Io odio le case vissute e vuote. Le odio. Sopratutto quelle che hanno più porte che stanze e sono in disordine come se qualcuno fosse scappato via in fretta e furia, lasciando i cassetti spalancati e il televisore acceso. Mi terrorizzano.
La mia priorità in ogni stanza è stata accendere le luci, non perchè fosse effettivamente utile farlo bensì per essere sicura che ogni angolo fosse visibile e controllabile, onde evitare brutte sorprese.
Ammetto che ho dovuto giocare due volte Gone Home, perchè la prima volta ero talmente preoccupata dalle porte infinite e dalla ricerca degli interruttori che non ho prestato attenzione a ciò che veniva narrato. La seconda volta ho scoperto una vicenda dolcissima e i problemi della famiglia che abita in questa villa colossale.
Katie, la ragazza che impersoniamo, è appena tornata dalle vacanze in Europa: la casa è vuota, buia e silenziosa, in disordine e totalmente a sua disposizione per poter essere esplorata. Fuori infuria un terribile temporale e l’esterno dell’enorme abitazione ci resterà sempre sconosciuto. Da subito la voce della sorella di Katie, Samantha, inizierà a raccontare la storia che accompagna l’esplorazione della casa: alcuni oggetti che troveremo daranno avvio a un nuovo episodio, perciò bisogna curiosare in ogni cassetto e, ahimè, intrufolarsi in ogni armadio.
Pian piano scopriremo i segreti e le vite dei genitori di Katie, e il resoconto del lungo anno passato da Sam nella nuova scuola e nella vicina città, le nuove amicizie, gli screzi con i professori, le serate ai concerti e ad alcune feste. Sembra una normale famiglia con un’ordinaria figlia adolescente, ma la storia raccontata da Sam rivela un’altra realtà, di cui ogni angolo della casa è impregnato. Sam passava molto tempo nella villa con Lonnie, una ragazza conosciuta a scuola e con la quale aveva molti interessi in comune, ma la loro intima amicizia a un certo punto diventa un problema tale da impedire a Sam di vivere serenamente.
Dopo aver capito e realizzato cosa si nascondeva dietro al disordine e alle innumerevoli stanze vuote, ho smesso di aver paura della casa e ho iniziato a provare sentimenti contrastanti di orgoglio e preoccupazione. È un gioco con una storia molto attuale e sofferta, che fa riflettere e che dovrebbe essere giocato da tutti.
Gli sviluppatori, alla fine, ringraziano: Thank for playing.
[toggle_box title=”Episodi precedenti” width=”Width of toggle box”]
[/toggle_box]