplay, perché una lancia da spezzare in favore della cosa c’è, ma ora restiamo attinenti al paragrafo. La storia, dicevamo, copre Bleach fino al combattimento contro Aizen, quindi fino a fine saga degli Arrancar. Copre bene… diciamo che uno che non ha mai visto o letto Bleach (pazzo) la può ripercorrere tutta piacevolmente, tra l’altro al netto dei filler e senza pupazzetti fastidiosi, quindi almeno da quel punto di vista sento di promuovere il lavoro.
Promuovo meno le modalità oltre la storia, che offrono delle sfide abbastanza noiose contro la CPU, l’immancabile training e un online senza neanche le ranked.
Spezziamo intanto la prima metà di lancia a favore del roster, che comunque è magro, c’è poco da fare. Ci sono solo 2 Ichigo, e già con questo si può capire dove voglio andare a parare, ma nel dubbio: nella scelta dei personaggi non c’è Ichigo sostituto Shinigami, Ichigo Soul Socety, Ichigo hollow, Ichigo Bankai, Ichigo Arrancar saga, Ichigo spada provvisoria, Ichigo con maschera (ah no lui c’è). Ci sono Ichigo e Ichigo Vizard, fine. Non vedere 10 Naruto diversi nel roster un po’ non mi è dispiaciuto. L’altra metà della lancia la spezziamo nel gameplay.
Il gameplay del picchiapicchia di Bleach
Spezziamo l’altra metà della lancia: ci sono una trentina di personaggi, ok, ma almeno sono caratterizzati abbastanza bene. Ogni combattente ha un proprio funzionamento specifico, anche se non sempre quello che c’è sulla carta si traduce perfettamente in game.
Scesi in campo ci ritroviamo in un’arena che ha qualche sprazzo di movimento tridimensionale, ma con un’atmosfera che pende molto più verso il 2d (grazie a Dio).
Non siamo quindi davanti a un Ninja Storm con grande libertà di movimento, anzi. Rebirth of Soul devo dire che è abbastanza tattico e si basa parecchio sul trovare la finestra giusta per infilare le combo.
Come ci si picchia, insomma? I combattenti presentano svariate barre e tacche sopra e sotto le loro teste: il reishi (una specie di barra della vita, ma che non è proprio vita), i Konpaku, la reverse e una barretta che una volta piena ci permetterà di effettuare una trasformazione (maschera, bankai, shikai, resurrection, a seconda del personaggio). Una volta svuotata la bara di reishi dell’avversario si può portare a segno un attacco speciale con il grilletto e qui comincia la fiera dei numeri. Se la barra è sotto il 30%, ma non vuota e noi non siamo trasformati toglieremo all’avversario 2 Konpaku, se la barra è vuota e noi non siamo trasformati ne toglieremo 3, se siamo trasformati 4 o 5 a seconda del personaggio, della barra avversaria, del fatto che siamo alla prima o seconda trasformazione e via dicendo. Va beh, si vince quando l’avversario finisce i Kompaku.
La meccanica “Reverse” è un’innovazione abbastanza apprezzabile, se di innovazione possiamo parlare perché alla fin fine è un’estensione dei vari tronchetti di Naruto o dei teletrasporti di Dragon Ball: si può usare per estendere una combo, come combo breaker se consumata in fase difensiva o per “shunpare” dietro l’avversario, con tanto di contrattacco se usata con le tempistiche di un parry.
Restiamo davanti a un gioco che non è neanche confezionato così male: è il classico “se siete mega fan di Bleach, allora…”, ma se cercate un picchiaduro competitivo non ci siamo perché alla mancanza delle ranked si può sopperire facilmente, ma invece, al netcode delay del rollback la vedo grigia. Eh sì, c’è il netcode delay, ancora non si è imparata la cosa, i picchiaduro si svuotano perché manca il rollback, ma siamo ancora qua.
Ripeto, i modelli dei personaggi, le atmosfere, la storia: di Bleach c’è tutto e l’opera di Kubo è trattata con assoluto rispetto, ma il “se siete megafan, allora” è una frase che mi ha stancato quasi più di “easy to learn, hard to master”.
Un giorno potrò scrivere “se siete megafan di E VI PIACE IL PICCHIADURO COMPETITIVO, ALLORA…”.
![]() |
![]() |
||
|
|