Pubblicato il 03/04/25 da Emil

Luci e ombre sul lancio di Switch 2 | Nintendo Direct 2 aprile 2025

Tutte le notizie su Nintendo Switch 2, comprese quelle non dichiarate durante il Direct

Il Nintendo Direct del 2 aprile ha finalmente tolto il velo su Nintendo Switch 2, la nuova console in arrivo il 5 giugno. Dopo mesi di speculazioni, abbiamo ora un quadro completo di ciò che Nintendo ha in serbo per il lancio della sua piattaforma di nuova generazione. Le notizie sono state tante: dall’annuncio di giochi attesissimi come Mario Kart World e un nuovo Donkey Kong, fino ai dettagli su hardware, prezzi e persino un’innovativa (e controversa) gestione delle copie fisiche con le Game-Key Card. Con questo articolo cercherò di riflettere con voi su tutti i punti salienti emersi dal Direct – ma soprattutto dai comunicati non detti nella diretta Nintendo – tra entusiasmi e perplessità.

I giochi di lancio: Mario Kart World guida la corsa

Il piatto forte della presentazione è stato senza dubbio Mario Kart World, prossimo capitolo della celebre serie di corse Nintendo e titolo di punta al day-one di Switch 2. Nintendo ha aperto il Direct proprio con questo gioco, mostrando un trailer frizzante e ricco di novità. La grande trovata di Mario Kart World è che le piste non hanno più confini netti: i giocatori potranno uscire dal tracciato e guidare praticamente ovunque, esplorando liberamente ambientazioni vaste e interconnesse. Immaginate i classici circuiti Mario Kart trasformati in aree aperte: il gioco promette una modalità Free Roam in cui si può scorrazzare a piacimento, scovando scorciatoie e magari scattando foto in luoghi pittoreschi insieme agli amici. Non manca una modalità competitiva innovativa chiamata Knockout Tour, una sorta di corsa ad eliminazione su più tappe consecutive: 24 piloti in gara e ad ogni checkpoint chi resta troppo indietro viene eliminato, finché non sopravvive un solo vincitore. Il tutto, ovviamente, condito dagli elementi classici della saga ma in un contesto nuovo che vuole sorprendere anche i veterani.

Il trailer di Mario Kart World ha lasciato intravedere alcuni scorci di piste ambientate in un enorme mondo “aperto”, con vari biomi collegati tra loro. Si è persino visto un karter inusuale: una mucca in sella a una moto da cross! Questo dettaglio simpatico è ripreso da un circuito storico come Prateria Moo Moo, ma in chiave ancor più folle. Per saperne di più dovremo attendere un Mario Kart World Direct dedicato il 17 aprile, segno che Nintendo punta fortissimo su questo titolo.

Il ritorno di Donkey Kong e le altre novità del Direct

La chiusura del Direct ha regalato un’ultima sorpresa agli appassionati: Donkey Kong Bananza, un nuovissimo gioco di Donkey Kong in cui il celebre gorilla attraversa ambientazioni lussureggianti distruggendo tutto ciò che trova sul cammino. La particolarità di questo titolo, infatti, risiede nella fisica di distruzione ambientale: Donkey Kong potrà letteralmente sfondare pareti, rompere massi e fare a pezzi parti dello scenario per farsi strada. L’uscita però non sarà al lancio della console: la data è fissata al 17 luglio 2025, poco più di un mese dopo Switch 2. Dovremo quindi attendere l’estate per mettere le mani su questo titolo, ma sapere che Donkey Kong tornerà in grande stile ha comunque entusiasmato molti fan storici, orfani di un capitolo inedito da diversi anni.

Oltre a Mario Kart World e Donkey Kong Bananza, il Direct ha presentato un elenco nutritissimo di giochi che accompagneranno Switch 2 nei primi mesi. Nintendo ha mostrato alcune proprie produzioni aggiuntive, come Super Mario Party Jamboree – Switch 2 Edition, una versione potenziata di Mario Party con nuove modalità che sfruttano le feature hardware come il microfono integrato, la telecamera e i Joy-Con usati come mouse. C’è stato spazio anche per la saga di Zelda: Breath of the Wild e Tears of the Kingdom torneranno in versioni migliorate per Switch 2, con grafica e performance ottimizzate e persino un nuovo sistema di suggerimenti denominato Zelda Notes: un’app companion che offrirà aiuti e commenti vocali della Principessa Zelda per guidare i giocatori verso i segreti più nascosti. È chiaro l’intento di Nintendo di arricchire il periodo di lancio non solo con giochi nuovi, ma anche con edizioni aggiornate di titoli già amati, per invogliare i possessori della prima Switch a rivivere quelle esperienze in veste migliorata.

Sul fronte delle terze parti, sorprendentemente, Switch 2 parte col piede giusto. Il Direct ha confermato che diversi titoli di peso saranno disponibili già al lancio o poco dopo. Qualche esempio? Cyberpunk 2077 – Ultimate Edition arriverà su Switch 2 già dal 5 giugno, portando Night City per la prima volta su console Nintendo. Final Fantasy VII Remake Intergrade sbarcherà anche sulla nuova piattaforma, così come Hogwarts Legacy in versione potenziata e con controlli adattati ai Joy-Con 2. Per gli amanti dei picchiaduro, Street Fighter 6 avrà una versione Switch 2 con modalità esclusive. Non mancano i giochi sportivi annuali: EA porterà Madden NFL e EA Sports FC (erede di FIFA) su Switch 2, mentre 2K farà lo stesso con NBA 2K e WWE 2K. Persino titoli notoriamente esigenti come Elden Ring (in una “Tarnished Edition” completa di DLC) e Borderlands 4 sono stati annunciati in arrivo nel 2025. A sorpresa, FromSoftware sta sviluppando un’esclusiva per Switch 2 chiamata The Duskbloods, un action multiplayer ambientato in un oscuro mondo fantasy che ha ricordato sicuramente a tutti un certo Bloodborne. Insomma, per essere un lancio di console Nintendo, la varietà di giochi third-party presentati è impressionante, peccato che in molti abbiano notato l’assenza di esclusività e le pochissime novità.

Poche esclusive Nintendo al lancio

Come dicevamo, nonostante la sfilza di titoli presentati, ad un’analisi più attenta salta fuori un dato: la presenza di giochi first-party Nintendo al lancio effettivo di Switch 2 è piuttosto limitata. Al day-one del 5 giugno, l’unico titolo davvero “nuovo” targato Nintendo sarà Mario Kart World. Tutto il resto, parlando di esclusive interne, consiste in riedizioni o aggiornamenti di giochi esistenti. Donkey Kong Bananza arriverà solo a metà luglio, Kirby Air Riders è atteso entro fine anno, e Metroid Prime 4: Beyond – altro titolo first-party molto atteso – uscirà in futuro sia su Switch originale sia su Switch 2, ma non fa parte della line-up immediata. Insomma, sul fronte Nintendo, poco altro di inedito. Certo, c’è la retrocompatibilità che permette di giocare i titoli della prima Switch, ma chi sperava in un’ondata di giochi nuovi made in Nintendo per inaugurare la console potrebbe restare un po’ deluso.

Questa strategia di lancio appare in controtendenza se pensiamo a come Nintendo aveva avviato la generazione precedente: nel 2017 Switch partì con The Legend of Zelda: Breath of the Wild, seguito pochi mesi dopo da Super Mario Odyssey, e comunque con un flusso costante di uscite interne. Ora invece Nintendo sembra voler colmare i vuoti con il supporto delle terze parti, probabilmente confidando che titoli come Cyberpunk 2077 o Final Fantasy VII Remake diano sostanza al catalogo iniziale. Da un lato è un bene vedere publisher esterni finalmente allineati al lancio di una console Nintendo; dall’altro, la scarsità di nuove esclusive Nintendo al debutto è evidente. È possibile che molti team interni siano ancora al lavoro su progetti non pronti (dopotutto Zelda: Tears of the Kingdom è uscito da meno di un anno, Metroid Prime 4 è in sviluppo da tempo ma non ancora arrivato, e magari bolle in pentola un nuovo Mario 3D di cui però non si è vista traccia). In ogni caso, la scelta di puntare quasi tutto su Mario Kart al lancio è rischiosa ma anche comprensibile: è un brand che vende console e ha un appeal trasversale enorme. Resta però la sensazione che manchi una certa varietà di IP Nintendo nei primi mesi, il che lascia i fan più accaniti un po’ affamati di novità “made in Kyoto”.

Nessuna nuova IP all’orizzonte

Collegato al punto sopra, un aspetto che ha fatto discutere è l’assenza totale di nuove IP o concept originali targati Nintendo all’interno del Direct. Tutti i giochi presentati della scuderia Nintendo appartengono a serie già esistenti. Non c’è stato nessun annuncio paragonabile a quando vennero svelati titoli nuovi come Splatoon o ARMS, per fare esempi di scorse generazioni. In pratica Nintendo, almeno per ora, punta sul familiare e sul sicuro, espandendo i suoi universi collaudati invece di presentarne di completamente inediti.

Questo approccio conservativo può avere diverse letture. Da una parte, il pubblico Nintendo ama i suoi franchise classici, e vedere nuovi capitoli di serie amate è rassicurante. Inoltre l’azienda sta investendo in concept innovativi all’interno di quelle serie (basti pensare all’open world di Mario Kart o alla distruttibilità ambientale di Donkey Kong, che sono idee fresche applicate a IP note). Dall’altra, qualcuno potrebbe storcere il naso: l’assenza di nuove IP è un segnale di poca voglia di rischiare? Forse Nintendo preferisce lanciare la console con nomi garantiti e introdurre eventuali nuove proprietà intellettuali più avanti, a piattaforma installata. È anche vero che alcune novità originali arriveranno da partner esterni come The Duskbloods di FromSoftware. Tuttavia, per chi sperava in qualcosa di imprevedibile proveniente direttamente da Nintendo questo Direct non ha offerto nulla del genere. Personalmente, da appassionato, un po’ mi spiace non aver avuto nemmeno un “wow, questa è una cosa completamente nuova da Nintendo!”. Sia chiaro, i titoli noti possono comunque innovare nel gameplay, ma l’emozione di vedere nascere una nuova serie è un’altra cosa. Al momento dovremo attendere: chissà che Nintendo non stia semplicemente mantenendo segreti alcuni progetti originali per svelarli in futuro, magari quando l’attenzione sul lancio hardware si sarà affievolita.

Prezzi alle stelle e reazioni del pubblico italiano

Passiamo a un tema caldo che ha infiammato discussioni online appena dopo il Direct: i prezzi di Switch 2 e dei suoi giochi. Durante la presentazione, Nintendo non ha comunicato ufficialmente il prezzo della console, lasciando molti col fiato sospeso. Tuttavia, pochi minuti dopo, sul sito ufficiale e sui canali retail sono comparsi i dettagli: in Italia Nintendo Switch 2 costerà 469,99€ nella versione standard (solo console) e 509,99€ nel bundle che include un codice per scaricare Mario Kart World. Si tratta di un notevole incremento rispetto al passato: la prima Switch nel 2017 costava circa 329€ al lancio, quindi parliamo di oltre 140€ in più questa volta. Certo, sono passati otto anni, l’hardware è più potente e l’inflazione si fa sentire, però la cifra ha comunque colpito molti fan come piuttosto elevata. Negli USA il prezzo è fissato a 449,99 dollari (499,99$ con Mario Kart) – un valore che di solito per le console viene tradotto in 449€ da noi, invece qui abbiamo quasi 470€, probabilmente per via di tasse e arrotondamenti. In ogni caso, l’asticella si è alzata: Switch 2 esce posizionandosi su un prezzo vicino a quello di PS5 (edizione digitale) o Xbox Series X in offerta, cosa che non tutti si aspettavano da Nintendo, tradizionalmente più abbordabile.

Ancora più acceso è il dibattito sul prezzo dei giochi. Nintendo ha confermato un rincaro generalizzato: i titoli first-party in digitale per Switch 2 costeranno 79,99€, mentre le copie fisiche arriveranno addirittura a 89,99€ di listino. In altre parole, sfondato il muro dei 70€ (già ampiamente superato su PS5/Series X con molti titoli a 80€), ora si prospetta la soglia dei 90€ per un gioco Nintendo in versione scatolata. Appena queste cifre sono trapelate, il pubblico italiano ha reagito con forte malumore. Sui social network e forum nostrani sono fioccati commenti indignati: “90 euro per un gioco? Stiamo scherzando?”, “A queste cifre aspetto gli sconti, altro che comprare al lancio”, “Nintendo vuole battere cassa sulla nostra passione”. In particolare, ha fatto scalpore uno screenshot (diventato virale su Twitter) che mostrava proprio Mario Kart World sul Nintendo eShop italiano con il prezzo di 89,99€ per la versione con “Game-Key Card” (ovvero la copia fisica, di cui tra poco parliamo) e 79,99€ per la versione digitale. È vero che l’aumento dei costi di sviluppo e produzione è una realtà – alcuni sviluppatori hanno dichiarato che portare giochi su cartucce sempre più capienti costa molto, e che in generale i budget sono lievitati – ma vedere un “9” davanti al prezzo fa tutt’altro effetto sul consumatore.

In molti sottolineano come questo potrebbe frenare le vendite nei negozi. Culturalmente, il prezzo di 70€ per un gioco console era già percepito come caro ma “normale” negli ultimi anni; a 80-90€ si entra in un territorio di lusso che alcuni non sono disposti a pagare, nonostante sia da ricordare che le 120mila lire negli anni ’90 erano percepite come un prezzo ben maggiore in un tempo in cui il videogioco era effettivamente rivolto a pochi e considerato un bene di lusso per molti. È plausibile che parecchi giocatori opteranno quindi per aspettare offerte o cali di prezzo (cosa non comune con i titoli Nintendo, noti per non deprezzarsi facilmente) oppure che passeranno al digitale per risparmiare quei 10€ di differenza. Paradossalmente, Nintendo potrebbe anche aver fatto questo ragionamento intenzionalmente: rendere la versione fisica più costosa per incentivare il digitale, così da trattenere maggiori ricavi e abituare l’utenza a comprare online. Qualunque sia la strategia, la percezione immediata è stata negativa – specialmente qui da noi, dove il potere d’acquisto medio è più basso che in altre regioni europee, e dove il videogioco viene tassato con IVA al 22%. Non a caso, l’argomento “giochi Switch 2 a 90€” è rimbalzato su tutti i siti di news italiani e ha tenuto banco nelle discussioni tra fan. Personalmente, mi metto nei panni del giocatore medio: dover sborsare quasi 500€ per la console e magari altri 80-90 per ogni gioco di lancio significa che portarsi a casa Switch 2 con un paio di titoli può facilmente superare i 650€. Non proprio una spesa lieve. Resta da vedere se il mercato accetterà questi prezzi o se, come successo in passato, ci saranno aggiustamenti (magari sconti retail non ufficiali, bundle più convenienti, ecc.) per invogliare all’acquisto.

Le Game-Key Card: la nuova frontiera (discussa) del retail

Un tema strettamente legato al prezzo dei giochi fisici è la novità delle Game-Key Card, introdotta da Nintendo per Switch 2. Di cosa si tratta esattamente? In sostanza, alcune confezioni fisiche dei giochi per Switch 2 non conterranno più una cartuccia tradizionale con dentro tutti i dati del gioco, ma una scheda “vuota” contenente solo un codice di download. In pratica, quando compreremo uno di questi titoli in negozio, nella scatola troveremo una card (delle stesse dimensioni delle cartucce attuali) che, inserita nella console, farà partire il download del gioco via internet invece di leggere i dati localmente. La card funge da “chiave” per autorizzare il download e l’avvio del gioco, ma non contiene il gioco stesso in memoria.

Nintendo ha assicurato che le confezioni saranno chiaramente etichettate: sulla copertina, in basso, comparirà un avviso ben visibile per indicare quando si tratta di un Game-Key (quindi con download obbligatorio). Questo per evitare che il consumatore pensi di avere il gioco su cartuccia e scopra solo dopo che deve scaricarlo. La mossa di Nintendo, pur non del tutto inedita nell’industria (già su Switch originale alcuni titoli fisici richiedevano download parziali), rappresenta comunque un cambiamento significativo nelle abitudini di acquisto. Ma quali sono le implicazioni di questa scelta per il mercato retail e per noi giocatori?

Dal lato utente, la reazione immediata è stata mista. Chi predilige il formato fisico di solito lo fa per vari motivi: collezionismo, possibilità di rivendere/scambiare il gioco usato, assenza di installazioni lunghe o download, e una certa “sicurezza” di possedere concretamente il titolo. Le Game-Key Card vanno a intaccare soprattutto questi ultimi due punti. Se compro un gioco in questo formato, dovrò comunque scaricarlo interamente – il che richiede una connessione internet e spazio di archiviazione. Addio plug-and-play immediato: di fatto è come acquistare digitale, solo che ho una scatola e una scheda da tenere. Inoltre, in un futuro remoto, quella scheda avrà valore solo finché i server di Nintendo forniranno il download: da collezione, vale meno di una cartuccia con dentro i dati (pensiamo a quando, tra 20 anni, rispolvereremo Switch 2: una cartuccia tradizionale funzionerà subito, una Game-Key non potrà installare nulla se i server saranno chiusi). Questi timori non sono teorici: molti appassionati di conservazione dei videogiochi hanno già espresso preoccupazione, vedendo le Game-Key come un passo ulteriore verso la smaterializzazione completa del mercato.

C’è però anche qualche aspetto potenzialmente positivo o quantomeno comprensibile. Nintendo ha spiegato che non tutti i giochi seguiranno questa via, ma solo alcuni titoli particolarmente “pesanti” in termini di dati. Il motivo principale dietro le Game-Key Card sarebbe economico e tecnico: realizzare cartucce ad alta capacità (64 GB o più) è molto costoso per i publisher, quindi per evitare di dover comprimere e tagliare contenuti, si opta per una card con codice e il download via internet. Ad esempio, pare che Street Fighter 6 e Bravely Default: Flying Fairy HD Remaster su Switch 2 saranno venduti in questo formato, probabilmente perché richiederebbero cartucce molto capienti. Al contrario, Nintendo stessa per i suoi giochi di punta sembra aver mantenuto le cartucce tradizionali: Mario Kart World e Donkey Kong Bananza, a quanto comunicato, avranno la normale schedina con dentro il gioco completo. Questo lascia intendere che le Game-Key Card verranno usate caso per caso, soprattutto da terze parti per titoli enormi. In altri frangenti storici abbiamo già visto qualcosa di simile: sulla prima Switch giochi come L.A. Noire o NBA 2K18 venivano venduti fisicamente ma richiedevano download aggiuntivi perché la cartuccia non conteneva tutto. Adesso Nintendo formalizza la cosa con una categoria di prodotto specifica.

Per il mercato retail (negozi e rivenditori), l’introduzione delle Game-Key Card è un’arma a doppio taglio. Da un lato, almeno, i negozi potranno continuare a vendere qualcosa anche per quei giochi che altrimenti sarebbero solo digitali: meglio vendere una scheda con codice che non vendere affatto copie fisiche. Inoltre, la presenza di una card che va inserita nella console significa che l’oggetto ha comunque una funzione e un valore anche nell’usato: la card infatti non è monouso, non è un semplice codice da grattare. Funziona più come una chiave DRM: puoi prestarla o rivenderla, e il nuovo proprietario potrà a sua volta scaricare il gioco e giocarlo tenendo la card inserita. Questo è importante: a differenza dei voucher digitali, la Game-Key Card consente il mercato dell’usato. Quindi i negozi di quel tipo potranno accettare e rivendere usati anche questi titoli. Tuttavia, dall’altro lato, è innegabile che il valore percepito di una copia fisica del genere sia minore: il cliente potrebbe chiedersi “perché devo pagare 90€ per una scatola vuota con un codice, quando posso prendere il digitale a 80€?”. E non ha tutti i torti. Il rischio è che molti decidano di saltare la trafila e comprare direttamente online dall’eShop, tagliando fuori i rivenditori. Col tempo, se il trend delle Game-Key prendesse piede, i negozi potrebbero vedere ridursi ulteriormente la loro importanza nel settore. Si può leggere questa mossa anche come un cauto passo di Nintendo verso una distribuzione sempre più digitale, mantenendo però una mano tesa ai retailer per non alienarli di colpo.

Da appassionato, confesso di provare sentimenti contrastanti sulle Game-Key Card. Capisco le motivazioni pratiche (giochi sempre più grossi, costi da contenere) e apprezzo il fatto che Nintendo abbia almeno studiato un modo per far sì che la copia fisica resti condivisibile. Immaginate se fosse stato un codice usa-e-getta: avrebbe davvero ucciso l’usato e sarebbe stato inaccettabile per molti. Così invece il principio dell’“inserisco la cartuccia per giocare” rimane, solo che la prima volta devi scaricare i dati. Però, a conti fatti, per l’utente finale significa aggiungere complicazioni: serve una buona connessione, si occupa spazio sulla memoria (anche se Switch 2 fortunatamente parte con 256 GB interni, ben più dei miseri 32 GB di Switch 1), e possedere la scatola non ti esime dal dover attendere un download magari di 50-60 GB prima di giocare. Inoltre, sul lungo termine, se sempre più giochi adotteranno la formula key, il valore collezionistico delle copie fisiche calerà e avremo in mano solo “licenze” e non dati. È l’evoluzione naturale dell’industria forse, ma non tutti sono pronti ad abbracciarla con entusiasmo. Staremo a vedere quanti titoli su Switch 2 sfrutteranno questo metodo: per ora sembra una minoranza, ma molto dipenderà anche dalle reazioni del pubblico. Se i giocatori mostreranno di preferire nettamente il digitale a queste versioni fisiche “zoppe”, magari i publisher ridurranno le produzioni di Game-Key e punteranno sul download diretto. Oppure, se c’è comunque domanda di avere un prodotto sugli scaffali, le Game-Key Card diventeranno normalità. Nintendo dal canto suo ha evidenziato che le nuove cartucce rosse di Switch 2 hanno velocità di lettura maggiori, segno che crede ancora nei vantaggi tecnici del supporto fisico tradizionale. Insomma, la transizione sarà graduale: per ora convivranno cartucce piene e cartucce vuote, e come consumatori dovremo fare attenzione all’etichetta sulla confezione prima di comprare.

Conclusioni: la scommessa di Nintendo

Il Nintendo Direct del 2 aprile 2025 ci ha proiettati nell’imminente era di Switch 2 con un misto di eccitazione e perplessità. Da un lato, è difficile non essere entusiasti per il nuovo hardware e alcune idee promettenti nei giochi: Mario Kart World potrebbe rivoluzionare una serie storica offrendo libertà mai viste prima, Donkey Kong Bananza porta finalmente DK in un’avventura 3D moderna, e nel complesso la line-up – integrata da tanti titoli third-party spesso multipiattaforma – è la più ricca mai vista al lancio di una console Nintendo. La stessa Switch 2, come macchina, vanta specifiche e funzioni che i fan attendevano da tempo (risoluzione fino a 4K, 120 fps, audio 3D, controller Joy-Con migliorati, retrocompatibilità con buona parte della libreria Switch originale). Sono tutti elementi che mostrano una Nintendo al passo coi tempi e determinata a recuperare terreno tecnico.

Dall’altro lato, però, non mancano scelte discutibili. Affidare l’appeal iniziale quasi esclusivamente a brand consolidati indica una certa prudenza creativa: Nintendo gioca sul sicuro, magari per assicurarsi vendite solide, ma corre il rischio di apparire poco innovativa sul fronte delle idee. L’assenza di nuove IP e la relativa scarsità di titoli first-party al lancio possono far sembrare il debutto di Switch 2 un po’ conservatore, sorretto più dalla potenza dell’hardware e dal supporto delle terze parti che non dalla vulcanica creatività interna di Nintendo a cui eravamo abituati in altre generazioni. Inoltre, la politica di prezzi al rialzo solleva un muro d’ingresso più alto per i consumatori: chi vorrà essere early adopter dovrà mettere in conto una spesa importante, e non tutti potrebbero seguirla su questa strada, specialmente in mercati sensibili al prezzo come l’Italia. La questione delle Game-Key Card aggiunge poi un elemento di polemica sul fronte della fruizione: innovazione o compromesso al ribasso? Dipende dai punti di vista, ma sicuramente sarà un tema di cui discuteremo ancora man mano che i primi giochi in questo formato arriveranno sugli scaffali.

In definitiva, Nintendo sta compiendo una grande scommessa: lanciare Switch 2 in un panorama competitivo, facendo convivere tradizione e cambiamento. Da appassionato, guardo a giugno con curiosità e un pizzico di cautela. Sarà interessante vedere se la strategia di puntare forte su una manciata di titoli di richiamo e sulle migliorie hardware basterà a garantire a Switch 2 un avvio fulminante, oppure se alcuni nodi di cui abbiamo discusso verranno al pettine nelle vendite e nella percezione del pubblico. Come sempre, saranno i giocatori a decretare il successo o meno di queste scelte con il loro responso. Una cosa è certa: questa nuova generazione Nintendo nasce sotto i riflettori dell’entusiasmo, ma anche della critica, e noi non mancheremo di seguirne gli sviluppi con attenzione, sperando che alle promesse seguano i fatti e, soprattutto, il divertimento che da decenni ci fa amare il mondo Nintendo.

Emil - Biografia

Con oltre 30 anni di strada percorsa sia in produzione che da studioso del settore videoludico, non mi considero un tuttologo ne un guru. Ma solo un grandissimo appassionato con una grande esperienza. Ma soprattutto: vengo dal futuro.