Pubblicato il 07/06/19 da Luca Mandara

Bloodstained: Ritual of the Night

L'Igarashi di cui avevamo bisogno

Introduzione – Una piacevole sorpresa

Siamo stati invitati a provare l’ultima build di un gioco che si è fatto attendere per anni, tra campagne Kickstarter di successo, rinvii e critiche, ecco finalmente una versione completamente rifatta e definitiva di Bloodstained: Ritual of the Night, ultima fatica di un rinato Igarashi, creatore dell’acclamato capolavoro del 1997 Castlevania: Symphony of the Night.

Avevamo già provato questo titolo (attirati ovviamente dal buon vecchio Igarashi), ma la vecchia demo non aveva convinto del tutto né critica, né pubblico.
Il papà di quello che è considerato ormai il miglior Castlevania di tutti i tempi ha accettato di buon cuore le critiche, decidendo di rifare il gioco quasi da zero. Questo ha portato inevitabilmente ad allungare i tempi di sviluppo. Beh, direi che ne è valsa la pena. Diavolo se ne è valsa la pena!

Bloodstained cover
La meravigliosa cover del gioco.

Essendo personalmente un giocatore decisamente esperto del succitato titolo Konami, ho immediatamente riconosciuto il gameplay come familiare. Tutto scorreva nelle mie mani con una precisione impeccabile. Niente era fuori posto, dall’impatto visivo straordinario (con fondali e personaggi ridisegnati totalmente rispetto alle vecchie build), alle musiche (frutto dello stesso team di Symphony of the Night), al gameplay, che bilancia perfettamente il platforming a impronta action, con dinamiche RPG come il crafting degli oggetti e l’aumento di livello e di abilità del personaggio.

Shop
Nel negozio potremo comprare armi, oggetti e ingredienti per l’alchimia.

Trama – Citazionismo, done right

La protagonista, Miriam, è un’orfana che da piccola fu presa da una gilda di alchimisti che fece non pochi esperimenti su di lei, i quali le donarono l’abilità di assorbire energia demoniaca tramite i cristalli, che contengono capacità proprie, appunto, ai demoni. Questo elemento si ripeterà durante tutto il gioco, sconfiggendo i nemici e assorbendone appunto delle specifiche abilità attive, passive, di supporto o di evocazione, che potremo usare impostandole nello specifico menu e che potranno a loro volta essere evolute con apposita alchimia.

Customizzazione

La protagonista  si risveglia dopo essere stata messa forzatamente in coma per dieci lunghi anni, e le sue abilità sono “bloccate” dall’alchimista Johannes, il quale lotta contro i piani della gilda: sfruttare i demoni portandoli nel mondo. Johannes si avvalerà dell’aiuto di Miriam per fermare Gebel, un altro esperimento come lei che però ha perso la sua umanità ed ha aperto ai demoni l’accesso al mondo. Miriam si avventurerà quindi verso il castello dei demoni per sconfiggere Gebel e ritrovare la propria essenza umana.
Oltre agli avvenimenti che vi abbiamo appena descritto, non mancheranno incontri con altri personaggi né i colpi di scena, ma la cosa che ci ha davvero colpiti è il gameplay e il mood in cui ci cala Bloodstained sin dalle prime battute.

La grafica 3D in un contesto di platform bidimensionale non è certo una novità, nemmeno in un metroidvania come questo. Però qua siamo davanti allo stato dell’arte: i dettagli sono realizzati con una cura maniacale, le animazioni sono fluide ma sopratutto lo è la risposta dei comandi. Tutto come dicevo è amalgamato alla perfezione e regala un’esperienza di gioco che ci incita a chiederne ancora e ancora.

Frusta blu
Miriam potrà equipaggiare varie armi, tra cui una nostra vecchia amica!

Gameplay – Il nostro hands-on

Abbiamo giocato l’ormai famoso primo livello del galeone per prendere confidenza coi comandi e per confrontare questa versione finale con le precedenti e, come vi dicevo, la differenza c’è: è tanta e tutta in meglio. Successivamente siamo stati invitati dai nostri ospiti a caricare un altro salvataggio, poco più avanti nel gameplay, per vedere parte dello splendido castello.

L’unico commento che possiamo dire è semplicemente: wow. Se già il gioco ci aveva catturato nelle sue prime fasi, quando ci siamo ritrovati nel castello ci siamo scoperti completamente rapiti. Le strizzate d’occhio ai vecchi fan sono molte, moltissime, ma tutte ben bilanciate e che non cadono nel becero citazionismo al quale ormai anche le pellicole cinematografiche ci stanno abituando. No, qui tutto è al suo posto.

Dopo un giro nel castello ci viene detto che in fondo a quello schema c’è un boss, che nessuno finora era riuscito a sconfiggere (siamo stati gli ultimi in Italia a provare questa build a causa di impegni, ringraziamo anzi 505 Games per averci dato la possibilità di provare così a lungo Bloodstained, pure avendo rimandato l’appuntamento con questa preview).

Luna Rossa
Una splendida luna rossa che ci riporta subito in mente vecchi capolavori.

Il boss già di per sé era una citazione, ci siamo infatti ritrovati davanti a Zangetsu, protagonista del prequel di Bloodstained: Curse of the Moon, platform action 8-bit già disponibile su tutte le piattaforme.

Zangetsu ricorda decisamente un Belmont di Castlevania. La sua arma principale è una particolare katana che porta il suo nome e, come arma secondaria, una catena, la quale gi permetterà di agganciarsi alle volte del soffitto per sferrare potenti attacchi aerei. Dopo aver provato un po’ di volte per studiare i suoi pattern d’attacco ed essere tornati indietro per craftare un paio di oggetti unici ci siamo voluti cimentare nella sfida, apparentemente impossibile.
E infine, seppur con un po’ di fatica e una buona dose di sudore tra i palmi delle mani e il controller PS4, siamo riusciti a sconfiggerlo, dimostrando ancora una volta che
la oldschool è dura da battere e che avere un amico accanto che ti sprona a non mollare anche mentre si gioca a un single player fa la differenza.

Zangetsu
Zangetsu, il boss “imbattibile” della sessione di preview.

Conclusioni – Ne vogliamo ancora

Bloodstained, in conclusione, è un gioco che attendevamo con riserva, ma che non aspettavamo con trepidazione. Dopo aver provato la sua versione finale però, devo ammettere che non vedo l’ora che arrivi la copia per la vera e propria recensione del gioco, in uscita il 18 giugno su PS4, PC e Xbox One e il 25 giugno su Nintendo Switch.
Bloodstained arriva dopo anni bui in cui software house come Konami, che da ragazzi ci avevano abituati a giochi come Castlevania, Silent Hill e Metal Gear, hanno deciso di abbandonare o snaturare molti dei suoi brand storici, lasciandoci (purtroppo) a bocca asciutta. Bloodstained si dimostra quindi non il titolo che aspettavamo, ma quello di cui avevamo bisogno. Una ventata di nostalgica freschezza da parte di un Igarashi che ci ha creduto fino all’ultimo.

Ogni cosa è finalmente al suo posto. E le sensazioni nostalgiche sono subito rimpiazzate da un fattore ancora più importante: la voglia di giocare.

“Have at you!”

Gamer Dex - Biografia

Sono Gamer Dex, dovreste conoscermi ormai.