Pubblicato il 06/09/14 da Neko Polpo

Le Casse del Morto #03: mettetevi Commodore

Giunta alla terza puntata, la playlist musical-videoludica di Pixel Flood dedica un’intera selezione di brani al caro Commodore 64. Una selezione di brani più o meno rari, provenienti dai titoli più disparati. Ho deciso di inaugurare una sperimentazione per alcuni dei brani presenti nella playlist: da oggi inizieremo a proporre pezzi accompagnati dagli effetti sonori del gioco, con video che potremmo definire “di gameplay”. Sarà questo un modo per restituire l’esperienza ludica nella sua fisicità, per offrire un ascolto complessivo della colonna sonora dei vari titoli tirati in causa di volta in volta. Un’occasione per studiare il modo in cui soundtrack ed effetti sonori possono legarsi e interagire. Dunque alcuni pezzi saranno contaminati, “impuri“, offerti in maniera grezza e diretta all’ascoltatore, con tanto di effetti sonori che interrompono il flusso ritmico e si innestano nel tessuto musicale, creando variazioni sempre nuove. Sentiremo così grida di morte e schiocchi di frusta, immersi in un fiume uditivo dalla corrente incessante. Musica videoludica. Musica interattiva. Musica per gioco, in gioco. Giocata.

Iniziamo con Markus Schneider, che nel 1990 compone la colonna sonora di Trans World, gestionale di Starbyte Software ambientato nel mondo dei trasporti su gomma. Un pezzo che è meglio zittire se si ha intenzione di giocare seriamente, poiché è in grado di distogliere tutta l’attenzione dal gioco e di dirottarla su di sé.

Il secondo pezzo è un brano che accompagna il primo livello del Salamander di Konami, la cui colonna sonora è stata scritta anche da Miki Higashino (Suikoden, Moon: Remix RPG AdventureGradius III, tra gli altri). Un pezzo veloce e dalle tinte inquietanti, perfetto per accompagnare il primo livello del titolo in questione.

È il momento di Last Ninja 2, gioco di System 3 pubblicato per Commodore 64 nel 1988 (più una successiva edizione del ’90/’91, chiamata Last Ninja Remix). Un brano della colonna sonora, tratto dal livello “Central Park”.

Continuiamo con Rolling Ronny (di Starbyte), pubblicato nel 1991. Un titolo con protagonista un pagliaccio dotato di capelli, naso e pattini rossi. Ecco il fantastico brano che accompagna la discesa del buon Rolly nelle fogne.

Il quinto brano è il Title Theme di Modulus, puzzle game italiano di Antonio Miscellaneo e Ivan Del Duca, con Del Duca anche autore delle musiche. Un incastro di motivi e suoni alieni, distanti. Note tenute che aumentano l’attesa verso “assoli distorti” e “spazi” abitati da note singole in successione ritmica e cadenzata. Un piccolo capolavoro.

Rimaniamo sempre in ambito italiano, con la software house Idea, autrice, tra gli altri, di Clik Clak (1992), puzzle game vicino al Pipe Mania di Assembly Line (1989) per l’idea di un percorso (di tubi in Pipe Mania e di ingranaggi in Clik Clak) da assemblare entro un tempo limite. Proponiamo di seguito il Title Theme del gioco, composto da Paolo Galimberti.

Portiamo avanti la sperimentazione di cui parlavamo in apertura con un video dedicato ai primi due livelli di Vixen (Intelligent Design), classe 1988. Un video in cui si incastrano, in maniera casuale, sgangherata e immediata musica ed effetti sonori.

Continuando a giocare con il suono passiamo a Trailblazer 2, run game di Gremlin Interactive (1987) con un’ambientazione pseudo-tridimensionale in cui correre il più velocemente possibile verso il traguardo. Una piccola gemma dimenticata.

Nel 1985 usciva Death Wish 3, film di Michael Winner con Charles Bronson. La pellicola ha anche ricevuto un adattamento videoludico nel 1987 (da parte della già citata Gremlin). Adattamento che tiriamo in ballo per la sua colonna sonora.

Facciamo ora un salto nel boogie woogie con Toobin’, gioco arcade di Atari/Domark che ha “toccato” diverse piattaforme videoludiche, dal NES all’Amiga, passando ovviamente per il Commodore 64.

Da una cascata di note gioiose a una fiume di note infernali. Dante’s Inferno è un gioco di cui abbiamo già parlato in tempi recenti, un capolavoro del 1986 (Denton Designs) passato fin troppo inosservato. Ho già sottolineato come il gioco in questione elevi a sistema la ripetizione, scegliendo il rondò per creare una “dannazione” sonora fatta di loop letteralmente infiniti, senza stacchi di sorta. L’Inferno dantesco: un insieme di gironi musicali perfettamente chiusi. L’infinito infernale nella finitezza dei confini di uno schermo.

Ancora fiumi di (singole) note con il Title Theme di Big Mac: The Mad Maintenance Man. Un “rondò” sospeso nel vuoto, la musica portata all’essenziale, riportata a una successione di suoni e silenzi, la musica che riscopre la propria struttura intima e basilare. Una versione “ridotta” del Main Theme che può essere ascoltato “in game”. Una “Chip Imitation“, parafrasando Cage.

Chiudiamo con lo straordinario Main Theme di Barbarian, composto da Richard Joseph, autore della colonna sonora di Cannon Fodder.

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