Metal Gear Solid 2 è un titolo che si è guadagnato una pagina importante nella storia dei videogiochi. In primis per essere parte di una saga acclamata che ha ridefinito i canoni narrativi del medium delle fondamenta, ma soprattutto per il grande inganno che il suo ideatore, Hideo Kojima, aveva architettato prima della sua uscita, presentandolo al mondo come la nuova avventura di Solid Snake quando in realtà il reale protagonista era un biondino androgino sbucato dal nulla, conosciuto con il nome in codice di Raiden.
Il false advertising perpetrato da Kojima nei confronti del mondo intero è stata sempre una vicenda che ha sempre affascinato gli appassionati e Fabio di Felice, già autore di “Keiichirō. La vera storia del team di reietti che ha inventato Silent Hill“ saggio di successo uscito nel corso del 2024 per Ledizioni, ha deciso di sviscerarla nel suo nuovo interessante libro intitolato “Hideo nasconde qualcosa – Come Metal Gear Solid 2 ha sfidato il mondo otaku.”
In questo brillante volume, Fabio ci racconta in maniera molto scorrevole e accattivante la genesi di Metal Gear Solid 2, soffermandosi e approfondendo però il contesto socio-culturale otaku e la percezione che questo tipo di pubblico aveva nei confronti degli autori e delle loro opere nei primi anni Duemila. Un racconto intrigante quindi, che si incentra sulla folle quanto provocatoria idea di un game designer e di come essa sia stata digerita dai suoi fan al tempo ignari ma comunque fiduciosi, visto il successo epocale che aveva avuto il primo Metal Gear Solid.
Io personalmente ho divorato questa lettura in un paio di giorni e spinto dalla curiosità, ho contattato Fabio per scoprire qualche retroscena in più riguardo la realizzazione del suo libro ma anche per saperne di più su come al tempo aveva vissuto il “tradimento” messo in atto da un beffardo Hideo Kojima.
Come sempre Fabio è stato molto gentile e disponibile e in men che non si dica ha risposto a tutte le mie domande in maniera molto esaustiva.
Non mi resta che lasciarvi all’intervista che trovate di seguito.
Buona lettura!
1. Quando è sbocciato il tuo amore per la saga di Metal Gear Solid?
Fabio: “Nel 1998, quando Metal Gear Solid è arrivato da noi! Ricordo di averlo chiesto in regalo ai miei genitori, e che contavo i giorni prima che mi arrivasse. Era un videogioco incredibile, ricordo ancora che lo mettevo su ogni volta che c’era qualche adulto in casa mia: volevo fargli sentire il doppiaggio in italiano, fargli vedere la regia così simile a quella dei film di Hollywood. Volevo che ascoltassero che quel videogioco, quella cosa che probabilmente per loro era un passatempo per bambini, parlava del dramma della popolazione curda, della guerra tra Iran e Iraq, di eredità genetica, di domande esistenziali sul proprio valore come esseri umani, fratelli, figli, eroi e antieroi. Credo fosse una cosa più grande di me, che avevo undici anni all’epoca, e che probabilmente non capivo proprio tutto, tutto di quello che il videogioco mi diceva. Ma mi ha per l’appunto spinto a leggere di più, imparare di più. Conoscere la Storia, quella con la S maiuscola.”
2. Qual è il tuo capitolo preferito della serie e per quali ragioni?
Fabio: “La mia risposta qui è controversa. Penso che il mio capitolo preferito sia Metal Gear Solid V: The Phantom Pain. Parte della motivazione è perché lo hanno odiato tutti! L’altra parte, quella più seria, è che mi ha fatto pensare a una cosa a cui non avevo mai pensato prima. Il videogioco inizia con una citazione dello scrittore e filosofo romeno Emil Cioran: “Non è una nazione che abitiamo, ma una lingua. Non sbagliatevi; la nostra lingua madre è la nostra vera patria”. C’è un dialogo molto bello tra Venom Snake e il nativo americano Code Talker, nel quale quest’ultimo ammette che l’utilizzo dell’inglese ha cancellato interi concetti che potevano essere espressi solo nella sua lingua, navajo. Prima di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain non avevo mai pensato alla lingua come a uno strumento di colonizzazione. E poi, quel colpo di scena finale, lo adoro.”
3. Come è nata l’idea di scrivere “Hideo nasconde qualcosa?”
Fabio: Mi ha sempre intrigato questa storia di Hideo Kojima che si prende gioco delle aspettative dei suoi fan e soprattutto che riesce a nascondere un’informazione così importante come il protagonista del suo nuovo videogioco, per anni, a tutti. Poi, mentre lo scrivevo, è diventato un libro sullo scontro tra autore e pubblico, specialmente in un contesto storico, quello dei primi anni 2000, in cui il pubblico cominciava ad avere sempre più potere decisionale sulle opere che amava o che odiava. L’esempio di Neon Genesis Evangelion, di cui nel libro si parla spesso, è emblematico. E in terza battuta, io amo le storie dei perdenti, ve ne sarete accorti leggendo Keiichiro. Per quanto riguarda Hideo Kojima, la particolarità della sua storia è che dopo anni di sofferenza per affermarsi in un settore difficile, all’apice della sua carriera decide di sabotarsi da solo. Mi divertiva moltissimo questa sua doppia figura di vincitore che decide di giocare fuori dalle regole.
4. Quali sono state le maggiori difficoltà che hai riscontrato nella realizzazione del libro?
Fabio: “La ricerca di materiale è stata più impegnativa rispetto a quella per Keiichiro? È stato un lavoro diametralmente opposto rispetto a quello di Keiichiro! In quel caso le fonti erano talmente poche, e la storia era così nascosta, che è stato difficile reperire informazioni. Fortunatamente sono riuscito a chiedere qualcosa anche ai protagonisti della vicenda. Per Hideo nasconde qualcosa, invece, il materiale sulla realizzazione di Metal Gear Solid e Metal Gear Solid 2 era moltissimo, quindi ho dovuto ragionare su cosa valesse la pena raccontare, e che direzione far prendere alla storia.
5. In questo saggio narri principalmente del grande inganno che Kojima mise in atto con Metal Gear Solid 2. Al tempo, come avevi vissuto l’inaspettato passaggio di testimone da Solid Snake a Raiden?
Fabio: Devo ammetterlo: non ricordo molto. Venticinque anni sono lunghi, e probabilmente andai su tutte le furie. All’epoca ero appena adolescente. È per questo motivo che sono andato a chiederlo a Terry Wolfe, scrittore canadese, grande appassionato della saga di Metal Gear, tanto da aver scritto due libri sull’argomento, e fondatore del sito metagearsolid.org. Ho deciso di raccontare attraverso i suoi occhi il momento della scoperta nell’introduzione del libro, anche perché ho adorato da subito la sua storia e il modo beffardo in cui termina.
6. Come vedi il futuro di Metal Gear Solid? La serie può continuare ad esistere senza il suo folle autore a dirigerne le redini?
Fabio: Questa è la domanda da un milione di dollari! Non saprei risponderti. Molto probabilmente dipenderà dalle sorti di Metal Gear Solid Delta, il remake di Snake Eater. Da amante della saga, ti direi che per tanti versi è così connessa a Hideo Kojima che mi farebbe strano vederla finire nelle mani di qualcun altro; da videogiocatore, però, non posso che pensare che sarebbe un peccato non poterne mai più giocare uno nuovo. Forse questa eredità dovrebbe continuare attraverso opere nuove, che siano in grado di ricordarci cosa rendeva Metal Gear Solid così imprescindibile, ma aggiungendo magari qualcosa di personale. D’altronde, quello che ho amato sempre di Metal Gear Solid è la sua capacità di parlare della contemporaneità in modo così lucido.
7. L’anno scorso un saggio su Silent Hill (apprezzatissimo dal pubblico), quest’anno invece una pubblicazione su Metal Gear Solid. A questo punto siamo curiosi di sapere su cosa potrebbe incentrarsi il tuo prossimo libro, sempre se ci puoi svelare qualcosa in anteprima!
Fabio: Non sto ancora lavorando a un nuovo libro, ma ho diverse idee nel cassetto. In questo momento sono molto impegnato con una serie di attività che riguardano Keiichiro e la sua distribuzione internazionale! Sono emozionato e contento che il libro possa raggiungere altri lettori, in altri Paesi oltre all’Italia. Chissà che “Hideo nasconde qualcosa” non possa fare lo stesso percorso.
Ringrazio tantissimo Fabio Di Felice per avermi concesso del tempo prezioso per rispondere a tutte le mie curiosità, ma soprattutto per avermi inviato in anteprima una copia autografata di “Hideo nasconde qualcosa” che ora capeggia fiera nella mia libreria e che ho divorato alla pari di un romanzo che tiene incollati dall’inizio alla fine.
Se foste interessati anche voi ad immergervi in questa interessante lettura, ricordo che il saggio è acquistabile su Amazon o sul sito di Ledizioni, sia in formato cartaceo che in ebook.
I fan della Metal Gear Saga o coloro che studiano la storia del videogioco ne rimarranno sicuramente soddisfatti.