Pubblicato il 16/03/15 da Neko Polpo

Offworld Trading Company: la guerra a colpi di stock market

Dopo l’insoddisfazione del primo episodio di World End Economica, mi sono messo a cercare giochi incentrati sullo stock market (o mercato azionario, che dir si voglia). Oltre alla scoperta che Hideo Kojima ha sviluppato un gioco sul tema per Nintendo DS, chiamato Kabushiki Baibai Trainer Kabutore, mi sono imbattuto nell’Early Access di Offworld Trading Company. Intrigante sin da subito, questo gioco si presenta come un RTS economico nel quale la vera arma è il denaro. Il giocatore infatti, nei panni di una compagnia economica su Marte, dovrà riuscire tramite la compravendita di risorse e azioni ad inglobare le aziende avversarie.

Centro nevralgico del gioco sarà il nostro HQ, il quartier generale delle nostre operazioni la cui posizione, e tipologia, andranno a modificare l’approccio alla partita. Premettendo che il gioco è ancora in Early Access, ad ora sono disponibili quattro tipologie di HQ (Expansive, Robotic, Scientific e Scavenger) e ognuno di essi necessiterà di risorse diverse per poter essere migliorato, oltre a modificare sensibilmente la quantità di risorse utilizzate per sostenersi. Oltre a modificare l’approccio al gioco, questi HQ sono pure “caratterizzati” e rispecchiano il comportamento che ci aspetteremmo da loro: l’Expansive si espanderà molto velocemente avendo accesso a più lotti di terreno, il Robotic non richiederà acqua e ossigeno per sostenersi, lo Scientific sarà molto più abile a compiere ricerche tecnologiche mentre lo Scavenger utilizzerà carbone anziché acciaio e avrà un accesso facilitato al Black Market. Cos’è il Black Market? Molto semplice: non tutti agiranno in maniera “pulita” nella corsa allo sviluppo economico. Incentivare ammutinamenti tra i dipendenti altrui, sabotare la loro produzione con attacchi EMP o la cara vecchia dinamite sono solo alcune delle possibilità che l’illegalità ci offre, ovviamente a caro prezzo.

Offworld Trading Company
Un quartier generale ben avviato e in espansione.

Ad inizio partita, prima di piazzare il nostro HQ, potremo scansionare il territorio alla ricerca delle risorse sulla mappa, che avrà la classica “fog of war”. Avremo un numero di scansioni limitato, ma aspettando la quantità a nostra disposizione aumenterà. Lo svantaggio? Gli avversari possono avere già piazzato il loro quartier generale: investire tempo per trovare zone ricche di risorse potrebbe penalizzarci sulla produzione effettiva, facendoci entrare in partita con gli avversari già avviati. Non c’è ovviamente una soluzione universale: questo è solo uno degli aspetti strategici di questo gioco che, dietro ad un apparente sistema di “compro risorse/vendo risorse” offre in realtà numerosissimi approcci strategici.

Ho già parlato degli HQ e accennato vagamente al loro approccio (se volete saperne di più, andare sulla wiki ufficiale del gioco), ma è ridicolo pensare solo al nostro “orticello” ignorando le altre compagnie. Ottenere il controllo sulle risorse che possono servire agli avversari, ad esempio, permette più facilmente di gestire il prezzo di quella risorsa. Creare shortage o surplus al momento giusto ci permetterà di impoverire le altre compagnie, rendendo quindi più facile la nostra avanzata verso la vittoria. Saper provocare al momento giusto queste mosse sul mercato e sapersi difendere dalle mosse degli altri è la vera chiave per la vittoria e fidatevi: gli approcci strategici in questo gioco sono numerosi.

Offworld Trading Company
Se ricevete un assegno di acquisizione del valore di tre miliardi di dollari, avete perso la partita.

Ovviamente, in un gioco del genere l’obiettivo non può essere radere al suolo l’HQ avversario: siamo gente d’alta classe noi, non barbari. Qui si vince alla maniera delle aziende moderne: inglobando gli ostacoli. L’obiettivo che sancirà la nostra vittoria sarà infatti quello di riuscire ad acquistare interamente le azioni delle altre compagnie, riuscendo così a prenderne il controllo e ottenerne i ricavi. È evidente sin da subito che, anche se il gioco è giocabilissimo in 1 vs 1, da il meglio di sé in partite con tanti giocatori. Ora come ora il multiplayer non ha un matchmaking, ma si basa sul classico sistema di host/join che fa un po’ storcere il naso, ma spero che nella pubblicazione definitiva le cose cambino.

Se siete asociali e non volete sfidare altri giocatori online oltre alla possibilità di fare una Skirmish veloce contro le AI c’è la Daily Challenge, una mappa che cambia giornalmente per tutti i giocatori online, e la modalità Campagna. Quest’ultima modalità differisce dall’online e dagli Skirmish in quanto vestiremo i panni di un giovane CEO, che cambierà in base al tipo di HQ che preferiamo, e non avremo disponibili fin da subito tutte le strutture, ma potremo acquistarle man mano che procediamo nelle missioni oltre che potenziare e migliorare quelle che abbiamo già acquistate. In questa modalità l’obiettivo sarà dimostrare di essere la compagnia migliore tra tutti e gli otto partecipanti e vi saranno Elimination Round al termine dei quali la compagnia con il minor valore verrà eliminata dai giochi.

Offworld Trading Company
Alla fine di ogni missione possiamo vedere un grafico che rappresenta l’andamento delle azioni della compagnia. Le linee spezzate prima della fine sono le compagnie che sono state assimilate.

Tirando le fila del discorso, Offworld Trading Company promette molto bene. Non a caso dietro al design di questo gioco ritroviamo Soren Johnson, già lead designer di Civilization IV. Il gioco ha ancora ampio margine di miglioramento, anche se ad ora gli approcci strategici sono numerosi, e non è difficile immaginare come l’aggiunta di eventuali HQ e strutture possa incrementare esponenzialmente le strategie attuabili. Se siete appassionati del mercato azionario o degli RTS che prediligono la strategia all’azione, non potete perdervi questo gioco. Potete reperirlo su Steam per 36,99€: un costo certamente elevato rispetto alla media dei prodotti in early access, ma che varrà sicuramente il prodotto finito.

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