Pubblicato il 04/09/14 da Neko Polpo

Grog Jam: Ruin Jam

La Ruin Jam, iniziata il primo settembre, ha scelto come tema portante “la rovina del videogioco”. Gli sviluppatori coinvolti hanno creato e stanno creando opere incentrate sulla “riduzione” delle possibilità interattive e la “distruzione” delle meccaniche consolidate e/o (consoli)date per scontate. “Distruzione” e “rovina” sono parole centrali: la jam vuole spingere sviluppatori e giocatori a sperimentare il limite dell’essenziale videoludico, lavorando proprio con quegli elementi che tanti problemi hanno causato e causano, in sede critica, a chi considera certe opere “non-giochi”. Ridotte possibilità d’interazione, paradossi interattivi, errori videoludici. Se “distruggere” il videogioco significa sperimentarne i limiti e attuare un processo di sottrazione al “testo” ludico, allora Ruin Jam si propone di uccidere il videogioco, di distruggerlo, dando spazio solo a giochi che non temono le definizioni classificatorie di comodo e che portano avanti una ricerca sui confini del medium videoludico.

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Grand Theft Alto.

Dunque Ruin Jam, e gli sviluppatori partecipanti, di conseguenza, raccolgono provocatoriamente l’idea che a “rovinare” il medium sarebbero titoli quali Dear Esther, Proteus, Gone Home e Rock Simulator 2014. La Jam porta quindi con sé un carico di “simulatori di passeggiate” (e viene da pensare subito a Jason Rohrer, autore, nel 2007, dell’importantissimo Passage), avventure testuali in cui l’interazione è limitata alla (non)scelta tra poche voci, eccetera… L’intenzione è stimolare il giocatore a percorrere strade generalmente poco frequentate, per scoprire che anche dirigersi in maniera forzata e costretta da sinistra a destra significa videogiocare, giocare con una costruzione costrittiva e con piccoli organismi virtuali in cui la sola azione concessa è la presenza stessa. Sfruttare l’interazione in questo senso significa mettere il giocatore davanti a nuove possibilità ludiche, a nuove ipotesi di dialogo con un mondo virtuale. “Virtuale”.

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Walking Simulator 2015 – NYC Edition.

Giusto per citare alcuni dei titoli più interessanti: 2:22AM, The Startup Game, Grand Theft Alto (un GTA tutto incentrato sull’inversione e la contraddizione, con pistole che sparano all’indietro e macchine che corrono a testa in giù), Walking Simulator 2015 – NYC Edition (che al Passage di Rohrer deve molto, a suo modo), Chilling Out Simulator 69 (il “protagonista” di questo “simulatore di relax” è, non a caso, una pietra: si veda Rock Simulator) e Fuck Videogames the Videogame. Una “lista” che di sicuro subirà ulteriori ampliamenti, da qui al 14 settembre, giorno della chiusura di questa jam senza premi o vincitori di sorta.

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The Startup Game.

Ruin Jam è la (giusta) rovina del videogioco. È il gioco libero che danza sui resti di ciò che ha distrutto (costruendo mondi di rovine interattive, rovine che, in quanto frammenti di assenze, permettono di parlare di ciò che è stato disintegrato). Le rovine del videogioco: ciò che c’era ed oggi è distrutto (anche se “solo” per “gioco”), ma c’è: macerie. Macerie che rimettono in discussione i confini stabiliti per spingere a costruire. Per continuare a costruire.

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Fuck Videogames the Videogame.

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